INCENDI E RESPONSABILITA'
Ricevo da un amico sul tema "incendi" e pubblico volentieri il suo intervento, relativo in particolare alle Marche. Grazie, Danilo!
Vi rimando anche al dossier "incendi e legalitrà 2003-2006" elaborato da Corpo Forestale dello Stato e Legambiente: leggete bene le cifre degli incendi dolosi e colposi.... da soli coprono 9 roghi su 10!!!
No comment
http://www2.corpoforestale.it/web/guest/ilcfs/ eventiemanifestazioni/iniziative/2007incendilegalita
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Ci volevano i morti carbonizzati a Peschici nel Parco Nazionale del Gargano, c'era bisogno del sacrificio del pilota del canadair, vero EROE, caduto per spegnere un altro incendio "scoppiato" nel Parco Naturale Regionale del Sirente - Velino in Abruzzo, occorrevano le decine e decine di case e villette distrutte dalle fiamme, sempre in aree protette, per far ammettere pubblicamente a Bertolaso, che non è certo un fanatico ambientalista come il sottoscritto, che ci troviamo di fronte ad una "autentica strategia incendiaria criminale". Perché di questo stiamo parlando per spiegare le centinaia di incendi che sono stati appiccati volontariamente in tutto il centro-sud, ma in particolare in Parchi ed aree protette. Peccato che il sottoscritto sia da almeno 15 anni che sostenga questa "tesi" e che la scriva, sia pure su giornaletti a tiratura locale come L'Azione o Geronimo, che certo non possono avere la risonanza di una intervista in televisione, per cercare, invano, di indirizzare coloro che dovrebbero vigilare, indagare e quindi arrestare i veri responsabili di questi atti criminali, che non vengono mai individuati, malgrado tutti sappiano chi siano, compresi gli stessi inquirenti. Invano perché mi sono sempre trovato contro anche gli stessi organi di informazione che, chissà perché, finiscono sempre con il "depistare" l'opinione pubblica incolpando il solito piromane malato, il vecchietto rincoglionito o il mozzicone di sigaretta e, nel caso del territorio fabrianese, il famigerato treno merci ! Miseri scribacchini che osano farsi chiamare "giornalisti", ma che sono solo dei semplici esecutori di ordini impartiti dai loro padroni !
Ho potuto constatare che esiste, per paura o per indifferenza, da parte della popolazione dei piccoli paesi, una sorta di cappa di omertà e di copertura nei confronti di questi criminali incendiari, in quanto probabilmente si tratta di gente del posto o di loro parenti ed amici. La dimostrazione sta nel fatto che solo chi conosce molto bene l’area o risiede stabilmente in zona sa con certezza dove, come e quando appiccare i roghi, scegliendo i giorni più propizi dal punto di vista climatico e di direzione del vento, un elemento sempre decisivo per il propagarsi delle fiamme.Per avere un'idea di questa "strategia criminale" scientificamente messa in atto nella nostra Regione basti dire che in un solo giorno, partendo da nord a sud, sono andati in fumo centinaia e centinaia di ettari di aree protette nel Comune di Borgo Pace (PU) nel SIC “Alpe della Luna – Bocca Trabaria”, a Frontone (PU) nel SIC – ZPS del monte Catria – Acuto – Strega, a Fabriano e Genga (AN) nel Parco Naturale Regionale Frasassi – Gola della Rossa, ad Arquata del Tronto (AP) nei Parchi Nazionali dei Monti Sibillini e Monti della Laga, ad Acquasanta Terme (AP) in due posti diversi contemporaneamente, ma sempre dentro i SIC del Lecceto d’Acquasanta e del Monte Cerasa. Qualche settimana prima, invece, aveva “aperto le danze” l’incendio al Comune di Fiuminata, guarda caso, scoppiato dentro il SIC – ZPS Monte Gioco del Pallone – Cafaggio. Per chi non lo sapesse, con il termine SIC (Siti di Interesse Comunitario) e con ZPS (Zone di Protezione Speciale) vengono designate quelle zone, derivanti dalle Direttive europee “Uccelli” ed “Habitat”, introdotte per tutelare importanti