Natura et Ratio

domenica, ottobre 15, 2006

ALIMENTAZIONE VEGETARIANA E VEGANA: SCELTE DI VITA MA ANCHE DIETE EQUILIBRATE

Prendo spunto da una lettera di due genitori vegetariani, pubblicata sui quotidiani locali giovedì 12 ottobre (oltre che sul quotidiano on-line www.viveresenigallia.it), per fare alcune considerazioni in tema di alimentazione, oggi che il cibo è diventato un business e siamo continuamente bersagliati da spot e propagande che inneggiano al consumo di cibi “pronti”, sempre più trasformati e come tali poveri di sostanze nutritive e ricchi delle cosiddette “calorie vuote”.
La scelta di adottare un’alimentazione basata su cibi vegetali può prendere origine da motivazioni diverse che possono prendere spunto da aspetti etici, ecologici, sociali e salutistici. Visto che c’è molta ignoranza o meglio, non conoscenza o scarsa conoscenza, anche da parte di chi lavora nelle strutture pubbliche (aziende sanitarie in primis), cerco di portare alcune considerazioni sul tema che più sta ci a cuore (come genitori e come cittadini): gli aspetti salutistico/nutrizionali, soprattutto per la salute dei bambini.
Per una dieta vegetariana equilibrata non è necessario eseguire centomila calcoli o consultare un giorno si e l’altro pure un Nutrizionista. Come per qualunque altro tipo di dieta, compresa quella “onnivora”, sono necessarie solamente alcune attenzioni e un po’ di tempo. Quante persone infatti tra coloro che non seguono alcun particolare regime dietetico possono vantarsi di seguire un’alimentazione veramente equilibrata? Ben poche. Perciò tutti quanti, dagli onnivori ai vegetariani, per avere una dieta equilibrata abbiamo bisogno di leggere e informarci. E, una volta presa confidenza con i cibi e i metodi di cottura, diventa “routine” di tutti i giorni, pur variando sempre e comunque i piatti.
Dal punto di vista nutrizionistico oramai ci sono studi, ricerche e dati scientifici che confermano come la dieta latto-ovo-vegetariana sia sana, salutare ed equilibrata (per consultare un po’ di bibliografia on line:
www.scienzavegetariana.it). Non ci sono solo ricercatori e , ma anche pediatri e medici dietisti che consigliano a tutti (bambini compresi) il regime vegetariano e, con alcune attenzioni, anche quello vegano (dieta che esclude qualsiasi tipo di alimento di origine animale, compresi i latticini e le uova).
Numerosi sono i vantaggi di questa dieta: i dati relativi agli studi epidemiologici sui vegetariani dei Paesi Occidentali, condotti negli ultimi 40 anni, hanno documentato un ridotto rischio di malattie croniche, un aumento della longevità, ridotti valori di peso corporeo e pressione arteriosa, e un miglior stato generale di salute. Ci sono sportivi, noti e meno noti, che sono vegetariani fin da bambini e che hanno ottenuto risultati agonistici di rilievo (vi ricordate di un certo Carl Lewis?).
Sulla base di tali acquisizioni, condotte da studiosi di tutto il mondo, le principali Società Scientifiche internazionali per la prevenzione dei tumori e dell’arteriosclerosi hanno prodotto delle Linee Guida per un sano stile di vita, atto a ridurre il rischio di queste malattie. L’alimentazione ideale per la prevenzione di queste malattie risulta ricca di fibre, povera di Grassi (specialmente animali), con abbondanti porzioni di frutta e verdura. L’ADA (American Dietetic Association) dal 1987 ha emanato la propria Posizione Ufficiale sulle diete vegetariane, in cui dichiara che tali diete correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. La dieta vegetariana, dunque, è del tutto idonea per le donne in gravidanza e per i bambini fin dallo svezzamento, nonché nell’adolescenza, maturità e vecchiaia.
Oggi i costumi alimentari si sono spostati dall’uso di cibi semplici e poco lavorati all’uso di alimenti di derivazione animale a lavorazione industriale. Le abitudini di vita dei Paesi industrializzati si stanno rivelando dannose per la salute (le cosiddette “patologie del progresso”), in quanto articolate su elevate assunzioni di calorie, grassi e proteine animali, alimenti salati e, per contro, minima assunzione di fibre, frutta, verdura e micronutrienti.
Anche se sembra banale, è proprio lo stile di vita quotidiano (dieta, esercizio fisico, fumo, alcool) il più importante determinante della salute ed esercita i propri effetti già dai primi anni, con effetto cumulativo per tutta la durata dell’esistenza di un individuo. Dato che i segni delle principali malattie dell’adulto (obesità, arteriosclerosi, ipertensione, tumori, diabete, ecc.) si sviluppano già nell’infanzia e sono in gran parte prevenibili con delle corrette abitudini di vita, è indispensabile che i genitori pongano particolare attenzione all’educazione alimentare dei propri figli: la scelta vegetariana è una strada che può evitare ai nostri figli di diventare i malati di domani.

