Musica, società contemporanea & difesa dell'ambiente
Che ci azzecca, direte voi, la musica con la tutela dell'ambiente?
In apparenza poco, forse niente. O, pensandoci meglio, anche molto: dipende da diversi fattori, in primis chi è il musicista e, tra le altre cose, a quale platea si rivolge.
Quando chi canta ha un certo seguito e i suoi testi trattano, oltre che d'amore, anche di temi sociali e ambientali non può non "influenzare" il suo pubblico, rafforzandone il legame empatico e trasmettendo loro veri e propri "messaggi" che vanno dritti al cuore.
Non sono molti gli artisti che, in modo più o meno disinteressato, nel corso del tempo hanno sposato in prima persona la "causa ambientalista" andando oltre la singola canzone a sfondo ecologista o la pur lodevole partecipazione ad una giornata per la Terra: tra gli altri mi piace ricordare Paul McCartney, attivista e vegetariano, e Sting, impegnato sia sul campo umanitario (ad esempio con Amnesty International) che come testimonial per la difesa delle foreste pluviali.
Senza nulla togliere agli altri artisti del mondo della musica, però, uno dei personaggi di fama internazionale da sempre impegnati per la tutela dell'ambiente è il "loner" canadese Neil Young. Nato nel 1945 a Toronto e cresciuto tra le praterie e i laghi dell'Ontario (Omemee) e, più a Nord, del Manitoba (Winnipeg), segnato fin da piccolo da gravi problemi di salute, assorbì sin da subito la cultura "rurale" e "folk" dei luoghi frequentati.
Già con il suo primo gruppo, gli Squires (formati nel 1965), nel viaggio verso la Hudson Bay si accorse dell'avanzata scomposta della "civiltà del progresso" e dell'ingiustizia sociale che ha relegato in poche decine d'anni ai margini della povertà i nativi della "First Nation", il popolo indigeno originario che abitava le sconfinate praterie del Canada centro-orientale: "... osservare e rendermi conto di tutto ciò fu un'esperienza che non dimenticherò mai..." (N. Young, 2013). Una delle tante esperienze che lo portarono a scrivere nel 1975 la struggente "Cortez The Killer", leggendaria canzone di denuncia sulle violenze gratuite dei sanguinari conquistadores spagnoli.
Ci sono altri spunti interessanti nella movimentata vita del giovane Neil, situazioni che hanno poi formato le sue radicate convinzioni ecologiste e pacifiste. Senza però sconfinare in un racconto meramente biografico (vi rimando alle note bibliografiche e a questa sezione di un sito a lui dedicato da due giovani e bravissimi "seguaci" del loner canadese), entriamo nel tema di questo post con un paio di esempi di canzoni dedicate a temi ambientali e/o con messaggi legati alla necessità di salvare il nostro Pianeta:
- Mother Earth, vero e proprio inno ambientalista registrato nel 1990 riscritto sulle basi di una canzone folk, che potete ascoltare qui
- Be the rain, tratta dall'intenso album Greendale (2003) ed il cui testo può essere considerato il manifesto younghiano per la tutela dell'ambiente: "...Save the planet for another day...", come avrete modo di ascoltare qui
- Walk like a giant, magnifica long-song inclusa nel recente lavoro Psychedelic Pill (2012), una cavalcata elettrica spezzata da frasi che ricordano come il sogno giovanile di salvare il mondo si sia poi scontrato con una dura realtà:
"...Me and some of my friends
We were gonna save the world
We were tryin' to make it better
We were ready to save the world
But then the weather changed
And the white got stained..."
La versione estesa (ben 16 minuti di canzone, tra chitarre elettriche & distorsori) vi aspetta qui
Spero, con queste poche righe, di aver "incuriosito" sia il lettore occasionale, capitato qui chissà per quale motivo, che i miei "affezionati" follower: Neil Young è un personaggio unico nel suo genere e il suo impegno va ben oltre le singole canzoni, come dimostra peraltro il progetto ribattezzato "LincVolt - Repowering the American Dream", che trovate ben descritto in questo sito web curato dallo stesso Neil che aggiorna di tanto in tanto la "Lincoln Gazette": si tratta, in poche parole, di una nuova generazione di auto di grossa cilindrata dotate di un motore elettrico alimentato ad etanolo derivante da biomassa di scarto (che, quindi, finirebbe o bruciato nelle centrali elettriche o in qualche discarica), con livelli ridottissimi di emissioni di gas inquinanti.
Un progetto che in questi ultimi due anni è diventato realtà, come avrete modo di leggere nel sito LincVolt e in un breve estratto in italiano che trovate qui.
