Natura et Ratio

venerdì, agosto 31, 2007

CARO ASSESSORE PETRINI (REGIONE MARCHE), MA DOVE VIVE?



Gent.mo Assessore Petrini,

nonostante il 2007 sia stato l'anno dei record negativi per la nostra regione sia per le risorse idriche (siccità) che per gli incendi (che hanno devastato 5.000 ettari di boschi), il Suo Assessorato si è ben guardato dal prendere provvedimenti concreti in merito alla tutela della fauna selvatica. Ancora oggi personale dei Vigili del Fuoco, del Corpo Forestale dello Stato e della Protezione Civile, assieme ai volontari, sono impegnati su diversi fronti (ascolano in particolare), mettendo a rischio la propria pelle per salvare persone, case, boschi e animali.
Come presidente di una commissione che si occupa di tutela dell'ambiente montano, ma anche per attività professionale, "vivo" in montagna e per la montagna. E Lei, Assessore, dove vive? In quale Regione? In quale Stato? In quale Pianeta?
Si rende conto di quello che è successo nelle Marche nel corso di questa stagione estiva terribile per fauna e flora?

In altre Regioni (Calabria, Sicilia in primis) duramente colpite dal fenomeno degli incendi boschivi come la nostra, gli assessorati competenti e i governatori regionali hanno adottato misure che vanno a tutelare non l'interesse di singole lobbies (leggasi cacciatori), ma un bene collettivo (la natura). Anticipando quanto, in questi giorni, è in fase di redazione da parte dei Ministeri competenti, ovvero delle disposizioni che vietano l'attività venatoria anche nelle aree prossime a quelle colpite dagli incendi, fino ad arrivare ad una sospensione della caccia.
Il divieto della pre-apertura della stagione venatoria 2007/2008, ad esempio, poteva essere proposto al Presidente Spacca - da parte Sua - e rappresentare un gesto simbolico ma concreto per dimostrare la Sua attenzione verso l'interesse pubblico (sempre che la fauna selvatica non sia, per la Regione Marche, "res nullius"....). E invece... e invece abbiamo assistito alla tradizionale retorica del messaggio augurale di "buona caccia", che ben si sposa con altri atti regionali palesemente in contrasto con la tutela della fauna e con le normative comunitarie (dal calendario venatorio 2007/2008, al balletto delle delibere di giunta inerenti alle "misure di distruzione" previste per le aree SIC e ZPS).
Che dire di più, caro Assessore. Quando una Regione sembra dare più credito alle associazioni venatorie che all'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, quando un Ente pubblico adotta provvedimenti che paiono fatti "ad personam", quando si perde il lume della ragione per cercare di accontentare una parte rispetto alla collettività... un cittadino marchigiano non può che vergognarsi. Dei propri rappresentanti (?) politici.
Distinti saluti

Dr. David Fiacchini
Ostra Vetere (AN)

venerdì, agosto 24, 2007

E’ FINITA LA BENZINA: GLI AGENTI DELLA FORESTALE VANNO… A PIEDI!


Sembra una notizia assurda, un pesce d’aprile "fuori stagione", una boutade estiva. Ma è la dura e cruda verità.

Forse si tratta di un fenomeno circoscritto e limitato, ho pensato. E invece pare che sia una cosa che si ripete, puntualmente, da tempo e se un paio di mesi fa era la sola Emilia Romagna a "lamentare" queste difficoltà, adesso il "fenomeno" si sta allargando a macchia d’olio e coinvolge anche Marche, Lombardia e molte altre regioni.

Lo Stato sembra proprio aver abbandonato il Corpo Forestale… che da qualche tempo va sul territorio a piedi a fare servizio per monti, boschi e fiumi, nel tentativo di contrastare bracconieri e piromani (che di benzina, a quanto pare, ne hanno veramente tanta….), di informare cittadini e turisti, di prestare soccorso alla fauna. Tutti a piedi, o con i mezzi pubblici come hanno invitato a fare, a quanto sembra, gli uffici regionali. D’altra parte quando uno non ha più i soldi per fare benzina, cosa può fare? Pur di onorare la divisa, c’è chi tira fuori i soldi di tasca propria, chi chiede aiuto alle altre forze dell’ordine, chi si fa “sponsorizzare” da un Ente pubblico… Ma quanto si può reggere una situazione simile? Una settimana, un mese?
Certo, ci sono anche nella forestale sprechi e personale che usa in modo improprio i mezzi dello Stato, ma nel complesso non è VERGOGNOSAMENTE VERGOGNOSA questa situazione paradossale del tutto italiana?
Oltre a inca….si, il personale del CFS e i sindacati hanno chiesto più volte di essere ascoltati dai “capi” e dai ministeri, così da poter programmare con qualche certezza in più i servizi esterni che annualmente vengono condotti sul territorio.
Tutti bravi, i politici e gli amministratori pubblici, a ringraziare le “gesta” degli agenti del CFS impegnati in operazioni antincendio, a esaltare il coraggio di questo o di quel forestale, a ricordare l’importanza della sorveglianza del territorio. Poi, letto l’articolo sul giornale, fatta l’intervista televisiva, spentisi gli echi di incendi & co., tutto torna nel dimenticatoio. Mentre gli uomini e le donne in divisa sono sempre lì, nei boschi, lungo i torrenti, nelle vie dei paesini montani, estate e inverno. Con o senza benzina.

