Natura et Ratio

domenica, ottobre 28, 2007

C’è “ambientalismo” e… “ambientalismo” ?


Brevi riflessioni pseudoparanoiche sul cosa può significare essere “ambientalista”, oggi.


Se provate a sfogliare un vocabolario della lingua italiana di una ventina di anni fa nel tentativo di trovare una definizione del termine “ambientalista” (o di “ambientalismo”), quasi certamente non troverete nulla. E’ quello che casualmente è successo a me in questi giorni.
I movimenti nati in Italia per la difesa della natura (intesa in senso lato) affondano le loro radici storiche nell’immediato dopo-guerra, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso: Pro-Natura (www.pro-natura.it) e WWF (www.wwf.it) hanno avuto il merito di gettare le basi del cosiddetto “protezionismo ambientale”, lanciando le prime campagne divulgative per la conservazione di specie simbolo (lupo, orso, foca monaca, ecc.) che hanno avuto un primo importante risalto mediatico, coinvolgendo dapprima pochi sparuti sostenitori per poi arrivare, ai giorni nostri, a centinaia di migliaia di persone.

Cosa vuol dire essere ambientalista? Perché si sentiva e si sente tuttora l’esigenza di difendere la natura? E, soprattutto, contro chi o che cosa dovrebbe essere protetta?
Si potrebbe disquisire a lungo, filosofeggiando all’infinito su motivazioni, obiettivi, modalità (tutte più o meno opinabili e più o meno condivisibili), magari citando o interpretando il pensiero di personaggi autorevoli. Io vorrei portare la riflessione, invece, su un altro terreno: chi sono gli ambientalisti di oggi e cosa fanno per la tutela della natura?
Schematizzando al massimo (scusatemi per eventuali accorpamenti più o meno azzardati) potrei dire che esistono almeno 5 gruppi più o meno omogenei:

- AMBIENTALISTI RADICALI: sono quelli (pochi) che non cedono a compromessi e che lottano per affermare – anche a costo di sacrifici enormi – valori e ideali puri, che si scontrano con la dura realtà di tutti i giorni. Estremisti, no-global, eco-pacifisti… le definizioni e le classificazioni si sprecano, ma quando si tratta di approfondire con loro il perché di una visione che forse così radicale non è, ma anzi, magari è solo buonsenso e precauzione… non c’è mai tempo né modo. Perché oggi ci hanno inculcato nella mente che non si parla con chi ha la patente di estremista, nemmeno se ha un briciolo di ragione.

- AMBIENTALISTI D’ASSALTO: divenuti famosi grazie alle azioni arrembanti e intrepide in stile Greenpeace (www.greenpeace.org), si sentono e si vedono un paio di volte all’anno generalmente su tematiche di interesse globale. Ma poi tornano nell’ombra e, nel frattempo, le loro associazioni prendono posizioni tutt’altro che ambientaliste…. (vedasi il caso della stessa Greenpeace, impegnata a sostenere le fonti rinnovabili senza se e senza ma, anche a discapito di ZPS, specie di interesse comunitario, paesaggio, ecc.).

- AMBIENTALISTI DI FACCIATA O DI CIRCOSTANZA: anche detti “banderuole”, per la caratteristica di sventolare il proprio vessillo ora per l’una, ora per l’altra parte maggioritaria (uno po’ dove tira il vento e dove si sente odore di clientelarismo). Una strategia mutuata probabilmente dalla parte peggiore della politica italiana, che poi ricambia generosamente con poltrone e incarichi (…è forse il caso di Legambiente e dei vari personaggi che si sono affacciati o si affacciano alla politica?). Si tratta – a mio parere – della forma peggiore di ambientalista odierno, il cosiddetto “Yes-Men”, quello che riesce a giustificare tutto, dal bracconaggio all’incenerimento virtuoso dei rifiuti. Perché una volta inquadrato nel ruolo, perde la propria libertà intellettuale e diventa ogni giorno sempre meno coerente…