Ecco perché, allora, nelle mense scolastiche è doveroso che siano presenti – per tutti i bambini, si badi bene – più porzioni di cibi vegetali e meno alimenti di origine animale, consentendo anche a chi ha un regime alimentare vegetariano di poter equilibrare la propria dieta. E sfatiamo anche il mito della “difficoltà” nel preparare piatti vegetariani: ci sono ricette gustosissime, proteiche e ipervitaminiche, che si preparano in pochi minuti con ingredienti banali.
Fidatevi perché ve lo dice uno che dietro ai fornelli è una frana e nonostante il “difetto” di essere vegetariano e pallavolista, è ancora …. sano, vivo e vegeto!

martedì, ottobre 10, 2006

Inceneritori: energia rinnovabile ?

Forse non tutti gli italiani sanno che nella bolletta della luce una parte dei costi (il 7%) vanno a finanziare lo sviluppo delle "energie rinnovabili" (e cioè eolico, solare fotovoltaico e biomasse).
In realtà in quel 7% - come denunciato dall'irriverente comico Beppe Grillo e dall'associazione Greenpeace - una parte preponderante va a finanziare la realizzazione degli inceneritori, tecnologia tutt'altro che rinnovabile e dalle non poche problematiche ambientali (altamente inquinanti in quanto emettono più CO2 per chilowattora di un tradizionale impianto a carbone, già considerato inquinante, e quasi il doppio della media italiana di emissioni di CO2 per chilowattora).
"Come si fa a definire fonte rinnovabile il processo di combustione dei rifiuti? Contro questo paradosso - afferma l’associazione Greenpeace - sono state consegnate ai Presidenti di Camera e Senato quasi 30mila firme da Greenpeace e dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero per chiedere l’abolizione del sussidio agli inceneritori".
La produzione elettrica da incenerimento dei rifiuti è sussidiata, infatti, sia attraverso i costi di smaltimento sia grazie agli incentivi che dovrebbero essere riservati alle fonti rinnovabili di energia, prive di emissioni inquinanti.
Aggiunge il dr. Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace: “nei rifiuti è presente sia una componente organica, le cui emissioni di CO2 sono considerate nulle, che una componente di plastiche che invece è una fonte fossile a tutti gli effetti in quanto derivata dal petrolio, le cui emissioni vanno conteggiate”.
Dai dati ufficiali che annualmente vengono presentati alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, risulta che a parità di energia prodotta gli inceneritori emettono più anidride carbonica rispetto alla media della produzione elettrica.
Così gli incentivi che dovrebbero essere dedicati alle fonti rinnovabili - che hanno emissioni nulle di CO2 - vengono spesi per aumentarle....
Per la produzione netta di un chilowattora da rifiuti si emettono infatti circa 940 grammi di anidride carbonica, contro i 530 della media nazionale (che comprende anche la quota da rinnovabili) e i 650 della sola componente termoelettrica. Si tratta di emissioni più elevate di quelle delle fonti fossili: un impianto tradizionale a carbone emette circa 900 grammi di CO2 per chilowattora e uno a gas a ciclo combinato circa 370.
Secondo Rossano Ercolini, della Rete Nazionale Rifiuti zero, “l’Italia, in ritardo rispetto allo sviluppo delle nuove fonti rinnovabili - solare termico, fotovoltaico, eolico su tutte - è in gravi difficoltà per rispettare gli impegni di Kyoto, e dovrebbe semmai tassare e non incentivare gli impianti di incenerimento, favorendo invece il riciclaggio ed il compostaggio” (e il risparmio energetico, e la riduzione a monte dei rifiuti usa e getta, e l'introduzione dei prodotti biodegradabili, ecc., ecc., aggiungo io).
Da una tonnellata di rifiuti si producono circa 700 chilowattora e si ricevono mediamente circa 70 euro di incentivi per la produzione di elettricità. Ma una tonnellata di rifiuti incenerita emette circa 0,8 tonnellate di CO2 e riceve pure gli incentivi: se gli impianti dovessero acquistare sul mercato i permessi di emissione, dovrebbero pagare una cifra di 10-15 euro per tonnellata.

Un altro paradosso all'italiana.