aree ambientali, particolarmente ricche di biodiversità, sia animale che vegetale. Queste aree sono però, guarda caso, fortemente osteggiate da determinate categorie di persone che chiameremo "antiparco" e rappresentate dai cacciatori, cavatori, enduristi, boscaioli ecc…, che le considerano un “ostacolo” al libero esercizio dei loro passatempi ed attività. Guarda caso, proprio oggi in Consiglio Regionale venivano discusse le Mozioni nn. 163 e 165 e le Interrogazioni nn. 721 e 733 su SIC e ZPS e cioè di come togliere le ultime forme di protezione ancora rimaste per quelle aree e sulla riperimetrazione (in senso riduttivo) delle stesse, quest'ultimo punto portato avanti dai "compagni" Comi e Ricci (quest'ultimo cacciatore dichiarato ). In questo caso, quindi, gli incendi potrebbero essere stati anche un chiaro "avvertimento" ai politici della Regione di quello che potrà accadere durante l'estate alle montagne delle Marche se non verranno tolte le limitazioni presenti nelle aree SIC e ZPS e se non ne saranno ridotti i loro confini! Non è un caso che solo l'area del Monte San Vicino sia stata finora risparmiata, probabilmente perché lì, malgrado i nostri sforzi, non siamo ancora riusciti a far istituire la Riserva naturale di Roti, Acqua dell'Olmo, Canfaito ed Elcito...Capitolo a parte merita il Comune di Fabriano che, lo ricordo, vanta il non invidiabile primato di Comune con il più alto numero di incendi e di ettari bruciati negli ultimi 25 anni di tutta la Regione Marche. Anche questa estate Fabriano ha voluto essere all’altezza della sua “fama” perché dopo il rogo al Parco di Frasassi, sono andati in fumo altri 1.000 ettari di boschi tra Cancelli e Marischio, con un fronte di circa 20 Km., che ha bruciato per 3 giorni consecutivi, in un’area già percorsa ripetutamente dal fuoco negli anni scorsi e che si stava a fatica riprendendo. Naturalmente, anche per questo incendio, come per quello di Frasassi, gli inquirenti e gli organi di informazione daranno la colpa al solito derelitto treno merci a cui, chissà perché, solo quando transita nel territorio fabrianese, si bloccano le ruote le quali poi, provocando scintille, innescano gli incendi. Peccato però, per i sostenitori di questa tesi, che l’incendio abbia preso avvio dalla strada che da Cancelli porta alla statale, in un punto dove la ferrovia passa in galleria! Inoltre, proprio a causa dei ripetuti roghi, lungo quel tratto di ferrovia sono stati costruiti dei muretti taglia-fuoco, che di fatto impediscono il propagarsi delle scintille. Ma, come detto, in questi giorni è un pò tutto il centro-sud ad andare a fuoco e, in questo caso, si potrebbe anche parlare di una "strategia" messa in atto per mettere in difficoltà il già precario Governo Prodi. E, guarda caso, in tutte le Regioni sono le aree protette, quindi le più "pregiate" dal punto di vista turistico, quelle maggiormente "privilegiate" dagli incendi. In Calabria è in fiamme il Parco Nazionale del Pollino, in Puglia quello del Gargano, dove ci sono state due vittime e diversi feriti, in Campania il Parco del Matese, in Abruzzo quelli della Maiella, Abruzzo-Lazio e Molise e del Sirente – Velino dove, purtroppo, come ho detto, è precipitato un canadair impegnato nella difficile e pericolosa opera di spegnimento. Il pilota dell’aereo è morto, da vero eroe, ma a lui non verranno tributati onori e celebrati i funerali di Stato come ad altri “eroi” caduti sui fronti di guerra in Iraq ed Afghanistan. Ma, del resto, cosa volete che contino l’ambiente, la natura, gli alberi, al cospetto dei lucrosi interessi derivanti dal petrolio e dalle industrie armiere?
(Danilo Baldini)
Vi rimando anche al dossier "incendi e legalitrà 2003-2006" elaborato da Corpo Forestale dello Stato e Legambiente: leggete bene le cifre degli incendi dolosi e colposi.... da soli coprono 9 roghi su 10!!!
