Natura et Ratio

giovedì, gennaio 31, 2008

56 MORTI, OLTRE 100 FERITI: GUERRA? NO, CACCIA!


E' FINITA LA STAGIONE VENATORIA 2007/2008 !!!!!!

Finalmente!!!!



Ricevo e inoltro questo comunicato dagli amici della LAC





BILANCIO STAGIONE DI CACCIA 2007/2008:
56 MORTI ED OLTRE 100 FERITI !

In percentuale si muore di più di caccia che per incidenti sul lavoro



Dopo 5 mesi di sparatorie, finalmente, si è chiusa un’altra stagione di caccia. Stavolta però il bilancio di questa ennesima, quanto inutile, carneficina non lo faremo riportando le cifre degli animali uccisi, che comunque si stimano intorno ai 100 – 150 milioni, ma citando il necrologio dei morti ammazzati, non solo fra i cacciatori, per colpa dell’attività venatoria. Pochi sanno, infatti, che ogni anno in Italia muoiono decine e decine di persone e centinaia rimangono ferite anche in modo grave e permanente, solamente a causa di questa pratica anacronistica e pericolosa chiamata “caccia”. Il “Bollettino di Guerra” della stagione di caccia 2007/2008 ammonta a ben 56 morti ed oltre cento feriti, tra cacciatori e gente comune. L’ultimo incidente mortale, in ordine di tempo, si è verificato sabato scorso vicino Firenze e ne è rimasto vittima un ragazzo di appena 14 anni, ucciso con una fucilata da un suo coetaneo. Entrambi erano a caccia con i loro rispettivi padri, pur essendo tassativamente vietato dalla legge far partecipare minorenni a battute di caccia e soprattutto far usare loro delle armi da fuoco! Ma è risaputo che tra i cacciatori la presenza nelle battute di caccia di amici e parenti, anche minorenni, rappresenta una consuetudine da sempre. La Toscana è la Regione con il maggior numero di incidenti mortali (10) e non poteva essere altrimenti, visto che è anche quella con il maggior numero di cacciatori. Seguono Lombardia, Veneto e Lazio tutte appaiate con 6 morti. Quindi le Marche che, in questa triste graduatoria, si piazzano appena sotto, con ben 5 morti ammazzati. E si tratta di cifre approssimate per difetto, in quanto ricavate dalle cronache nere dei quotidiani di tutta Italia, che potrebbero quindi aver omesso molti “incidenti”, oppure non averli ricondotti alla pratica venatoria. Raramente, infatti, questi “delitti” riempiono le cronache dei mass-media, che di solito preferiscono mettere in risalto i militari italiani uccisi nelle “missioni di pace” all’estero, gli incidenti d’auto del sabato sera o, come ultimamente, le cosiddette “morti bianche”, cioè i caduti sui luoghi di lavoro. Eppure da una recente indagine condotta dalla EURISPES, con dati forniti da INAIL ed ISTAT, è emerso a sorpresa che, in percentuale, considerando il totale dei lavoratori in Italia (circa 22 milioni), il numero di ore lavorative annue di ciascun occupato (20 giornate lavorative di 8 ore al mese e 11 mesi lavorativi all’anno per ciascun lavoratore), a fronte di circa 700.000 cacciatori italiani, un numero di 66 giornate di caccia disponibili (tre a settimana per 5 mesi), si muore in incidenti di caccia almeno 7 volte più frequentemente che sul lavoro!
Questo dato dipende principalmente da tre fattori: il primo dall’elevato grado di permissivismo della Legge n.157/92 nel definire i requisiti psico-fisici minimi richiesti per ottenere il porto d’armi per uso di caccia. Essa, infatti, consente di andare a caccia anche a persone che abbiano perso l’uso di un occhio (e dunque la possibilità di valutare le distanze, che solo la visione binoculare consente) o siano affette da minorazioni agli arti superiori o alla colonna vertebrale, purché si dotino di “mezzi protesici che consentano potenzialmente il maneggio sicuro dell’arma”. La Legge, inoltre, indica il limite minimo di età per il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio venatorio (18 anni) ma non un limite massimo, quindi di fatto permette il porto d’armi per uso di caccia perfino a persone che abbiano superato i 100 anni! Il secondo è legato al fatto che l'Italia ha la più alta densità di cacciatori in rapporto al suo territorio, rispetto agli altri Paesi europei. Il terzo è che il nostro è l'unico Paese al mondo che, grazie al famigerato art. 842 del c.p., consente ai cacciatori (e solo a loro) di avere libero accesso nei fondi privati. Se poi a tutto ciò aggiungiamo che la sorveglianza sul comportamento di questo esercito di 700.000 doppiette è affidata ad un esiguo manipolo di guardie venatorie, abbiamo il quadro completo e desolante di questa situazione “esplosiva”, senza parlare poi del bracconaggio, un fenomeno ancora di dimensioni allarmanti ed in continua espansione, anche grazie alle ridicole norme sanzionatorie. Nei mesi scorsi erano stati presentati in Parlamento due diversi disegni di legge che prevedevano il primo dei controlli più rigidi e severi sul rilascio della certificazione medica per l’uso e la detenzione di armi, il secondo l’abrogazione del vergognoso e antidemocratico art. 842 grazie al quale, come detto, i cacciatori italiani, unici al mondo, possono entrare nei fondi altrui senza neppure chiedere il permesso dei legittimi proprietari! Purtroppo la prematura caduta del Governo, ed il prevedibile scioglimento delle Camere, comporterà fatalmente l’accantonamento dei suddetti disegni di legge ed il loro rinvio alla prossima legislatura. Ma è meglio non farsi troppe illusioni visto il grado di compiacenza, ed il livello di protezione di cui godono i cacciatori italiani in maniera trasversale agli schieramenti politici. I loro “referenti” si trovano sia nel centro-destra che nel centro-sinistra e vengono naturalmente ricambiati con i voti dei cacciatori e dei loro familiari in occasione delle varie tornate elettorali. Anche le Regioni, con la scusa del federalismo, sono particolarmente indulgenti verso i cacciatori: approvano leggi che liberalizzano in maniera selvaggia la caccia e calendari venatori che non tengono conto dei limiti e delle procedure previste dalla Legge nazionale. Utilizzano il prelievo in deroga allo scopo di rendere cacciabili milioni di uccelli protetti in tutta Europa e consentono la caccia in zone ad altissimo valore faunistico-ambientale. Ed è proprio a questa esigua minoranza armata, invadente e prepotente, che rappresenta appena l’1% della popolazione italiana, che i nostri politici hanno purtroppo delegato la gestione del territorio e della fauna, che appartiene invece a tutti i cittadini, anche a quelli che a caccia non vanno! Dove invece a decidere sui tempi e sui modi del cosiddetto “prelievo venatorio”, in un Paese che si definisca civile e democratico, dovrebbero essere esperti del settore, come biologi o laureati in scienze della gestione ambientale.
Quando la “maggioranza indifferente” si sveglierà, riappropriandosi delle proprie prerogative e dei propri diritti sul territorio e riscoprendo così quel rapporto armonico con la natura e con l’ambiente che la circonda, allora quello sarà davvero un bel giorno per tutte le creature viventi di questa martoriata Terra!