Ma perché proprio un veicolo di grossa cilindrata? Non è un controsenso? Ce lo spiega lo stesso Neil:
"...continuo ad avere la sensazione che LincVolt possa dimostrare qualcosa di veramente importante su ciò che si può realizzare. Sto cercando di creare un'automobile di lusso ecocompatibile. Su ciò che vuole questo Paese sono realista. Le auto piccole non saranno mai il desiderio di tutti, perciò le auto grandi e i pickup devono essere sostenibili. Questo farà la differenza: le persone a cui piacciono i veicoli di lusso hanno la possibilità di pagare per questa innovazione e, se fosse disponibile, lo farebbero..." (N. Young, 2013). E, di certo, anche il mercato delle auto di media e piccola cilindrata si adeguerebbe a questa tecnologia.
Non è possibile non citare, infine, il lodevolissimo impegno sociale del cantautore, condiviso con l'attuale compagna Pegi: dall'organizzazione di serate di beneficenza per la raccolta fondi per il "Farm-Aid", così da sostenere l'agricoltura sociale (Neil è, peraltro, un fautore del biologico) come avrete modo di leggere qui, al finanziamento della scuola per bambini con gravi problemi fisici e di linguaggio legati a diverse forme di paralisi cerebrale, The Bridge School (fondata proprio da Pegi Young nel 1985), per "finire" con le battaglie pacifiste a suon di note taglienti e testi audaci (da "Love and war" a "Rocking on the free world").
Time fades away, è proprio vero! Lunga vita all'istrionico poeta dell'Ontario, oggi come ieri splendido interprete dei sogni di pace, giustizia e rispetto per l'ambiente che molti di noi cullano ancora tra cuore e mente.
Ad majora!
D.F.
Fonti consultate:
Neil Young, 2013. "Il Sogno di un hippie", trad. di "Waging Heavy Peace" (Feltrinelli Editore)
Neil Young, 2009. "The Archives Vol. 1 1963–1972". Reprise Records
Marco Grompi, 2003. "Neil Young 1963-2003: 40 anni di rock imbizzarrito". Editori Riuniti, 2003
Foto del post:
Alchemy Tour, concerto di Neil Young & Crazy Horse all'Ippodromo "Le Capannelle" di Roma (26.07.2013)
Post Scriptum: mi scuseranno, spero, i fan di Neil Young per le eventuali forzature e/o imprecisioni contenute in questo post ma... ognuno di noi ha i propri limiti! D'altra parte tutto è migliorabile e perfettibile, quindi... attendo correzioni e integrazioni, grazie :)
In apparenza poco, forse niente. O, pensandoci meglio, anche molto: dipende da diversi fattori, in primis chi è il musicista e, tra le altre cose, a quale platea si rivolge.
Quando chi canta ha un certo seguito e i suoi testi trattano, oltre che d'amore, anche di temi sociali e ambientali non può non "influenzare" il suo pubblico, rafforzandone il legame empatico e trasmettendo loro veri e propri "messaggi" che vanno dritti al cuore.
Non sono molti gli artisti che, in modo più o meno disinteressato, nel corso del tempo hanno sposato in prima persona la "causa ambientalista" andando oltre la singola canzone a sfondo ecologista o la pur lodevole partecipazione ad una giornata per la Terra: tra gli altri mi piace ricordare Paul McCartney, attivista e vegetariano, e Sting, impegnato sia sul campo umanitario (ad esempio con Amnesty International) che come testimonial per la difesa delle foreste pluviali.
Senza nulla togliere agli altri artisti del mondo della musica, però, uno dei personaggi di fama internazionale da sempre impegnati per la tutela dell'ambiente è il "loner" canadese Neil Young. Nato nel 1945 a Toronto e cresciuto tra le praterie e i laghi dell'Ontario (Omemee) e, più a Nord, del Manitoba (Winnipeg), segnato fin da piccolo da gravi problemi di salute, assorbì sin da subito la cultura "rurale" e "folk" dei luoghi frequentati.
Già con il suo primo gruppo, gli Squires (formati nel 1965), nel viaggio verso la Hudson Bay si accorse dell'avanzata scomposta della "civiltà del progresso" e dell'ingiustizia sociale che ha relegato in poche decine d'anni ai margini della povertà i nativi della "First Nation", il popolo indigeno originario che abitava le sconfinate praterie del Canada centro-orientale: "... osservare e rendermi conto di tutto ciò fu un'esperienza che non dimenticherò mai..." (N. Young, 2013). Una delle tante esperienze che lo portarono a scrivere nel 1975 la struggente "Cortez The Killer", leggendaria canzone di denuncia sulle violenze gratuite dei sanguinari conquistadores spagnoli.
