Natura et Ratio

giovedì, marzo 01, 2007

LA REGIONE MARCHE... BOICOTTA IL BIOLOGICO?!?

L’Associazione Marchigiana Agricoltura Biologica, dopo la manifestazione regionale dello scorso 15 gennaio 2007, non essendoci più stata occasione di verifica con la Regione degli impegni da essa assunti in quella occasione, ha richiesto e ottenuto la convocazione della Commissione Regionale dell’Agricoltura Biologica, tenutasi martedì 27 febbraio 2007.
Nel corso della riunione, AMAB ha dovuto constatare con rammarico il fatto che gli impegni assunti dal Presidente Spacca e dall’Assessore Petrini non sono stati ad oggi rispettati. In particolare:

1.non ci sono ancora dati certi sui pagamenti dei contributi per la misura F2 (agricoltura biologica) del vecchio piano di Sviluppo Rurale per gli anni 2004, 2005, 2006: risulta anzi che ad Agea non è ancora pervenuta la documentazione necessaria per liquidare i premi che gli agricoltori attendono da molti mesi, né è più accettabile l’indicazione di ricorrere al credito bancario, sia pure agevolato;

2.la struttura del Servizio Agricoltura che, secondo gli impegni del Presidente, doveva essere riorganizzata a fondo, è stata stabilizzata sul personale attuale: sono stati allontanati funzionari che avevano dato buona prova di sé, mentre rimangono in posizioni di responsabilità altri che dimostrano un atteggiamento pregiudizialmente contrario allo sviluppo dell’agricoltura biologica;

3.non sono state accolte le numerose richieste di modifica dell’impostazione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale.

Sull’ultimo punto, nel corso della riunione del 27 febbraio è emersa una posizione della Regione Marche che AMAB non può in alcun modo condividere: si intende togliere all’agricoltura biologica il ruolo strategico che essa ha svolto fino ad ora, disperdendo in mille rivoli i fondi destinati alle misure agroambientali;
si favorisce un modello dirigistico di agricoltura, fortemente legato al ruolo degli enti pubblici, del tutto estraneo alla struttura produttiva regionale; si intende espressamente favorire aziende di grandi dimensioni in una Regione in cui il presidio del territorio ed il rapporto diretto col consumatore, la qualità e la multifunzionalità, hanno trovato nelle aziende medio piccole la propria spina dorsale; nel contempo ci si attarda su vecchie polemiche contro colture fondamentali per l’agronomia regionale, come le foraggere avvicendate.

Tali posizioni sono state sostenute dai funzionari presenti in modo estremamente rigido, al punto di arrivare a sostenere che l’esclusione dell’esplicita menzione dell’agricoltura biologica dalle misure su promozione e qualità è legata a quanto imposto a livello comunitario dagli accordi WTO: una
motivazione semplicemente ridicola, che risulta inaccettabile agli agricoltori che da 20 anni hanno sviluppato nelle Marche uno dei tessuti produttivi del biologico più importanti ed efficienti a livello italiano. La Regione ha dimostrato in tal modo una totale assenza di conoscenza della effettiva realtà agricola marchigiana ed una adesione acritica a posizioni non suffragate da dati tecnico-scientifici.

Di fronte a ciò AMAB, con molto rammarico, ha deciso di abbandonare il tavolo di discussione, mettendo a verbale un documento tecnico (che si allega) con le proposte di modifica della bozza corrente del PSR.
AMAB ovviamente resta disponibile a riprendere il dialogo non appena si ripristineranno le condizioni minime di comprensione. Nell’attesa proseguirà la sua difesa dei legittimi interessi dei produttori agricoli, ove occorra nelle nostre piazze, per far comprendere ai cittadini l’importanza di questo dibattito per il
futuro dell’agricoltura, del territorio e della qualità della vita nella nostra Regione.


Associazione Marchigiana per l’Agricoltura Biologica
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