Natura et Ratio

domenica, dicembre 21, 2008

Un bel regalo di natale filovenatorio grazie alla Regione Marche



E' arrivato nei giorni scorsi il più bel regalo di natale, forse inaspettato, per una categoria tra le più amate dagli italiani, quella dei cacciatori. Persone (?) che girano armate tra boschi e campi, che sparano a tutto quello che si muove (... spesso e volentieri anche tra di loro!) e che prendono in ostaggio ettari ed ettari di territorio per esercitare una passione, un hobby. Danneggiando chi, in quei territori, ci vive o ci lavora.

Ma veniamo al fattaccio: grazie alla giunta regionale più filovenatoria che le Marche abbiano mai avuto (...e dire che c'è ancora un "fantasma verde" in questa giunta), ora per risolvere il problema dei cinghiali... non si interviene sulle cause ma si preferisce accordare piena libertà ai cacciatori per 365 giorni all'anno.
Avete capito bene: 365 giorni all'anno di battute di caccia al cinghiale, estate, inverno, primavera, autunno. Per chi, come me e come l'amico Andrea Pellegrini (di cui potete leggere il comunicato inviato ai mass-media), abita in zone montane, significa vedersi arrivare a qualsiasi ora del giorno decine di persone (?) in fuoristrada che per l'intera giornata occupano valli, fiumi, boschi sparando quà e là, impedendo di fatto la possibilità:

- di rilassarsi all'aperto, giusto sotto casa?

- di fare una passeggiata in quei luoghi?

- di svolgere l'attività di Guida Ambientale Escursionistica?

Il testo di questo misfatto (che sicuramente sarò oggetto di ricorso al TAR, trattandosi di una modalità di esercizio della caccia che le normative nazionale ed europea non prevedono) è contenuto nientepopòdimenoche nella "legge finanziaria regionale".
Cara Regione Marche, sono ben altri i modi per risolvere il "problema" cinghiali. E gli stessi agricoltori lo sanno, tanto che dove la gestione funziona (danni alle colture ridotti al minimo, intervento diretto degli agricoltori, ecc) ... a protestare sono solo i cacciatori, perchè non possono fare "a modo loro".

Ecco la nota che vi dicevo. Buona... indignazione!



COMUNICATO STAMPA

(curato da Andrea Pellegrini, naturalista e guida ambientale escursionista)


Consentire la caccia al cinghiale tutto l'anno è un provvedimento di unagravità assoluta, il punto più basso raggiunto dalle politiche ambientali inquesta regione. Un atto che non solo le associazioni ambientaliste ma tuttala popolazione estranea a questi giochetti di potere deve contestarefortemente, ricorrendo anche alle vie legali. Un regalo di Natale aicacciatori, come se se lo meritassero dopo una stagione venatoria costellatadi morti e feriti, di bracconaggio e soprusi e minaccie ai comuni cittadiniche hanno la sciagura di vivere in zone dove questi uomini armati prendonopossesso d'ogni cosa. La solita politica di basso livello culturale, legataalle strategie lobbistiche, agli interessi personali (diversi politici sonocacciatori), farcita di ignoranza voluta o indotta, e di incompetenza. Farcacciare il cinghiale tutto l'anno è quello che i cacciatori sognavano,quando hanno introdotto questo ungulato; come si può pensare che sia lasoluzione per il problema, pur grave, dei danni all'agricoltura? Un problemava affrontato alla radice, nelle sue cause, non nei suoi effetti. Ilproblema cinghiale è costituito, creato e garantito dalla stessa caccia alcinghiale, perché é ovvio che non è nell'interesse dei cacciatorieliminarli. C'é il problema delle coltivazioni? Si intervenga su quelsettore, in quei distretti, a partire dal controllo delle attività dellesquadre di caccia al cinghiale che siccome hanno assegnata loro unadeterminata zona, se di cinghiali non ce ne sono abbastanza o se liammazzano tutti, l'anno dopo probabilmente ne reintroducono altri,e qualcuno di porta pure da mangiare, in modo che li restino. Questo sistemaé noto a tutti, a partire da chi ha la responsabilità politica a livelloterritoriale, cioé il Presidente della Provincia Ucchielli. Nella deliberadella Regione, dove certamente ha messo lo zampino l'Osservatorio Faunistico(capeggiato guarda caso proprio dalla Provincia di Pesaro e Urbino), non c'ènessun riferimento alla causa del problema, mentre invece si sonoelencati gli effetti della presenza del cinghiale divagando su materie comeil dissesto idrogeologico, i danni ai boschi e ai pascoli, con congettureridicole e asserzioni senza nessun fondamento scientifico. Come se di frontead una decisione così pesante e drammatica per gli ambienti naturali,occorresse attaccarsi a più cose possibili. Autorizzare le scorribande deicacciatori di cinghiale per tutto l'anno fa tornare le Marche indietro diqualche secolo, ai tempi delle Riserve di Caccia dei nobili, ma stavolta ciandranno in 15 mila, devastando delicatisssimi equilibri ecologici, in barbaai diritti di tutti gli altri cittadini, stringendo d'assedio anche inprimavera ed estate intere valli, intere montagne, senza scampo per ilturismo e gli sport della montagna. Le ricadute economiche di questa pazziamarchigiana saranno ingenti, colpendo le strutture ricettive che hannopuntato sull'ambiente, colpendo le professioni turistiche. Ci rimetterannoanche gli agricoltori che ingenuamente hanno perseguito questo risultato: ilproblema cinghiale si risolve solo con i controlli agli allevamenti e laturnazione delle squadre, perché senza nuove reintroduzioni sono già più chesufficienti i 3 mesi di caccia al cinghiale per farne diminuire il numero.Si può anche affrontare il problema del cinghiale nelle aree protette, inmodo serio e scientifico, progettando metodi bio-ecologici, in grado disostituire quelli cruenti. Prima però deve cambiare il sistema, deveterminare quel senso di impunità che ha praticamente concesso in usoesclusivo ai cacciatori di cinghiale colline e montagne. Mancano i soldi perrisarcire dei danni provocati da questi animali: perché non si inizia achiederli a chi li ha introdotti?In allegato: quel che succede normalmente quando i borghi di montagnavengono stretti d'assedio dalle battute al cinghiale...Andrea PellegriniNaturalista