Allarme rosso per rane e rospi: partono le migrazioni riproduttive!
Con la stagione invernale oramai agli sgoccioli, molti animali si “risvegliano” dalla fase di latenza invernale per andare incontro alla delicata fase riproduttiva.
Gli Anfibi, rane e rospi in particolare, in questi giorni stanno lasciando i quartieri invernali alla ricerca del proprio sito riproduttivo “preferito”, che in genere coincide con quello dove sono nati.
Purtroppo in questa fase … alcune rotte di migrazione vanno a sovrapporsi con strade trafficate: è così che intere popolazioni di anfibi rischiano di scomparire nel giro di pochi anni e di estinguersi localmente.
Per maggiori informazioni sui progetti di salvataggio-anfibi visitate il sito web
http://www.centrostudiarcadia.it/
Dal responsabile scientifico, Vincenzo Ferri, ricevo e vi giro le seguenti indicazioni.
Invitiamo i Volontari desiderosi di salvare almeno una parte degli anfibi in migrazione di seguire queste regole per favorire al massimo la sopravvivenza:
1. raccogliere gli animali feriti con molta attenzione e posarli in un contenitore pulito, adagiandoli su carta assorbente piuttosto inumidita (spruzzare acqua senza allagare il fondo);
2. riporre, se possibile, gli animali in spazi distinti, per non stressare ulteriormente gli animali e per non trasmettere reciprocamente delle infezioni;
3. disturbare o maneggiare il meno possibile gli animali e raggiungere l'ambulatorio veterinario indicato dall'Associazione A.R.F. (per il Lazio). In altre regioni è possibile tenere in "osservazione" gli animali feriti raccolti e aspergere le loro ferite con una soluzione al 2% di Betadine e con blandi antibiotici locali (Trofodermin, Aureomicina);
4. nel caso di sopravvivenza disporre di un breve periodo di "riabilitazione" (mantenendo sempre la necessaria umidità nel contenitore e cercando di risvegliarne l’attività predatoria offrendo qualche invertebrato vivo (lombrichi, larve di tenebrionidi, larve di lepidotteri); salvo che le condizioni fisiche non siano troppo alterate per una sopravvivenza in autonomia in libertà, l’animale deve essere quindi riportato nel suo habitat, ad una debita distanza dalla strada e in un punto dove possa subito rifugiarsi al sicuro da eventuali predatori.
Nell'impossibilità di effettuare gli accorgimenti sopra indicati è sempre un’azione eticamente dovuta lo spostamento degli animali feriti gravemente, morenti, ma anche già morti, dal setto stradale verso un punto distante dalla banchina, sufficientemente riparato (ciò eviterà che piccoli carnivori o uccelli predatori finiscano a loro volta investiti !).
A proposito di Salute degli Anfibi oggetto di osservazioni, conteggi, studi e salvataggi si ritiene opportuno indicare alcune semplici norme di comportamento atte a prevenire la diffusione involontaria di malattie e parassitosi tra questi minacciati animali, utili per tutte le persone che possono venire a contatto con gli Anfibi (ricercatori, tecnici pubbliche amministrazioni, agenti, volontari, educatori ambientali, ecc.). Si faccia riferimento anche alle norme diffuse a suo tempo dal D.A.P.T.F. (oggi IUCN A.S.G.): http://www.centrostudiarcadia.it/DAPTF_codice_IT.pdf
A) Norme di comportamento generali
Controllare attentamente se sono presenti Anfibi che presentino possibili patologie (vescicole, emorragie, ulcerazioni, gonfiori diffusi, zampe in sovrannumero). Per avere qualche fotografia di riferimento: http://www.centrostudiarcadia.it/Mesomicetozoi.pdf e http://www.centrostudiarcadia.it/Meteyer_2000.pdf
Evitare, se possibile, di accumulare durante campionamenti di studio o il trasposto manuale in corso di operazione di salvataggio, nello stesso recipiente un numero eccessivo di animali perché anche animali apparentemente sani possono essere portatori di malattie o parassitosi. Disinfettare le attrezzature da campo (secchi, retini, sacchetti, strumenti di misura) prima di riutilizzarle. La disinfezione deve essere particolarmente accurata nel caso si operi in località situate a notevole distanza tra loro e se frequentate da specie differenti. Per disinfettare le attrezzature è possibile utilizzare una soluzione di Amuchina al 5% (reperibile a basso prezzo in farmacia) o, più semplicemente, candeggina o alcool etilico. Dopo la disinfezione risciacquare bene per eliminare i residui del disinfettante. Evitare di maneggiare gli Anfibi con le mani completamente asciutte per non rimuovere il muco che ne ricopre l’epidermide. È anche importante lavarsi accuratamente le mani prima di spostarsi da un sito all’altro. Per ulteriori informazioni vedere anche il documento “Chitridiomicosi e Anfibi” diffuso dalla Commissione Conservazione della Societas Herpetologica Italica ( http://www-1.unipv.it/webshi/images/files/All.%20II%20-%20CHITRIDIOMICOSI.pdf e anche: http://www.unipv.it/webshi/images/files/Allegato%20-%20Pub.%20Occhio%20alla%20spora.pdf ). Per potenziali virosi: http://www.unipv.it/webshi/images/files/Roma%2026-01-2008.pdf
B) Norme di comportamento in presenza di animali malati
Segnalare immediatamente la presenza di Anfibi malati o presunti tali compilando l’apposita scheda (http://www-1.unipv.it/webshi/images/files/salute_anf.pdf ) predisposta dalla Commissione Conservazione della Societas Herpetologica Italica e, quando possibile, fotografandone alcuni individui. Usare secchi diversi per animali sani o malati. In caso di forti morie conservare in alcool non denaturato alcuni esemplari rinvenuti morti.
