Natura et Ratio

martedì, gennaio 27, 2009

Le diverse declinazioni del prefisso "eco"


Sempre a margine dell'incontro di sabato scorso con Maurizio Pallante, ricevo e volentieri pubblico questa nota di Leonardo Virgili della Cooperativa Archè (http://www.casaecologica.net/).



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Le diverse declinazioni del prefisso “eco”
Ecologia ed economia sabato 24 gennaio in provincia di Macerata
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Lo scorso sabato si sono svolti in provincia di Macerata due convegni: uno al mattino e l’altro nel pomeriggio, il primo a Macerata e il secondo a Belforte del Chienti, uno organizzato da Confindustria e l’altro dal Centro di Educazione Ambientale Casa Ecologica. Entrambi avevano l’energia come tema centrale del dibattito.


Il convegno di Confindustria è stato riportato ampiamente dai giornali e ripreso dalle telecamere del Tg3 Marche. L’incontro alla Casa Ecologica con Maurizio Pallante è stato trasmesso sul web dall’Associazione onlus “CGS Vittorio Bachelet” (video ancora on line all’indirizzo http://www.cgsbachelet.org/).


Per quanto è stato raccontato dai giornali e nei servizi televisivi, nel convegno di Confindustria è emersa la necessità di investire nelle nuove fonti energetiche, di risparmiare energia recuperando in efficienza ma soprattutto, per rilanciare l’economia dopo questa crisi, sulla necessità di investire sul nucleare perché, evidentemente, le nuove fonti rinnovabili e il risparmio da soli non bastano.


Come oramai di gran moda in questo periodo, è però anche stavolta inevitabile portare ad esempio il neo presidente americano. Per rilanciare l’economia americana, molto più in crisi rispetto alla nostra, il suo piano prevede un forte investimento sulle fonti rinnovabili e pulite. Obama non nomina nemmeno il nucleare. Ciò dimostra che l’economia, per lo più di un grande Paese, può esser rilanciata in modo ecologico. I due prefissi “eco” possono viaggiare verso la stessa direzione, non sono di segno opposto.


Obama non la penserà esattamente come Pallante, ma sulla necessità di una ripresa economica non vi è dubbio, in quanto ora non stiamo decrescendo ma è in atto una forte recessione (questo punto meriterebbe accurate analisi e discussioni che mi permetto di sorvolare e mi scuso per la superficialità…). Una volta riequilibrato il sistema potremmo mettere a punto la decrescita e ottenere quindi la felicità che ne consegue (si veda anche “Un cammino illuminato dal sole” nel sito internet www.casaecologica.net/materialeinformativo.htm ).


Nel nostro piccolo Paese, invece, nonostante il referendum abbia allontanato questa pericolosa alternativa, ad anni di distanza ancora se ne parla come unica soluzione possibile al problema energia.
Proviamo per un attimo a verificare la percorribilità di questa strada.
1) I tempi: dobbiamo tener conto che reinvestire in energia nucleare comporta, oltre che ad avere i soldi disponibili per questo, anni di attesa per la costruzione delle infrastrutture, andremmo quindi un po’ troppo in la coi tempi.
2) I siti: è bene non nascondere che in Italia non si riesce nemmeno a piazzare un’isola ecologica per l’accantonamento degli ingombranti senza suscitare la reazione della comunità locale, figuriamoci cosa accadrebbe prima per localizzare le centrali nucleari e poi per l’individuazione dei siti di smaltimento dei residui nucleari, scorie radioattive, ecc. La probabile soluzione sarebbe di far un accordo con la camorra per gli impianti in Campania e portare poi le scorie all’estero, in Africa o nell’Est Europa, di cui i costi “economici” sarebbero i più tollerabili.
3) La rinnovabilità: ammettiamo che quanto detto sopra possa esser trascurabile e possa valer la pena di rischiare anche se ogni punto presenta almeno un paio di nodi irrisolvibili. L’uranio è una risorsa a termine e non rinnovabile. A questi ritmi di consumo, senza considerare nuove centrali, è stato stimato che basterà per i prossimi 50 anni. Mettiamo pure che ce ne sia per i prossimi 200 anni, esageriamo in “ottimismo”. Vale la pena di mettere in piedi un rischiosissimo quanto cospicuo investimento per poi trovarci, già con i nostri nipoti, alle prese di nuovo con la crisi energetica? Dopo aver fatto fuori anche l’uranio dalla faccia della Terra e dopo aver speso cifre assurde, ci troveremo punto e a capo. Sempre sperando che nessun “problema di combustione” nel frattempo sia avvenuto negli impianti... Senza dimenticare poi ciò che resterebbe: migliaia di tonnellate di scorie radioattive mortali per i prossimi 2 milioni di anni. Milioni di anni…

Ancora stiamo lì a discutere “nucleare sì o nucleare no”?


Leonardo Virgili