Natura et Ratio

sabato, gennaio 20, 2007

DEMOCRAZIA ENERGETICA


I nostri amministratori pubblici (stato, regione, province, comuni, comunità montane) non hanno ancora capito la vera “rivoluzione” delle energie rinnovabili: quella della possibilità di avere una produzione energetica distribuita e discreta che non necessita di centrali, né di grandi impianti o di chilometri di cavidotti ed elettrodotti.

Con poche migliaia di euro, infatti, si rende energeticamente autonoma una casa di montagna ben coibentata, grazie ad esempio al mini-eolico da 3-4 Kw di potenza installata (producendo, in media, circa 1000-1500 KWh all’anno). Combinando più tecnologie (ad esempio solare ed eolico), si produce l’energia necessaria per un albergo, un condominio, una scuola, ottenendo anche un introito concreto dalla vendita dell’energia prodotta in eccedenza. Ma ci pensate? Mentre andiamo in vacanza, la nostra casa produce energia, la invia in rete e noi... possiamo ripagarci le spese di installazione e guadagnare qualche soldino!

Tanti piccoli impianti hanno il vantaggio di ridurre l’impiego dei combustibili fossili, responsabili dell’effetto serra, e di portare benefici diretti alla comunità locale. Quello cui oggi assistiamo, invece, va nella direzione ostinatamente contraria: grandi progetti industriali di centrali a biomasse e torri eoliche nascono come funghi un po' dovunque, grazie anche ai "certificati verdi" e alla facilità di certi amministratori locali piuttosto miopi.

Questi costosissimi impianti portano vantaggi solo a chi costruisce (imprese private), distruggono irrimediabilmente il paesaggio e danneggiano economicamente chi ha scelto di vivere, pur tra mille difficoltà, in zone montane (proprietari di aziende agrituristiche, guide naturalistiche, ecc.).

Uno degli ultimi orrori camuffati dalle magiche paroline "energia rinnovabile" dovrebbe sorgere a Fiastra, piccolo comune dell'entroterra maceratese immerso nello stupendo scenario dei Monti Sibillini: 9 torri, ciascuna alta 75 metri (e cioè come un grattacielo di 25 piani!) e sormontata da tre pale che svettano per altri 39 metri verso l’alto), per un costo complessivo di appena 15 milioni di euro.

Dalla cima del sito prescelto, il Monte Arastretta (visibile da Camerino e da altri paesi delle Marche), partirà un cavidotto di soli 10 km prima dell'allaccio alla rete elettrica, con inevitabili perdite di energia lungo il tragitto...

Insomma ... che dire? Con 15 milioni di euro...sapete quante case, uffici, scuole si rendono energeticamente autosufficienti? Circa un migliaio !!!!!

Se poi fossero investite in modo mirato delle risorse per rendere sempre meno energivore case & fabbriche, e per impostare una seria riduzione del traffico privato su gomma a favore di mezzi pubblici veramente efficienti, avremmo risolto il 99% dei problemi legati ai "gas serra", centrando appieno gli obiettivi del protocollo Kyoto. Con buona pace dei soliti imprenditori pronti a costruire mega-impianti infischiandosene di ambiente e popolazioni locali, spalleggiati dai soliti politici pronti a tutto.