Chissà se le auto di scorta delle forze dell’ordine che in agosto hanno seguito, minuto dopo minuto, il premier Prodi a fare jogging in Toscana o a trovare la suocera nel reggiano, hanno avuto problemi con il pieno di benzina. O se gli elicotteri e le auto che trasportano il Papa in vacanza e qualche vescovo tra una chiesa rupestre trentina e l’altra, hanno mai rischiato di rimanere a secco.

Chi si trova nelle stanze dei bottoni, chi conosce qualche “pezzo grosso”, chi ha influenza nelle alte sfere ministeriali, FACCIA QUALCOSA prima che sia troppo tardi. Prima che qualche giovane forestale perda la fiducia nello Stato. Prima che qualche anziano forestale se ne vada in pensione anticipata, perché stufo di questa elemosina di risorse da chiedere, puntualmente, anno dopo anno, governo dopo governo.
Vogliamo investire nel territorio e nella tutela dell’ambiente?
Quella della benzina è solo l’ultima delle “crisi” che si materializzano in un’apparato dello Stato. Che da un lato vuole eliminare gli sprechi (giustissimo). E dall’altro continua a sprecare (sempre nei soliti punti-chiave), rischiando di far chiudere Stazioni del Corpo Forestale e Comandi dei Vigili del Fuoco….
Cari politici con la “p” più che mai minuscola, ancora una volta VERGOGNA!!!!

David Fiacchini

giovedì, agosto 16, 2007

Pro Natura: il calendario venatorio delle Marche è inaccettabile


Il calendario venatorio appena emanato dalla Regione Marche ci appare del tutto inadeguato per avviare la Regione verso una corretta gestione del patrimonio faunistico, che sia coerente anche con le norme europee.
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da Mauro Furlani
Coordinatore Regionale della Federazione Pro Natura Marche


Anche quest’anno sono pervicacemente, con fastidio e presunzione ignorati i principali pareri espressi dall’Istituto Nazionale per la Fauna selvatica e le normative Europee.
L’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica ha fornito, come in passato, una serie di indicazioni tecniche in gran parte puntualmente ignorate.
Non staremo, punto per punto, ad esaminare i numerosissimi elementi di incongruenza con il parere trasmesso alla Regione dall’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica ma solo i principali.
Un primo punto riguarda l’inserimento tra le specie cacciabili del Combattente, definito dall’INFS, sulla base dei censimenti effettuati in Italia e in altri siti europei, in “drammatico calo”.
Ci appare inaccettabile affermare, come si legge nella relazione di accompagnamento al calendario venatorio “...si è dell’opinione che la questione necessiti di ulteriori approfondimenti ed eventuali provvedimenti legislativi nazionali.”
Per questa specie l’INFS addirittura “suggerisce di agire con tempestività, prevedendo non solo interventi di tutela ambientale ma anche un maggiore livello di protezione a livello comunitario”.
La Regione risponde a questa osservazione affermando che “la questione meriti ulteriori approfondimenti“; Un secondo punto in palese contrasto con il parere tecnico riguarda la caccia alla Beccaccia che si protrae dal primo di ottobre fin quasi alla fine di gennaio.
Anche in questo caso il parere tecnico era quello di anticipare la chiusura al 31 dicembre come auspicato addirittura dall’Associazione“Amici della Beccaccia” che non può certamente dirsi filo naturalista.
Una terza questione, molto grave, che travalica i confini regionali è il ritardo con cui il Ministero dell’Ambiente, che avrebbe dovuto emanare un provvedimento di regolamentazione e di limitazione dell’attività venatoria all’interno della Rete Natura 2000, in realtà ancora non lo ha fatto e sembra che non lo farà fino a settembre, salvaguardando così una piccola, ma evidentemente ancora potente, lobby venatoria.
Con tutto il rispetto, appare contestabile la risposta dell’Assessore alla nota di alcune Associazioni quando, si afferma che sono state poste in essere, all’interno delle aree SIC e ZPS, limitazioni come quella di non cacciare sui valichi montani. Non un accenno alla possibilità/obbligatorietà di mettere a valutazione di incidenza il calendario venatorio all’interno delle aree appartenenti alla Rete Natura 2000, come prevede la normativa europea e come la limitrofa regione Abruzzo ha fatto.
Altrettanto contestabile la giustificazione della caccia alla Moretta, oltre che al già citato Combattente, adducendo come motivo il fatto che queste specie erano già presenti nel precedente calendario venatorio. Va spontaneo il pensiero all’antica locuzione latina “errare humanum est, perseverare diabolicum”.
Ci siamo sempre chiesti, senza mai ottenere una risposta ufficiale, di conoscere i tecnici faunisti, la loro autorevolezza scientifica, che hanno supportato scelte tecniche così palesemente in contrasto con quanto sostenuto dall’INFS.
Infine troviamo un certo disappunto nel rilevare che proprio in occasione di una importante delibera di giunta, come il calendario venatorio, alcuni assessori abbiano avuto improrogabili impegni che li hanno costretti a rimanere assenti.


