Natura et Ratio

martedì, aprile 24, 2012

Inquinamento e tumori infantili: il nesso c'è. Ditelo ai politicanti, please!

Brescia, inquinamento: i tumori infantili aumentano dell'8% annuo Quasi ogni giorno ne abbiamo conferma, purtroppo. Sempre più ricerche e studi mettono in evidenza il nesso tra alcune patologie tumorali e l'inquinamento ambientale causato dalle attività antropiche. L'ultimo campanello d'allarme viene da Brescia, cittadina tristemente nota per la presenza di un inceneritore di rifiuti. Ecco l'articolo tratto dal web. Nel 2011 nel Bresciano i carcinomi infantili sono cresciuti dell'8% rispetto all'anno precedente. Ogni anno si registrano in tutto 25/30 nuovi casi. Secondo gli esperti, il dato è da attribuirsi all'inquinamento ambientale Ad aumentare sono soprattutto i carcinomi nel primo anno di età. Il dato è allarmante, dato che conferma il rapporto tra tumore e inquinamento ambientale: a pochi mesi dalla nascita, la malattia non si può di certo attribuire a sbagliati stili di vita, quindi la causa si deve cercare in qualcosa accaduto durante la gravidanza. Di questa vera e propria emergenza, se ne è parlato nell'incontro «Ambiente, salute, qualità della vita a Brescia» a palazzo San Paolo da Azione Cattolica. Nel bresciano si registrano ogni anno 25/30 nuovi casi di carcinomi infantili. E questo aumento è dovuto al fatto che «l'ambiente interagisce con il corredo genetico delle persone», spiega Alberto Arrighini, responsabile del Pronto Soccorso pediatrico agli Ospedali Civili di Brescia. L'inquinamento di aria, terreno e falda acquifera del nostro territorio è tra i più allarmanti d'Italia. L'aria respirata, con le polveri sottili continuamente fuori norma, sta facendo crescere in modo esponenziale anche il numero di bambini che presentano malattie allergiche e respiratorie. Per combattere il fenomeno, bisogna ridurre «le fonti di inquinamento che derivano da auto e impianti industriali», spiega ancora Arrighini. Un'ovvietà, direte. Ma dato che nessuno, nel mondo politico, muove mai un dito in proposito, forse è giusto ripeterlo: continuando a martellare sullo stesso chiodo, non si sa mai che a un certo punto venga giù la parete. Fonte: bresciatoday.it

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domenica, aprile 08, 2012

Perchè mi vergogno...

...di appartenere alla stessa specie.
Qui c'è un esempio di tanti altri comportamenti che di naturale, o d'umano, non hanno nulla di nulla.
Tristezza e rabbia.

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Una magnifica domenica plumbea!

Le feste "comandate" non fanno assolutamente per me: sanno troppo di "obbligo", di parenti vocianti ad ogni angolo, di pranzi luculliani e/o cenoni infiniti (...e sull'altare sacrificale, frutto di tradizioni anacronistiche e prive di significato, finiscono sempre i soliti innocenti, tra agnellini & co.).

E così anche oggi, una splendida domenica d'aprile (come dite? Ci sono le nuvole e cade qualche goccia? E allora?), intorno alle 12 mi sono messo in viaggio da un paesino dell'entroterra anconetano (un salutino ai miei genitori) alla volta del pre-Appennino. Cielo plumbeo con roboanti cumulo-nembi all'orizzonte, temperatura intorno ai 15°C, pochissime auto in giro, una bella colonna sonora come sottofondo: bene così!



Arrivato all'imbocco del sentiero, punto di partenza per la meta odierna, il cielo ancora "regge": prendo lo zaino, il sacco copri-zaino, la mantellina e la macchina fotografica. Nello scatto qui a fianco l'imponente parete calcarea che si erge, immutabile da qualche centinaio di migliaia di anni, di fronte a me. Si parte!


Il sentiero entra nel fitto del bosco, ancora spoglio. Giusto il Carpino nero inizia a vestirsi come solo lui sa fare.



Raggiungo la meta in poche decine di minuti. Se proprio questa domenica doveva arrivare una sorpresa (...più che sorpresa, una conferma), bè... non ha tardato a manifestarsi. Tuoni & fulmini a parte (nell'aria frizzantina si sente odore di pioggia), eccola qui una delle meraviglie della natura: simbolo di fragilità, bellezza e caparbietà. La Salamandrina dagli occhiali (o Salamandrina di Savi), anfibio urodelo che in questi giorni si reca nei ruscelli d'acqua limpida per la riproduzione.



Faccio appena in tempo a fare uno scatto, poi si scatena giove pluvio e - scartata l'idea di attendere qualche minuto un'eventuale pausa temporalesca appoggiato al tronco di un nocciolo - trovo rifugio in un vicino casotto diroccato.
Una rapida occhiata al cielo, d'un bel grigio uniforme, e prendo la decisione senza alcun rammarico: si torna in auto. La mantellina regge, il passo è deciso e il viso pieno di goccioline. Era da tempo che non camminavo sotto la pioggia: può sembrare strano, ma sentire il leggero picchiettare delle gocce sul viso mi mancava! Un vero e proprio massaggio "interiore": l'avete mai provato?

Nel tragitto verso casa la pioggia si fa via via più insistente, con gocce che assumono dimensioni quasi da record e... qualcosa, però, non torna: un'occhiata alla temperatura esterna mi fa sobbalzare. Sono dalle parti di Castelraimondo e nell'aria abbiamo appena 5°C! Salendo a Camerino la pioggia assume l'aspetto di fiocchettini nevosi che danzano davanti al parabrezza, mentre ripenso alle piccole salamandrine che, indifferenti agli eventi meteorici di queste ore, sono intente nelle loro spettacolari evoluzioni subacquee. Attaccare, una dopo l'altra con una precisione geometrica e una certosina pazienza, decine di uova ad un rametto caduto in acqua o su di una spogenza rocciosa ha quel "non so che" di evoluzione filogenetica che... mi sorprende ogni volta!



Arrivo a casa e, scendendo dall'auto, sono accolto da un turbine di piumosi e festosi fiocchi di neve: ben presto una sottile e candida coltre bianca farà scomparire tutti i colori della primavera. Ma è solo un momento e sarà solo un attimo perchè già da domani tutto tornerà secondo l'ancestrale rituale delle stagioni, una "fatica" di mille e più secoli... da un'alba antica.

Insomma, una magnifica domenica plumbea ^__^
Ad majora!


PS: mentre percorrevo le vie di Matelica sotto il diluvio, nell'osservare quei tristi tombini stradali collocati su improvvide "collinette" lungo la carreggiata, cerco di pensare a quale mente illuminata abbia progettato una simile ubicazione (...si sa, si dovrebbe sapere... che l'acqua non va - motu proprio - verso l'alto). Tutt'intorno alle solitarie caditoie pluviali, svettanti dalle loro isolette, si aprono enormi pozzanghere dove le ruote delle auto si immergono dedicandosi al poco simpatico acquaplaning. E per fortuna che lungo i marciapiedi non s'avventura nessuno: si sarebbe fatto una bella (...ulteriore ed abbondante, data l'incessante quantità di acqua che viene giù) doccia fredda ^^

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