No comment
http://www2.corpoforestale.it/web/guest/ilcfs/ eventiemanifestazioni/iniziative/2007incendilegalita
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Ci volevano i morti carbonizzati a Peschici nel Parco Nazionale del Gargano, c'era bisogno del sacrificio del pilota del canadair, vero EROE, caduto per spegnere un altro incendio "scoppiato" nel Parco Naturale Regionale del Sirente - Velino in Abruzzo, occorrevano le decine e decine di case e villette distrutte dalle fiamme, sempre in aree protette, per far ammettere pubblicamente a Bertolaso, che non è certo un fanatico ambientalista come il sottoscritto, che ci troviamo di fronte ad una "autentica strategia incendiaria criminale". Perché di questo stiamo parlando per spiegare le centinaia di incendi che sono stati appiccati volontariamente in tutto il centro-sud, ma in particolare in Parchi ed aree protette. Peccato che il sottoscritto sia da almeno 15 anni che sostenga questa "tesi" e che la scriva, sia pure su giornaletti a tiratura locale come L'Azione o Geronimo, che certo non possono avere la risonanza di una intervista in televisione, per cercare, invano, di indirizzare coloro che dovrebbero vigilare, indagare e quindi arrestare i veri responsabili di questi atti criminali, che non vengono mai individuati, malgrado tutti sappiano chi siano, compresi gli stessi inquirenti. Invano perché mi sono sempre trovato contro anche gli stessi organi di informazione che, chissà perché, finiscono sempre con il "depistare" l'opinione pubblica incolpando il solito piromane malato, il vecchietto rincoglionito o il mozzicone di sigaretta e, nel caso del territorio fabrianese, il famigerato treno merci ! Miseri scribacchini che osano farsi chiamare "giornalisti", ma che sono solo dei semplici esecutori di ordini impartiti dai loro padroni !
Ho potuto constatare che esiste, per paura o per indifferenza, da parte della popolazione dei piccoli paesi, una sorta di cappa di omertà e di copertura nei confronti di questi criminali incendiari, in quanto probabilmente si tratta di gente del posto o di loro parenti ed amici. La dimostrazione sta nel fatto che solo chi conosce molto bene l’area o risiede stabilmente in zona sa con certezza dove, come e quando appiccare i roghi, scegliendo i giorni più propizi dal punto di vista climatico e di direzione del vento, un elemento sempre decisivo per il propagarsi delle fiamme.Per avere un'idea di questa "strategia criminale" scientificamente messa in atto nella nostra Regione basti dire che in un solo giorno, partendo da nord a sud, sono andati in fumo centinaia e centinaia di ettari di aree protette nel Comune di Borgo Pace (PU) nel SIC “Alpe della Luna – Bocca Trabaria”, a Frontone (PU) nel SIC – ZPS del monte Catria – Acuto – Strega, a Fabriano e Genga (AN) nel Parco Naturale Regionale Frasassi – Gola della Rossa, ad Arquata del Tronto (AP) nei Parchi Nazionali dei Monti Sibillini e Monti della Laga, ad Acquasanta Terme (AP) in due posti diversi contemporaneamente, ma sempre dentro i SIC del Lecceto d’Acquasanta e del Monte Cerasa. Qualche settimana prima, invece, aveva “aperto le danze” l’incendio al Comune di Fiuminata, guarda caso, scoppiato dentro il SIC – ZPS Monte Gioco del Pallone – Cafaggio. Per chi non lo sapesse, con il termine SIC (Siti di Interesse Comunitario) e con ZPS (Zone di Protezione Speciale) vengono designate quelle zone, derivanti dalle Direttive europee “Uccelli” ed “Habitat”, introdotte per tutelare importanti aree ambientali, particolarmente ricche di biodiversità, sia animale che vegetale. Queste aree sono però, guarda caso, fortemente osteggiate da determinate categorie di persone che chiameremo "antiparco" e rappresentate dai cacciatori, cavatori, enduristi, boscaioli ecc…, che le considerano un “ostacolo” al libero esercizio dei loro passatempi ed attività. Guarda caso, proprio oggi in Consiglio Regionale venivano discusse le Mozioni nn. 163 e 165 e le Interrogazioni nn. 721 e 733 su SIC e ZPS e cioè di