(l'articolo proviene da "Viveresenigallia")

lunedì, agosto 13, 2007

FERRAGOSTO SICURO: VADEMECUM PER ESCURSIONI E PIC-NIC NEL VERDE




I consigli del Corpo forestale dello Stato per trascorrere in sicurezza le gite all’aria aperta.



Semplici regole per muoversi in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente 13 Agosto 2007 – Ferragosto è il giorno di vacanza per eccellenza. Un giorno da passare al mare, oppure da sfruttare per un breve pic nic nel verde o un’escursione in montagna. Per tutti quelli che cercheranno un contatto con la natura, ecco alcuni consigli per non avere problemi durante il giorno di festa:

1. Programmare percorsi in base alle proprie capacità tecniche, di allenamento e al tempo che si ha a disposizione per tornare indietro;

2. Dotarsi di attrezzature idonee e curare l’abbigliamento che deve essere comodo/sportivo, con calzature adeguate come scarpe da trekking;

3. In caso di escursione lunga, portare con sé cibo e acqua per non incorrere in calo di zuccheri e malesseri dovuti alla fame;

4. Prima di iniziare l’escursione, accertarsi che il cellulare sia carico e memorizzare i numeri di soccorso sanitario 118 e quello del Corpo forestale 1515;

5. Se non si è pratici del posto, affidarsi a guide esperte oppure studiare l’orografia del territorio; 6. Munirsi di carte dei sentieri che si intendono percorrere, reperibili gratuitamente presso le Proloco o nelle Agenzie turistiche;

7. Lasciare detto dove si va a chi resta alla base, per accelerare in caso di bisogno, le attività di soccorso;

8. Individuare lungo il percorso punti di riferimento importanti per l’orientamento;

9. In caso di maltempo non sostare in prossimità di alberi o di pietre ed oggetti acuminati che potrebbero agire da parafulmine, ma tenersi ad una distanza di 200-300 metri. Meglio trovare riparo presso anfratti e grotte;

10. E’consigliabile accendere fuochi solo dove esistono aree appositamente attrezzate e ricordiamo che, in ogni caso, ogni fuoco è un potenziale pericolo per tutte le aree verdi

11. Non sostare sui prati con le automobili e rimanere su percorsi asfaltati;

12. Rispettare l’ambiente non gettando carte o rifiuti dopo il pic-nic.


(Fonte: Newsletter CFS n.554, Anno IV, del 13/8/2007)