Per conoscere nei dettagli tutte le vittime della stagione venatoria 2007/2008 basta visitare il sito della LAC – http://www.abolizionecaccia.it/ – alla sezione “Di Caccia si Muore”.

domenica, gennaio 27, 2008

Montagne libere

MOUNTAIN WILDERNESS
Per il rispetto delle leggi locali. Per una nuova normativa nazionale

NO ELISKI

MARMOLADA
Domenica 3 febbraio 2008 - Campagna Silenzio.
La TENDA GIALLA su Punta Rocca.
Raduno Nazionale di scialpinismo e con le ciàspole
Ore 8.30 Ritrovo a Passo Fedaia (TN) sulla diga.
Ore 9.00 Partenza con gli sci e racchette da neve, sotto la bidonvia.
Ore 12.00 Arrivo in vetta – Punta Rocca
Ore 13.00 allestimento della Tenda gialla per il pernottamento degli alpinisti.

La piattaforma rivendicativa di Mountain Wilderness:
AL PARLAMENTO
- Una legge nazionale che vieti l’eliski e l’eliturismo su tutte le montagne.
AI GOVERNI REGIONALI DEL TRIVENETO
- Alle province di Bolzano e Trento coerenza ed applicazione effettiva delle leggi provinciali contro l’eliturismo. Basta scandali di sorvoli come accaduto nell’estate sull’Adamello in pieno parco, o negli ultimi inverni a Passo Gardena e in Val Badia.
- Vigilanza attiva e preventiva.
AI COMUNI DI ROCCA PIETORE E COL DI LANA – LIVINALLONGO
- Rigorosa applicazione delle norme nazionali esistenti su:
1) autorizzazioni ai voli per trasporto persone e piani di volo,
2) sicurezza, norme fiscali e relative tassazioni per le
3) autorizzazioni di competenza comunale.
- Vigilanza attiva.
Alpinisti, escursionisti, cittadini sono invitati a partecipare numerosi.

