Natura et Ratio

mercoledì, maggio 21, 2008

CON IL SEGRETO DI STATO, NO PROBLEM !

Ricevo e inoltro queste considerazioni che meritano la massima attenzione.
Viviamo in una democrazia (fasulla) o in uno stato militare?
Trovarci un decreto del genere da un governo di centrosinistra (dove si trovavano comodamente seduti anche gli esponenti della "fu" sinistra arcobaleno), fa veramente riflettere.
E dovrebbe far riflettere gli aficionados del PD....
Sulle questioni ambientali ci deve essere LA MASSIMA TRASPARENZA, altro che il SEGRETO DI STATO!!!!!

----

Il governo Prodi ci ha lasciato un’ultima eredità di cui avremmo fatto volentieri a meno. Con un decreto entrato in vigore il primo maggio “gli impianti civili per la produzione di energia” sono stati inseriti nell’elenco dei luoghi che possono essere coperti da segreto di stato (1).
Leggendo il regolamento governativo si viene a sapere che in caso di timori per la “sicurezza degli interessi supremi dello stato”, stabiliti dal presidente del Consiglio dei ministri su indicazione della branca di coordinamento dei servizi segreti, gli impianti energetici passeranno dal controllo della ASL e dei Vigili del fuoco a quello di “autonomi uffici di controllo”. Il personale di questi uffici, che saranno costituiti a “livello centrale” dalle amministrazioni interessate, non avrà più alcun obbligo di informazione nei confronti delle autorità sanitarie (ASL) e di sicurezza (Vigili del fuoco).
Il testo del regolamento è solo apparentemente vago: cosa potrà essere coperto da “segreto di stato”? “le informazioni, le notizie, i documenti, gli atti, le attività, i luoghi e le cose attinenti alle materie di riferimento esemplificativamente elencate”. Cioè tutto quello che riguarda l’impianto indicato. L’esempio francese dimostra che con la scusa di preservare gli interessi nazionali, lo stato si prepara a negare l’accesso a tutti i documenti che riguardano le installazioni nucleari civili e, più in generale, di tutte le infrastrutture energetiche e comunque strategiche (2).
Una conferma ai timori di collegamenti fra l’eredità lasciata da Prodi e il rilancio del nucleare ci viene data da una autorevole fonte: il giornale della confindustria (3).

In un articolo, evidentemente frutto di notizie di “prima mano”, il giornale padronale ci spiega che il regolamento costituisce “una corsia preferenziale, un po’ nascosta ma proprio per questo più rapida. Potrà servire a risolvere finalmente il problema del deposito unico per lo smaltimento delle scorie nucleari italiane. In nome del segreto di stato. Che consentirà di dire basta alle defatiganti mediazioni, alle insurrezioni locali, ai tormenti senza fine che hanno cancellato ogni progetto pensato per mettere in sicurezza le nostre scorie”. Il regolamento applicativo potrà “facilitare il passo propedeutico a qualunque ipotesi di ritorno operativo al nucleare italiano: la soluzione, appunto, dell’annoso problema della conservazione e del trattamento in una struttura dedicata del materiale radioattivo conservato provvisoriamente nelle strutture delle vecchie centrali nucleari fermate dal referendum del 1987”.
A questo punto è fin troppo facile il collegamento fra il regolamento entrato in vigore il primo maggio e le precedenti mosse del governo Prodi che nell’ottobre 2007 aveva previsto l’individuazione di un unico sito “di superficie” e nel febbraio 2008 aveva nominato la commissione incaricata di individuare tale sito. Sul luogo dove portare e trattare le scorie nucleari italiane, che sarà ancora “provvisorio” visto che di trovare un sito “geologico definitivo” non se ne parla nemmeno, il giornale della Confindustria lancia una ipotesi che visto il tono dell’articolo ci deve far drizzare le orecchie: “molti dei centri operativi dell’ENEA sono già ampliamente blindati …
E la riservatezza in questo caso, potrebbe essere gestita con regole e prassi già consolidate. Ciò vale per tutta la “filiera”: dagli iter autorizzativi al monitoraggio, dalla costruzione alla logistica”.
Nei prossimi mesi vedremo quale sarà il sito scelto dal governo Berlusconi sulla base di quanto predisposto dal governo Prodi. Si apre una battaglia importante. Prepariamoci.

Fonte: A. Ruberti (Umanità)

-----------
(1) E. Magrini, Le centrali del segreto. Primo atto della lobby nucleare?, Carta, 23 aprile 2008. Si tratta del regolamento di applicazione dell’articolo 39 della legge 124 del 3 agosto 2007 (riforma dei servizi segreti e del segreto di stato). Al punto 17 dell’allegato al decreto sono inseriti anche gli “stabilimenti civili di produzione bellica” e “ogni altra infrastruttura critica”. In pratica anche le grandi opere di comunicazione, come le TAV, potrebbero essere coperte da segreto di stato.
(2) Il portavoce della rete “Sortir du nucleaire”, Stephane Lhomme, è stato convocato dalle autorità di polizia di Levallois-Perret che lo hanno incriminato per la diffusione di un documento “riservato” riguardante il progetto di centrale EPR. (Reuters, 28 aprile 2008)
(3) Federico Rendina, Esteso all’energia il segreto di stato, Il Sole-24 ore, 9 maggio 2008