Natura et Ratio

sabato, febbraio 23, 2008

Centrali eoliche VS sostenibilità ambientale



Ricevo e volentieri pubblico questo comunicato-stampa sottoscritto da alcune associazioni ambientaliste marchigiane sul problema dell’eolico industriale selvaggio, oggi sempre più di attualità anche nell’Appennino Umbro-Marchigiano.


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La Regione Marche sta per concludere il procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale sui
due progetti di centrali eoliche, da 34 e 14 MW, che dovrebbero sorgere in una delle aree più
suggestive e solitarie dell’Appennino umbro-marchigiano, nei Comuni di Montecavallo, Pievetorina e Serravalle di Chienti. Il progetto da 34 MW, di iniziativa pubblica, prevede la realizazzione di 17 aerogenaratori alti 120 m, mentre quello da 14 MW, proposto da un privato, prevede la realizzazione di 7 aerogeneratori di analoghe dimensioni. Dai verbali delle conferenze dei servizi e degli incontri tecnici svoltisi negli scorsi mesi di ottobre e novembre, emerge che le informazioni ambientali fornite dai progettisti risultano incomplete, come peraltro evidenziato anche dagli enti umbri, e che sussistono evidenti elementi di criticità e di contrasto con il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale).
Innanzitutto, emergono le contraddizioni dovute al fatto che, diversamente dalla Regione Umbria, la Regione Marche ha scelto di consentire la realizzazione di grandi centrali eoliche anche all’interno dei territorio sottoposti a vincolo paesaggistico, oltre che nei siti Natura 2000,
sacrificando così gli ambienti ancora incontaminati dell’Appennino. Del tutto illogico e contrario ad ogni principio di sostenibilità ambientale appare poi la realizzazione di un secondo impianto eolico, quello da 14 MW, proprio accanto al più grande impianto previsto a livello regionale, e a quote che superano i 1400 m: ciò risulta peraltro in contrasto con il PEAR laddove prevede che “uno stesso sito non può ospitare più di un parco eolico” e che non si ritiene opportuna la realizzazione di impianti eolici oltre 1300 – 1350 m di altitudine.

Carente e non condivisibile risulta anche la Valutazione di incidenza effettuata dalla Regione nei
confronti della ZPS (Zona di Protezione Speciale) Valnerina, Montagna di Torricchio, Monte Fema e Monte Cavallo, da cui il sito del progetto da 14 MW dista appena 800 metri. In particolare, non risulta essere stato acquisito il parere del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che invece doveva essere “sentito” ai sensi del DPR n. 357/1997, in quanto la ZPS ricade parzialmente all’interno di tale area protetta; si evidenzia, inoltre, che i dati scientifici finora disponibili non consentono una valutazione completa del rischio nei confronti degli uccelli – peraltro, il progetto dista meno di 3 kmda uno degli ultimi siti di nidificazione dell’aquila reale - rendendo quindi doveroso il ricorso al principio di precauzione.
Per le loro dimensioni sproporzionate, non confrontabili con nessun altra struttura presente sul
territorio, e le opere connesse - che implicano anche pesanti sbancamenti, imponenti colate di
cemento e l’allargamento di delicate stradine di montagna - la realizzazione degli impianti
costituirebbe un vero e proprio attentato alla natura e al paesaggio marchigiano, tale da
pregiudicare lo sviluppo turistico dell’entroterra. Il problema appare tanto più preoccupante se si
pensa che almeno altri sette progetti di grandi centrali eoliche sono in fase di valutazione presso la Regione ed altri ancora potrebbero essere presentati nei prossimi mesi.
Auspichiamo che la Regione Marche prenda al più presto atto della scarsa vocazione del territorio
regionale per un significativo sviluppo dell’energia eolica, come è ormai inequivocabilmente
dimostrato dal fatto che le aree con sufficienti condizioni di vento coincidono perfettamente con
quelle più delicate e ricche di biodiversità, con conseguente insostenibilità in termini di costi
ambientali e di sviluppo turistico. Appare invece urgente ripensare alle politiche energetiche
privilegiando, con maggiore impegno, il risparmio, la microgenerazione, la mobilità sostenibile e il
solare termico e fotovoltaico. Diversamente, le ferite arrecate al territorio dalle centrali eoliche si
trasformerebbero in un clamoroso boomerang tale da ostacolare proprio il necessario processo di
riconversione energetica realmente sostenibile.

CAI Marche-Commissione Regionale Tutela Ambiente Montano
Mountain Wilderness Italia
WWF Marche
LIPU Marche
Italia Nostra
Pro-Natura
Comitato Nazionale del Paesaggio