Ci sono altri spunti interessanti nella movimentata vita del giovane Neil, situazioni che hanno poi formato le sue radicate convinzioni ecologiste e pacifiste. Senza però sconfinare in un racconto meramente biografico (vi rimando alle note bibliografiche e a questa sezione di un sito a lui dedicato da due giovani e bravissimi "seguaci" del loner canadese), entriamo nel tema di questo post con un paio di esempi di canzoni dedicate a temi ambientali e/o con messaggi legati alla necessità di salvare il nostro Pianeta:
- Mother Earth, vero e proprio inno ambientalista registrato nel 1990 riscritto sulle basi di una canzone folk, che potete ascoltare qui
- Be the rain, tratta dall'intenso album Greendale (2003) ed il cui testo può essere considerato il manifesto younghiano per la tutela dell'ambiente: "...Save the planet for another day...", come avrete modo di ascoltare qui
- Walk like a giant, magnifica long-song inclusa nel recente lavoro Psychedelic Pill (2012), una cavalcata elettrica spezzata da frasi che ricordano come il sogno giovanile di salvare il mondo si sia poi scontrato con una dura realtà:
"...Me and some of my friends
We were gonna save the world
We were tryin' to make it better
We were ready to save the world
But then the weather changed
And the white got stained..."
La versione estesa (ben 16 minuti di canzone, tra chitarre elettriche & distorsori) vi aspetta qui
Spero, con queste poche righe, di aver "incuriosito" sia il lettore occasionale, capitato qui chissà per quale motivo, che i miei "affezionati" follower: Neil Young è un personaggio unico nel suo genere e il suo impegno va ben oltre le singole canzoni, come dimostra peraltro il progetto ribattezzato "LincVolt - Repowering the American Dream", che trovate ben descritto in questo sito web curato dallo stesso Neil che aggiorna di tanto in tanto la "Lincoln Gazette": si tratta, in poche parole, di una nuova generazione di auto di grossa cilindrata dotate di un motore elettrico alimentato ad etanolo derivante da biomassa di scarto (che, quindi, finirebbe o bruciato nelle centrali elettriche o in qualche discarica), con livelli ridottissimi di emissioni di gas inquinanti.
Un progetto che in questi ultimi due anni è diventato realtà, come avrete modo di leggere nel sito LincVolt e in un breve estratto in italiano che trovate qui.
Ma perché proprio un veicolo di grossa cilindrata? Non è un controsenso? Ce lo spiega lo stesso Neil:
"...continuo ad avere la sensazione che LincVolt possa dimostrare qualcosa di veramente importante su ciò che si può realizzare. Sto cercando di creare un'automobile di lusso ecocompatibile. Su ciò che vuole questo Paese sono realista. Le auto piccole non saranno mai il desiderio di tutti, perciò le auto grandi e i pickup devono essere sostenibili. Questo farà la differenza: le persone a cui piacciono i veicoli di lusso hanno la possibilità di pagare per questa innovazione e, se fosse disponibile, lo farebbero..." (N. Young, 2013). E, di certo, anche il mercato delle auto di media e piccola cilindrata si adeguerebbe a questa tecnologia.
Non è possibile non citare, infine, il lodevolissimo impegno sociale del cantautore, condiviso con l'attuale compagna Pegi: dall'organizzazione di serate di beneficenza per la raccolta fondi per il "Farm-Aid", così da sostenere l'agricoltura sociale (Neil è, peraltro, un fautore del biologico) come avrete modo di leggere qui, al finanziamento della scuola per bambini con gravi problemi fisici e di linguaggio legati a diverse forme di paralisi cerebrale, The Bridge School (fondata proprio da Pegi Young nel 1985), per "finire" con le battaglie pacifiste a suon di note taglienti e testi audaci (da "Love and war" a "Rocking on the free world").
Time fades away, è proprio vero! Lunga vita all'istrionico poeta dell'Ontario, oggi come ieri splendido interprete dei sogni di pace, giustizia e rispetto per l'ambiente che molti di noi cullano ancora tra cuore e mente.
Ad majora!
D.F.
Fonti consultate:
Neil Young, 2013. "Il Sogno di un hippie", trad. di "Waging Heavy Peace" (Feltrinelli Editore)
Neil Young, 2009. "The Archives Vol. 1 1963–1972". Reprise Records
Marco Grompi, 2003. "Neil Young 1963-2003: 40 anni di rock imbizzarrito". Editori Riuniti, 2003
Foto del post:
Alchemy Tour, concerto di Neil Young & Crazy Horse all'Ippodromo "Le Capannelle" di Roma (26.07.2013)
Post Scriptum: mi scuseranno, spero, i fan di Neil Young per le eventuali forzature e/o imprecisioni contenute in questo post ma... ognuno di noi ha i propri limiti! D'altra parte tutto è migliorabile e perfettibile, quindi... attendo correzioni e integrazioni, grazie :)
Etichette: ambiente, canzoni ambientaliste, difesa dell'ambiente, ingiustizie sociali, Musica, natura, Neil Young, pace
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