Per ulteriori informazioni anche logistiche rivolgersi a Luigi, 348-3592477

E poi tutti a Cavalese
CAVALESE – LUNEDI’ 4 FEBBRAIO
GIUSTIZIA PER LA MARMOLADA

Presidio nazionale di Mountain Wilderness
Durante l’estate 2005 la società Funivie Tofane – Marmolada S.p.a. concludeva il rifacimento
della funivia che da Malga Ciapèla porta in vetta a Punta Rocca, completando così i lavori con
la realizzazione del terzo tronco, quello più impattante, il tratto che Mountain Wilderness da
sempre ha criticato ed osteggiato.
La società, attraverso la costruzione di un'impattante e rovinosa strada incisa nel ghiacciaio
lunga oltre 500 metri, larga circa otto ed alta fino ed oltre i tre metri, decideva di portare in
vetta gli operai utilizzando i mezzi battipista. Nella decisione non sono state valutate in modo
serio ipotesi alternative, come invece accaduto in situazioni ben più impegnative su tutto
l’arco alpino (Monta Rosa – Rifugio Caduti sull’Adamello – il Viòz); inoltre la società stessa
era sprovvista di ogni autorizzazione a compiere un simile intervento.
Nell’agosto 2005 Mountain Wilderness denunciava l’evidente scempio compiuto sul
ghiacciaio, ed in base a ciò la magistratura ha deciso di incriminare i responsabili dei fatti.
Il giorno 4 febbraio a Cavalese si concluderà il processo nel quale Mountain Wilderness, a
difesa della dignità e della cultura di tutto il mondo alpinistico, si è costituita parte civile.
Attivisti dell’associazione, amanti della montagna e degli spazi liberi, portatori di sensibilità e
culture che chiedono maggiori tutele per le alte quote, si ritroveranno tutti insieme lunedì 4
febbraio all’entrata del tribunale di Cavalese, accanto alla storica TENDA GIALLA degli
alpinisti, a sostegno di questa battaglia di civiltà.
E’ un momento di azione diretta rivolto ad ottenere maggiori garanzie di tutela di tutte le
montagne italiane. Fatti come quelli accaduti in Paganella (Bus del Giàz), Marmolada, Val dei
Mocheni e Presena, non devono assolutamente più accadere.
LUNEDI’ 4 FEBBRAIO, ore 8.30 a CAVALESE presso il TRIBUNALE

Il Consiglio Direttivo di Mountain Wilderness Italia, Associazione di Protezione Ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente - DEC/RAS/1645/2004 del 28/10/2004, art. 13 legge 8/7/1986 n° 349

MOUNTAIN WILDERNESS ITALIA
Segreteria e sede legale:
via Unione Sovietica 2, 41012 Carpi (MO) - tel. e fax 059 692151

domenica, gennaio 13, 2008

RIFIUTI: DICIAMO BASTA ALLE LOBBIES PRO-INCENERIMENTO

L'incenerimento dei rifiuti, con o senza recupero di energia e dati alla mano, è una scelta sbagliata e fallimentare per due serie di motivi: in primis dal punto di vista energetico ed economico, visto che bruciando i rifiuti si recupera solo una modesta quantità di energia in essi contenuta (energia che viene interamente recuperata, invece, con il riciclaggio dei materiali), e considerato che i vantaggi derivano principalmente dai contributi statali, sotto forma di CIP6 o "certificati verdi", che solo nel 2006 hanno superato i tre milioni di euro (grazie al 7% che paghiamo all'Enel con le nostre bollette sotto la voce "A3" - fonti energetiche rinnovabili).