Gli Anfibi, rane e rospi in particolare, in questi giorni stanno lasciando i quartieri invernali alla ricerca del proprio sito riproduttivo “preferito”, che in genere coincide con quello dove sono nati.
Purtroppo in questa fase … alcune rotte di migrazione vanno a sovrapporsi con strade trafficate: è così che intere popolazioni di anfibi rischiano di scomparire nel giro di pochi anni e di estinguersi localmente.
Per maggiori informazioni sui progetti di salvataggio-anfibi visitate il sito web
http://www.centrostudiarcadia.it/
Dal responsabile scientifico, Vincenzo Ferri, ricevo e vi giro le seguenti indicazioni.
Invitiamo i Volontari desiderosi di salvare almeno una parte degli anfibi in migrazione di seguire queste regole per favorire al massimo la sopravvivenza:
1. raccogliere gli animali feriti con molta attenzione e posarli in un contenitore pulito, adagiandoli su carta assorbente piuttosto inumidita (spruzzare acqua senza allagare il fondo);
2. riporre, se possibile, gli animali in spazi distinti, per non stressare ulteriormente gli animali e per non trasmettere reciprocamente delle infezioni;
3. disturbare o maneggiare il meno possibile gli animali e raggiungere l'ambulatorio veterinario indicato dall'Associazione A.R.F. (per il Lazio). In altre regioni è possibile tenere in "osservazione" gli animali feriti raccolti e aspergere le loro ferite con una soluzione al 2% di Betadine e con blandi antibiotici locali (Trofodermin, Aureomicina);
4. nel caso di sopravvivenza disporre di un breve periodo di "riabilitazione" (mantenendo sempre la necessaria umidità nel contenitore e cercando di risvegliarne l’attività predatoria offrendo qualche invertebrato vivo (lombrichi, larve di tenebrionidi, larve di lepidotteri); salvo che le condizioni fisiche non siano troppo alterate per una sopravvivenza in autonomia in libertà, l’animale deve essere quindi riportato nel suo habitat, ad una debita distanza dalla strada e in un punto dove possa subito rifugiarsi al sicuro da eventuali predatori.
Nell'impossibilità di effettuare gli accorgimenti sopra indicati è sempre un’azione eticamente dovuta lo spostamento degli animali feriti gravemente, morenti, ma anche già morti, dal setto stradale verso un punto distante dalla banchina, sufficientemente riparato (ciò eviterà che piccoli carnivori o uccelli predatori finiscano a loro volta investiti !).
A proposito di Salute degli Anfibi oggetto di osservazioni, conteggi, studi e salvataggi si ritiene opportuno indicare alcune semplici norme di comportamento atte a prevenire la diffusione involontaria di malattie e parassitosi tra questi minacciati animali, utili per tutte le persone che possono venire a contatto con gli Anfibi (ricercatori, tecnici pubbliche amministrazioni, agenti, volontari, educatori ambientali, ecc.). Si faccia riferimento anche alle norme diffuse a suo tempo dal D.A.P.T.F. (oggi IUCN A.S.G.): http://www.centrostudiarcadia.it/DAPTF_codice_IT.pdf
A) Norme di comportamento generali
Controllare attentamente se sono presenti Anfibi che presentino possibili patologie (vescicole, emorragie, ulcerazioni, gonfiori diffusi, zampe in sovrannumero). Per avere qualche fotografia di riferimento: http://www.centrostudiarcadia.it/Mesomicetozoi.pdf e http://www.centrostudiarcadia.it/Meteyer_2000.pdf
Evitare, se possibile, di accumulare durante campionamenti di studio o il trasposto manuale in corso di operazione di salvataggio, nello stesso recipiente un numero eccessivo di animali perché anche animali apparentemente sani possono essere portatori di malattie o parassitosi. Disinfettare le attrezzature da campo (secchi, retini, sacchetti, strumenti di misura) prima di riutilizzarle. La disinfezione deve essere particolarmente accurata nel caso si operi in località situate a notevole distanza tra loro e se frequentate da specie differenti. Per disinfettare le attrezzature è possibile utilizzare una soluzione di Amuchina al 5% (reperibile a basso prezzo in farmacia) o, più semplicemente, candeggina o alcool etilico. Dopo la disinfezione risciacquare bene per eliminare i residui del disinfettante. Evitare di maneggiare gli Anfibi con le mani completamente asciutte per non rimuovere il muco che ne ricopre l’epidermide. È anche importante lavarsi accuratamente le mani prima di spostarsi da un sito all’altro. Per ulteriori informazioni vedere anche il documento “Chitridiomicosi e Anfibi” diffuso dalla Commissione Conservazione della Societas Herpetologica Italica ( http://www-1.unipv.it/webshi/images/files/All.%20II%20-%20CHITRIDIOMICOSI.pdf e anche: http://www.unipv.it/webshi/images/files/Allegato%20-%20Pub.%20Occhio%20alla%20spora.pdf ). Per potenziali virosi: http://www.unipv.it/webshi/images/files/Roma%2026-01-2008.pdf
B) Norme di comportamento in presenza di animali malati
Segnalare immediatamente la presenza di Anfibi malati o presunti tali compilando l’apposita scheda (http://www-1.unipv.it/webshi/images/files/salute_anf.pdf ) predisposta dalla Commissione Conservazione della Societas Herpetologica Italica e, quando possibile, fotografandone alcuni individui. Usare secchi diversi per animali sani o malati. In caso di forti morie conservare in alcool non denaturato alcuni esemplari rinvenuti morti.
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