venerdì, agosto 03, 2007

IL SEGRETO DEI RIFIUTI…

In dieci anni (dal 1996 al 2005) la produzione di rifiuti urbani in Italia è passata da poco meno di 26 milioni di tonnellate a 31,7 milioni. Una vera e propria montagna che cresce a un ritmo maggiore dei consumi e della popolazione residente: nel 2005 la media pro-capite era di 539 chilogrammi per abitante, 6 kg/abitante in più del 2004 e ben 15 kg/abitante in più rispetto al 2003!
Di contro, la raccolta differenziata non corre così come la produzione dei rifiuti, anzi: siamo solamente al 24,3% del totale dei rifiuti annualmente prodotti, con un Nord in lenta crescita (38%) e un Sud addirittura in diminuzione rispetto agli anni precedenti (8,7%).
I rifiuti non riciclati vanno così a finire, spesso sotto il controllo della criminalità organizzata, in mefitiche discariche o ad alimentari i velenosi inceneritori (meglio noti, oggi, con l’edulcorato termine di “termovalorizzatori”). Proprio questi ultimi (il cui uso è in continuo aumento, facendo segnare un +9% rispetto al 1996) intercettano oramai più del 10% del totale dei rifiuti e fino a qualche mese fa godevano dei cosiddetti “certificati verdi”, ovvero di contributi pubblici destinati ad impianti che producono energia da fonti rinnovabili.
Il segreto dei rifiuti, dunque, sta nel business che arricchisce imprenditori e politici conniventi, mentre affumica, avvelena e tartassa (con evidenti aumenti delle tariffe) noi cittadini.
Ma la via d’uscita c’è e qualche amministratore lungimirante se n’è accorto: si vedano, tra gli esempi più eclatanti, i casi di Capannori (cittadina di 50.000 abitanti in provincia di Lucca, (
www.comune.capannori.lu.it) e del consorzio Priula in Veneto, dove la raccolta differenziata spinta ha portato a percentuali superiori al 90%.
Facciamo sentire la nostra voce e chiediamo che anche nel nostro comune e nella nostra provincia gli amministratori seguano gli esempi positivi per una gestione dei rifiuti fatta con buonsenso, efficienza ed efficacia!

RETE NATURA 2000: ANCORA UN RINVIO PER ACCONTENTARE LA LOBBIES DEI CACCIATORI

LE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE FORTEMENTE CRITICHE NEI CONFRONTI DEI MINISTRI PECORARO SCANIO E DE CASTRO

Sono fortemente negative, e non poteva che essere così, le reazioni da parte delle associazioni ambientaliste alla notizia del rinvio a settembre del decreto Rete Natura 2000 (http://www.politicheagricole.it/RassegnaStampa/Images/00011563.pdf ) .
“E’ certamente per qualche giorno di caccia in piu' - commentano in un comunicato congiunto Italia Nostra, Lipu e Wwf Italia – e a questo punto si dia attuazione alla legge e si applichino in tutti i siti della Rete Natura 2000 le misure di salvaguardia, a cominciare dai divieti assoluti di cacciare e disturbare le specie animali e di introdurre armi, secondo l'art. 11 comma 3 della legge 394/91, legge che lo Stato e' chiamato immediatamente ad applicare, incluse le relative sanzioni penali. Se cosi' non sara' - concludono le tre associazioni -, ci troveremo di fronte calendari venatori palesemente illegittimi che le associazioni ambientaliste sono gia' pronte ad impugnare”.
Toni durissimi da parte di Animalisti Italiani, che propone, tra l'altro, una conferenza straordinaria a settembre per osteggiare la deriva del Paese, ostaggio delle doppiette e di un manipolo di cacciatori che frena la legalita e il rispetto delle Direttive Comunitarie, l'istituzione di una 'unita' di crisi anticaccia per esigere dal governo l'applicazione del programma dell'Unione che poneva al centro la tutela della biodiversita' e, infine, la proposta di un nuovo referendum contro la caccia.
Proteste anche dall'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali): “Quel che e' accaduto ieri nella conferenza Stato-Regioni - denuncia in una nota l'associazione - e' che e' stata fatta ancora una volta una concessione da parte del governo alla lobby venatoria che da 20 anni, insieme alle regioni, conduce l'Italia a violare le norme comunitarie e distruggere l'ambiente e la biodiversita' pur di non rinunciare ad una sola fucilata. L'associazione chiede al governo di 'riparare a questo regalo fatto al fronte venatorio mediante l'emanazione tempestiva del provvedimento Rete Natura 2000, per evitare una ormai sempre piu' certa condanna del nostro Paese' e suggerisce al ministro Pecoraro Scanio di 'attuare la sua delega piena, prima di annunciare su intere pagine di giornale la 'salvezza' della Rete Natura 2000”.
Critico, infine, anche il Cts, che al partito delle doppiette contrappone il naturewatching: “Le tante aree individuate da Rete Natura 2000 afferma in una nota il vicepresidente di Cts Stefano Di Marco - potrebbero essere una meta d'eccellenza per l'ecoturismo, fenomeno in costante crescita rispetto al turismo tradizionale e che infatti, nel 2006, ha prodotto in Italia ben 9 miliardi di euro di fatturato con circa 70 milioni di presenze negli esercizi ricettivi delle nostre aree protette”.
La "battaglia" è appena iniziata e la caccia si aprirà, tra le solite polemiche, a settembre con le dannosissime pre-aperture confezionate dalle Regioni pro-cacciatori.