Natura et Ratio

sabato, novembre 17, 2007

SIBILLINI SOTTO ATTACCO!



Sembra il titolo di un film di guerra o di un thriller ambientato nel magico territorio della Sibilla, e invece si tratta della dura e nuda realtà di questi mesi. Radar, torri eoliche, superstrade, cave, centrali idroelettriche…. insomma, il nostro futuro – che sa tanto di passato – si tinge ancora e sempre di acciaio e cemento.
I nuovi attacchi alla montagna appenninica sono molteplici e gravissimi: la proliferazione selvaggia di questi ultimi progetti sono una chiara dimostrazione di forza da parte di un sistema economico-politico-imprenditoriale fuori da ogni controllo pubblico, cui si oppongono le poche associazioni ambientaliste ancora “libere” dai giochi di potere.
Nella convinzione che gli obiettivi di rilancio socio-economico della montagna possano essere raggiunti senza dover sacrificare gli angoli ancora incontaminati dell’Appennino, rivolgo un accorato appello alla Regione Marche affinché ponga rimedio a questa vergognosa forma di speculazione.

IL RADAR
È in fase di approvazione il progetto, presentato dalla Protezione Civile, di un radar per la prevenzione dei rischi meteorologici, che dovrebbe sorgere nel Comune di Sarnano ad una quota di oltre 1500 metri, in cima al Punta del Ragnolo, immagine simbolo dei Monti Sibillini per l’integrità dei luoghi e per le praterie che, in primavera, si colorano di meravigliose fioriture.
Il progetto prevede la realizzazione di una torre cilindrica alta circa 13 metri, con annesse strutture di servizio e parcheggi che occupano, complessivamente, oltre 400 m2 di superficie. L’opera richiede anche l’allargamento di un tratto del sentiero escursionistico del Grande Anello dei Sibillini, che verrebbe trasformato in strada camionabile, e la realizzazione ex novo di una strada camionabile che raggiunge la cima del monte.
Il sito, oltre ad essere situato proprio al confine del Parco Nazionale, ricade all’interno di un’Area floristica protetta, nonché di un Sito di Interesse Comunitario e di una Zona di Protezione Speciale, che comprendono habitat fondamentali per la vita di numerose specie faunistiche di rilevante interesse conservazionistico, tra cui il Falco pellegrino, l’Blbanella minore e il biancone.
Ferma restando l’importanza del progetto, che rientra in una rete di radar nazionale, appare alquanto discutibile la scelta del sito che, per gli eccezionali valori paesaggistici e ambientali, risulterebbe gravemente danneggiato dalla realizzazione dell’opera, con ricadute negative anche sulla spiccata vocazione turistica dell’area, meta di numerosi escursionisti e, in inverno, paradiso dello sci da fondo.
Esistono dei siti alternativi, ubicati in zone di minor pregio ambientale e naturalistico, che possono essere adeguati ed idonei ad ospitare il radar? Il Parco nazionale dei Monti Sibillini, nel frattempo, è stato l’unico ente ad esprimersi con un parere negativo per il radar di Punta Ragnolo.

LE TORRI EOLICHE
Monte Arastretta, Monte Tolagna, Torricchio.
Tra un parco nazionale e una riserva statale, passando per i Piani di Colfiorito. E’ questo lo scenario di uno scellerato progetto di industrializzazione della montagna umbro-marchigiana che passa attraverso la pennellata verde dell’energia “pulita” garantita dall’eolico selvaggio
Il tutto grazie al rinnovato connubio tra politici regionali e imprenditori, ben felici di costruire impianti che permettono un ritorno economico non per la produzione di energia (siamo su valori minimi rispetto ad altre zone d’Italia), ma solamente grazie al sistema dei “certificati verdi” che garantiscono soldi pubblici per chi investe negli impianti alimentati da energie rinnovabili. Senza guardare in faccia a nessuno e senza approfondire troppo le valutazioni di impatto ambientale: d’altra parte, a chi può importare se ci troviamo in Siti di Importanza Comunitaria, Zone di Protezione Speciale, aree floristiche protette. O se quelle vette rappresentano habitat di foraggiamento per gli ultimi esemplari di Aquila reale presenti nel nostro Appennino. E’ il progresso, è la civiltà, è la richiesta sempre maggiore di energia.
E chi ne paga le conseguenze, in primis, è sempre la montagna e chi, ostinatamente, continua a vivere (… a sopravvivere) delle risorse naturali che la stessa montagna offre.
Per le 24 torri eoliche da 120 metri di altezza previste nei comuni di Montecavallo, Serravalle di Chienti e Pieve Torina (MC), la decisione (quasi) definitiva verrà presa il prossimo 30 novembre dalla Regione Marche. C’è ancora qualche speranza, visto che la Soprintendenza e gli enti umbri devono ancora esprimere il loro parere finale.