La meraviglia "multicolore" (...del microcosmo floristico ruderale)
Sfuggono quasi sempre allo sguardo dei più, viste le piccole dimensioni e - almeno a prima vista, specialmente in assenza di fiori - una scarsa appariscenza.
Conosciute semplicemente come erbacce, termine dispregiativo che le accomuna in un alone di sprezzante (...e apparente) inutilità. Vivono umilmente e in forma prostrata ai margini (di campi, giardini, orti, strade, muretti a secco e manufatti), tanto da essere definite in termini botanici specie "ruderali" (o anche "rudero-nitrofile").
Le più "fortunate" finiscono nel dimenticatoio, senza mai avere l'onore di essere chiamate con il loro vero nome. Le altre vengono estirpate senza pietà o finiscono i loro giorni bagnate a morte da una pioggia di erbicidi.
Eppure ci "seguono" da parecchi secoli, da quando l'uomo ha iniziato a modificare - prima in modo discreto, poi con metodi tutt'altro che leggeri e su estensioni via via maggiori - l'ambiente naturale.
Lasciando i toni "cupi" (...comunque ironici ), se osservate da vicino queste piante offrono, in fase di fioritura, spettacoli cromatici tra i più belli in assoluto: qui sotto c'è un'immagine di una (splendida) Buglossoides, piccola boraginacea in fiore proprio in questo periodo qui dalle mie parti.
Le piante ruderali presentano speciali adattamenti morfologici e biologici per vivere su substrati per lo più poveri di terra. Alcune si trovano solo in Italia ed esclusivamente in poche stazioni prettamente urbane, colorando di bianco, rosso, azzurro o arancione vecchie mura perimetrali, ruderi di epoca romana (dal Colosseo all'Arena di Verona), bordi di strade interpoderali.
Crescendo in piccoli nuclei o isolate, con radici piccole, sottili e superficiali, non sono in grado di danneggiare in modo significativo i manufatti quindi... una loro presenza "non invasiva" può essere tranquillamente tollerata.
E' dalla metà dell'ottocento, peraltro, che la flora ruderale richiama l'attenzione dei botanici di tutto il mondo, tanto che sono uscite, anche recentemente, rassegne sistematiche ed atlanti floristici di distribuzione relativi a singole città.
La prossima passeggiata, che sia nella periferia di una grande città o lungo un viottolo di campagna, provate ad indossare "altri" occhi e, senza per forza essere dei botanici specialisti, fermatevi per qualche istante ad osservare il microcosmo multicolore attorno a voi. E giocate a classificare, manualetti tascabili alla mano, questa o quella specie che più attira la vostra attenzione.
Ad majora
Conosciute semplicemente come erbacce, termine dispregiativo che le accomuna in un alone di sprezzante (...e apparente) inutilità. Vivono umilmente e in forma prostrata ai margini (di campi, giardini, orti, strade, muretti a secco e manufatti), tanto da essere definite in termini botanici specie "ruderali" (o anche "rudero-nitrofile").
Le più "fortunate" finiscono nel dimenticatoio, senza mai avere l'onore di essere chiamate con il loro vero nome. Le altre vengono estirpate senza pietà o finiscono i loro giorni bagnate a morte da una pioggia di erbicidi.
Eppure ci "seguono" da parecchi secoli, da quando l'uomo ha iniziato a modificare - prima in modo discreto, poi con metodi tutt'altro che leggeri e su estensioni via via maggiori - l'ambiente naturale.
Lasciando i toni "cupi" (...comunque ironici ), se osservate da vicino queste piante offrono, in fase di fioritura, spettacoli cromatici tra i più belli in assoluto: qui sotto c'è un'immagine di una (splendida) Buglossoides, piccola boraginacea in fiore proprio in questo periodo qui dalle mie parti.
Le piante ruderali presentano speciali adattamenti morfologici e biologici per vivere su substrati per lo più poveri di terra. Alcune si trovano solo in Italia ed esclusivamente in poche stazioni prettamente urbane, colorando di bianco, rosso, azzurro o arancione vecchie mura perimetrali, ruderi di epoca romana (dal Colosseo all'Arena di Verona), bordi di strade interpoderali.
Crescendo in piccoli nuclei o isolate, con radici piccole, sottili e superficiali, non sono in grado di danneggiare in modo significativo i manufatti quindi... una loro presenza "non invasiva" può essere tranquillamente tollerata.
E' dalla metà dell'ottocento, peraltro, che la flora ruderale richiama l'attenzione dei botanici di tutto il mondo, tanto che sono uscite, anche recentemente, rassegne sistematiche ed atlanti floristici di distribuzione relativi a singole città.
La prossima passeggiata, che sia nella periferia di una grande città o lungo un viottolo di campagna, provate ad indossare "altri" occhi e, senza per forza essere dei botanici specialisti, fermatevi per qualche istante ad osservare il microcosmo multicolore attorno a voi. E giocate a classificare, manualetti tascabili alla mano, questa o quella specie che più attira la vostra attenzione.
Ad majora
Etichette: biodiversità, campagna, città, colori, fiori, flora, flora ruderale, microcosmo, piante, piante spontanee, specie rudero nitrofile
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