Natura et Ratio

lunedì, giugno 26, 2006

26 GIUGNO 2006. L’ITALIA VINCE DUE VOLTE.

Forse non resterà traccia di questa calda domenica di inizio estate, se non negli annali meteorologici e in qualche archivio ministeriale.
Forse non sarà ricordata in modo speciale, perché ci si dimentica in fretta di gran parte del nostro “ieri”.
Eppure l’Italia, oggi, domenica 26 giugno 2006, ha vinto due volte: sul campo (di calcio) e nelle urne (referendarie). Se il rigore di Totti ha fatto gioire il 100% (o quasi) del popolo italico, più del 60% dei cittadini che hanno votato per il referendum sulla riforma della Costituzione ha detto un chiaro e forte NO ad un testo di legge decisamente “di parte”. Si tratta di tre italiani su cinque (dei votanti), quasi ventimilioni tra ragazzi e ragazze, uomini e donne, pensionati e pensionate, del Nord, del Centro e del Sud. Tutti comunisti? Tutti con l’anello al naso?
Posso dire la mia? Non sono comunista, ma sono orgoglioso di essere – come la maggioranza degli italiani – “coglione” e “indegno” per aver riposto la piena fiducia in un testo che ha quasi 60 anni, eppure dimostra di essere ancora giovane “dentro”.
La Costituzione italiana non si può, non si deve cambiare – mescolando buone proposte a svilenti derive “secessioniste”, promosse da chi ha offeso il tricolore, e pericolose forme di accentramento di potere (…tirannia?) – perché anche se esistono “tante Italie”, dal Nord al Sud, tutte indiscutibilmente belle nella loro diversità, è solo grazie ad una visione solidaristica, unita, democratica … che si soffre, si gioisce, si cresce tutti assieme. Nel bene e nel male.
Anche e soprattutto nel rispetto di quanti hanno dato la vita per consegnarci anni dopo … questa vita, pessima sotto tanti aspetti, da farci anche vergognare per certi versi (vedasi, per restare in campo politico, l’elenco di parlamentari condannati con sentenza penale passata in giudicato, o le scellerata riforma ambientale firmata Matteoli e culminata nel laido Testo Unico dell’Ambiente), ma pur sempre degna di essere vissuta attivamente e criticamente.

Viva l’Italia,
presa a tradimento,
l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento.

Viva l’Italia,
l’Italia che resiste!


(Viva l'Italia - F. De Gregori)

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