Dal punto di vista ambientale, inoltre, anche gli impianti tecnologicamente più avanzati emettono in atmosfera sostanze inquinanti e cancerogene (dalle diossine ai furani, dai PCB alle nanopolveri), che vanno ad assommarsi a quelle emesse giornalmente dal traffico veicolare, dalle industrie, dagli impianti di riscaldamento e condizionamento. Questo cocktail micidiale si accumula nelle matrici ambientali (acqua e suolo) e negli organismi viventi (dai vegetali agli animali, uomo compreso): numerosi studi biomedici e ricerche epidemiologiche, svolte anche in Italia, mettono in evidenza l'aumento di diverse malattie (tumori, linfomi, ecc.) nelle popolazioni che vivono nei pressi di impianti di incenerimento.
A conferma di ciò, il recentissimo caso del latte alla diossina prodotto in aziende agro-zootecniche della campagna bresciana, vicine all'inceneritore di Brescia (portato da molti tecnici e politici ad esempio come impianto all'avanguardia).
Una politica attenta ed efficace in materia di gestione dei rifiuti (la cosiddetta strategia "rifiuti-zero") prevede azioni volte alla riduzione alla fonte dei materiali non riciclabili, riuso e recupero, raccolta differenziata porta a porta, compostaggio domestico, fermentazione anaerobica, trattamenti meccanico biologici a freddo, biogas, rifiuti zero. Alcuni comuni marchigiani virtuosi, come nel caso (ad esempio) di Potenza Picena o Monsano, superano il 70% di raccolta differenziata e, con ulteriori accorgimenti, si potranno raggiungere valori vicini al 90%.
I materiali residui, sostanzialmente inerti, non pericolosi nè maleodoranti, una volta ridotti di volume e sottoposti a trattamenti meccanico-biologici, possono essere smaltiti in piccole discariche che non hanno nulla a che vedere, in termini di impatto ambientale e problematiche gestionali, con quelle di ieri e di oggi.
In conclusione, l'incenerimento non elimina i rifiuti ma li trasforma in componenti estremamente tossiche (ceneri, fumi e polveri ultrafini), da stoccare in discariche per rifiuti pericolosi che oggi più nessuno, credo, vorrebbe avere sotto casa. E nelle Marche si fanno avanti con prepotenza le lobbies inceneritoriste-cancrovalorizzatrici: da Sassoferrato ad Ancona, passando per la produzione di CDR da rifiuti nel nuovo impianto di Maiolati Spontini.
Amministratori e politici marchigiani, a che gioco giochiamo?!?!

Per maggiori informazioni cliccare su:

http://www.ecceterra.org/

http://www.noinceneritori.org/

http://ambientefuturo.interfree.it/

domenica, gennaio 06, 2008

BRICIOLE SUL DAVANZALE



Domanda: che cosa ne fate delle briciole di pane e dei rimasugli di panettoni & pandori che punteggiano la tovaglia a fine pasto?
Nella stagione invernale, quando il gelo e la neve ricoprono gran parte di alberi e terreni, potrebbero essere utilizzate, ad esempio, come cibo supplementare per alcune specie di uccelli che svernano in aree verdi urbane, giardini e orti.

Per chi non dispone di uno spazio verde dove collocare (al sicuro da gatti & altri possibili predatori) una piccola mangiatoia (per saperne di più: www.unicalmondo.it/lipu-rende/news/nidiemangiatoie.htm ; http://algol.sirius.pisa.it/lipupisa/mangia.htm ), può andar bene anche un qualsiasi davanzale, meglio se con esposizione a sud/sud-ovest e preferibilmente vicino ad elementi naturali quali alberi o arbusti.

Quello nelle foto è il ristoran… pardon, il davanzale di una finestra di un edificio condominiale di Ligonchio (RE), con un gradito ospite alato che si rimpinza di un misto di briciole (di biscotti e pandoro), piccoli semi e frammenti di arachidi. Evitare le molliche di pane, che
Una volta che cince, pettirossi, passeri, capinere, codibugnoli e altri piccoli uccelli avvisteranno la preziosa dispensa (può passare anche qualche giorno, non disperate!), state certi che visiteranno regolarmente mangiatoie o davanzali, colorando e rallegrando le fredde giornate invernali con improvvisi voli di avvicinamento, piccole baruffe canore, gorgheggi e rapide beccate alla ricerca della briciola migliore.
Chi non dispone di un davanzale può, come ultimo tentativo “casalingo”, appendere ad un filo alcune arachidi (sgusciate o meno), o anche dei pezzettini di noci e nocciole: sono dei richiami irresistibili soprattutto per le cince (cinciarella e cinciallegra), abilissime sia nel volo acrobatico che nello stare in equilibrio aggrappandosi… ad un filo!
In ogni caso si tratta di un’occasione unica per osservare da vicino (e dal vivo, meglio di qualsiasi documentario televisivo!) questi timidi esseri viventi, aiutandoli a superare i rigori invernali: per i bambini, soprattutto, può essere un ottimo modo per avvicinarsi alla biologia di questi animali, disegnandone i profili, osservandone le caratteristiche morfologiche (tipo di becco, forma delle ali, colorazioni, ecc.) ed eco-etologiche (comportamento più o meno “timido”, cibo preferito, tipo di volo, ecc.), facendo ricerche su libri e attraverso il web.