- AMBIENTALISTI “FAI DA TE”: comitati, gruppi e circoli locali che si costituiscono per combattere contro un problema nato sotto casa e del quale, fino al giorno prima che arrivasse nel proprio giardino, nessuno si era mai interessato. La maggior parte implode ancor prima di iniziare la battaglia (succede quando la sensibilità ambientale dei vari membri è pressoché nulla), mentre altre realtà riescono ad evolvere passando dalla dimensione esclusivamente localistica a qualcosa di più strutturato e organizzato, facendosi sentire a livello regionale e nazionale, proponendo iniziative che travalicano i confini della sindrome “NIMBY” e solidarizzando con chi si trova a lottare contro la spregiudicata multinazionale o la sordo-cieca Amministrazione pubblica di turno.
Succede anche che alcuni ambientalisti-fai-da-te si specializzino su una o due tematiche (es: rifiuti, acqua), senza fregarsene di tutto il resto…

- AMBIENTALISTI INVISIBILI: è tutto il mondo dei soci delle varie associazioni che non sono attivisti, non partecipano alle riunioni, non firmano le petizioni, non scendono in piazza, non seguono le battaglie se non quelle che li riguardano in prima persona e dalle quali possono avere un qualche tornaconto, ma fanno numero e rendono felici i rispettivi Presidenti. Perché? Bè, pagano la quota associativa e, di fatto, danno fiducia ai loro rappresentanti che forse nemmeno conoscono…(mi ricorda tanto la storia della partitocrazia italiana e dei “soliti noti” che ci mal-governano da decenni, mah...)

Ora, credo che anche nel mondo dell’ambientalismo in questi primi 40 anni di “vita” si è assistito ad una sorta di evoluzione simil-darwiniana che ha portato i più “furbi” (leggasi ambientalisti ammanicati alle lobbies di potere) verso posizioni di prestigio e di grande influenza, mentre i più “deboli” (ovvero chi è rimasto “duro e puro” senza scendere a compromessi imbarazzanti) sono relegati ai margini, tacciati di radicalismo estremo e dipinti come i “talebani” di turno, spesso anche malmenati dallo Stato. Ma c’è anche chi non è riuscito a cambiare la bandiera in tempo, e cerca di recuperare il tempo perduto utilizzando tecniche sopraffine di “ruffianamento interessato”
Oggi si cerca in tutti i modi – e i mass-media in questo hanno grosse colpe, visto che estremizzano qualsiasi cosa senza mai approfondire – di far passare la svilente e semplicistica linea dell’ambientalismo del SI, vincente e migliore rispetto a quelli che dicono sempre e solo NO (come nei recenti casi dei No-Tav, della rete dei cittadini contrari agli inceneritori, ecc.).
Quello che non passa, in realtà, è il messaggio che sta dietro ad ogni vera “battaglia” in difesa dell’ambiente e della salute, perché è estremamente riduttivo e pericoloso ricondurre ogni situazione ad una semplice sfida tra “favorevoli” e “contrari”. Dietro alle proteste per l’ennesima cava, per il centesimo tremovalorizzatore, per la salvaguardia di uno stagno, per la tutela della salute, per l’immissione di OGM, non ci sono interessi personalistici o speculazioni a vantaggio di questa o quella lobbies. C’è la tutela di valori diffusi, di beni e risorse essenziali per la vita dell’uomo e delle altre creature che popolano la Terra. C’è la voglia di improntare le scelte quotidiane verso stili di vita più semplici, verso la decrescita, la sobrietà, l’equità, il rispetto. C’è la tutela della natura, ovvero della nostra casa, contro gli interessi di pochi, forti e potenti giocolieri bravi a manipolare le informazioni, a imbrogliare i cittadini, a gabellare falsità di ogni tipo e a comprare politici e amministratori. Compito oggi di gran lunga facilitato grazie al prezioso aiuto dell’esercito, sempre più numeroso e scodinzolante, degli ambientalisti di facciata in cerca di nuove poltrone.

Spero di aver scritto solo fandonie, di essermi sbagliato, di essere ancora immerso in un incubo dal quale mi dovrò, prima o poi, svegliare. Lo spero vivamente, ma non tanto per me … quanto per chi verrà dopo di noi e si accorgerà che fiumi e sorgenti sono inquinati, montagne e colline sono piene di buchi, valli e pianure sono ricoperte di capannoni industriali ed aree urbane avvolte nella cortina impenetrabile dello smog, animali e piante sono rimasti negli zoo e negli acquari.
Non ho trovato risposte alle domande che mi ponevo all’inizio, ma non le ho nemmeno cercate. Non c’era bisogno, visto lo squallore dell’ambientalismo di oggi. Ah, se si potesse “resettare” alla Beppe Grillo, fare una bella pulizia e ricominciare con quelle poche persone lungimiranti, coerenti, vere e oneste…