come togliere le ultime forme di protezione ancora rimaste per quelle aree e sulla riperimetrazione (in senso riduttivo) delle stesse, quest'ultimo punto portato avanti dai "compagni" Comi e Ricci (quest'ultimo cacciatore dichiarato ). In questo caso, quindi, gli incendi potrebbero essere stati anche un chiaro "avvertimento" ai politici della Regione di quello che potrà accadere durante l'estate alle montagne delle Marche se non verranno tolte le limitazioni presenti nelle aree SIC e ZPS e se non ne saranno ridotti i loro confini! Non è un caso che solo l'area del Monte San Vicino sia stata finora risparmiata, probabilmente perché lì, malgrado i nostri sforzi, non siamo ancora riusciti a far istituire la Riserva naturale di Roti, Acqua dell'Olmo, Canfaito ed Elcito...Capitolo a parte merita il Comune di Fabriano che, lo ricordo, vanta il non invidiabile primato di Comune con il più alto numero di incendi e di ettari bruciati negli ultimi 25 anni di tutta la Regione Marche. Anche questa estate Fabriano ha voluto essere all’altezza della sua “fama” perché dopo il rogo al Parco di Frasassi, sono andati in fumo altri 1.000 ettari di boschi tra Cancelli e Marischio, con un fronte di circa 20 Km., che ha bruciato per 3 giorni consecutivi, in un’area già percorsa ripetutamente dal fuoco negli anni scorsi e che si stava a fatica riprendendo. Naturalmente, anche per questo incendio, come per quello di Frasassi, gli inquirenti e gli organi di informazione daranno la colpa al solito derelitto treno merci a cui, chissà perché, solo quando transita nel territorio fabrianese, si bloccano le ruote le quali poi, provocando scintille, innescano gli incendi. Peccato però, per i sostenitori di questa tesi, che l’incendio abbia preso avvio dalla strada che da Cancelli porta alla statale, in un punto dove la ferrovia passa in galleria! Inoltre, proprio a causa dei ripetuti roghi, lungo quel tratto di ferrovia sono stati costruiti dei muretti taglia-fuoco, che di fatto impediscono il propagarsi delle scintille. Ma, come detto, in questi giorni è un pò tutto il centro-sud ad andare a fuoco e, in questo caso, si potrebbe anche parlare di una "strategia" messa in atto per mettere in difficoltà il già precario Governo Prodi. E, guarda caso, in tutte le Regioni sono le aree protette, quindi le più "pregiate" dal punto di vista turistico, quelle maggiormente "privilegiate" dagli incendi. In Calabria è in fiamme il Parco Nazionale del Pollino, in Puglia quello del Gargano, dove ci sono state due vittime e diversi feriti, in Campania il Parco del Matese, in Abruzzo quelli della Maiella, Abruzzo-Lazio e Molise e del Sirente – Velino dove, purtroppo, come ho detto, è precipitato un canadair impegnato nella difficile e pericolosa opera di spegnimento. Il pilota dell’aereo è morto, da vero eroe, ma a lui non verranno tributati onori e celebrati i funerali di Stato come ad altri “eroi” caduti sui fronti di guerra in Iraq ed Afghanistan. Ma, del resto, cosa volete che contino l’ambiente, la natura, gli alberi, al cospetto dei lucrosi interessi derivanti dal petrolio e dalle industrie armiere?
(Danilo Baldini)
1 Comments:
Non sono assolutamente d'accordo.
Il problema è molto più "banale": i nostri boschi sono stati sovrautilizzati per secoli e portati verso un equilibrio semil-antropico che continuava a necessare di "energia" per essere mantenuto.
Poi di botto sono stati abbandonati.. stanno semplicemente cercando di riportarsi al loro stato naturale.. le resinose piantate dove non ci dovevano stare verranno, anche grazie agli incendi, sostituite da specie maggiormente acclimatate.
Casomai è compito dell'uomo "accompagnare" ed accellerare questa evoluzione naturale.
Poi sono d'accordo che le cause scatenanti sono atti umani (ma raramente intenzionali), ma questi non avrebbero gli effetti che hanno avuto senza gli effetti predisponenti sopra elencati.
Antonello Lobianco
By Antonello, at 23 giugno, 2008 12:57
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