Pensare che nel 2008 esistono ancora esseri spregevoli (che non appartengono al genere umano, ne sono sicuro) che allestiscono crudeli trappole in grado di catturare, ferendoli a morte dopo lunga agonia, pettirossi, cinciarelle, capinere, zigoli & co. (vedere i terribili resoconti delle operazioni antibracconaggio nei siti della LAC http://www.lac.it/ e della LIPU http://www.lipu.it/), per farne spiedini o condimento per la polenta… è veramente incredibile, inimmaginabile, disumano, assurdo!
Come possono questi bracconieri deviati non accorgersi della bellezza di questi animali, dei loro piumaggi iridescenti, della loro leggerezza nel volare, della loro “innocenza”?
Chi non riesce a cogliere la bellezza della natura anche negli aspetti più semplici ed umili, non è capace di amare.

mercoledì, gennaio 02, 2008

Costituito il MOVIMENTO PER LA DECRESCITA FELICE

Costituito Movimento per la Decrescita Felice

“Efficienza, qualità e risparmio” lo slogan per la vita umana.
Obiettivi: “Mitigazione della povertà, mitigazione della ricchezza”.
Lo scrittore Maurizio Pallante eletto presidenteSono durati due giorni a Rimini i lavori dell’assemblea che il giorno 16 dicembre 2007 ha dato vita e struttura al Movimento per la Decrescita Felice (MDF). La sua sede legale è a Refrontolo (Treviso), nella casa di proprietà di un socio ristrutturata con criteri della massima efficienza energetica e idrica, con un orto per autoproduzione coltivato biologicamente (vedi http://www.decrescitafelice.it/download/Manuale_Casa_Refrontolo_terza_edizione.pdf ). Il Movimento non aderisce ad alcun partito politico e non intende diventare partito politico, né partecipare a elezioni di alcun tipo, come precisa un articolo dello statuto.L’assemblea si è imposta di diffondere in territorio nazionale la propria azione di sensibilizzazione per una vita più sobria e più felice, che diminuisca i consumi e ritorni, laddove possibile, all’autoproduzione.

Decrescita è: valorizzare le attività e la produzione di beni che riducono l’impronta ecologica, diminuire i consumi di merci inutili e dannose. Questo il fine prioritario.
19 i componenti del Coordinamento: Maurizio Pallante è stato eletto all’unanimità presidente; Paolo Ermani vice presidente-segretario; tesoriere Arturo Federico; coordinatore dei Circoli territoriali è stato eletto Massimo De Maio; il giornalista Ignazio Maiorana responsabile della comunicazione, coadiuvato da Stefano Altemani.
Si sono formati sei Gruppi tematici i cui responsabili, tutti membri del Coordinamento, si sono già messi al lavoro lo stesso giorno dell’assemblea. Ecco i loro nomi:
Marco Cedolin e Bruno Ricca (cultura),Nello De Padova e Valerio Pignatta (stili di vita), Marco Boschini, Barbara Martini e Irina Drigo (politica),Gianluigi Salvador ed Ermes Drigo (scienza e tecnologie), Emanuela Cavadini e Francesco Ermani (economia e lavoro), Mario Carini e Porzia Poli (decrescita e povertà).

Il MDF diffonderà via via la banca dati delle buone pratiche ed estenderà le iscrizioni a soci, sostenitori e simpatizzanti in tutta Italia dove si stanno già formando i Circoli Territoriali (chi è interessato ad aderire può consultare il sito).
“L’obiettivo a breve termine del Movimento – dichiara il presidente Maurizio Pallante – è quello di raggiungere e coinvolgere alcune migliaia di coscienze libere. Al centro dell’impegno del MDF un codice etico che può essere sposato dalla politica e il ruolo delle comunità dove lo scambio di beni avviene sulla base del dono e della reciprocità”.

Ufficio stampa (tel. 337 612566 – 340 4771387 - stampa@decrescitafelice.it )

http://www.decrescitafelice.it/

info@decrescitafelice.it