Natura et Ratio

venerdì, novembre 27, 2009

Regione Marche & Aree protette: non c'è mai fine al peggio!

Ennesima brutta figura della Regione Marche e, in particolare, della maggioranza di centro-sinistra. Dopo anni di gestazione, martedì scorso il Consiglio Regionale avrebbe dovuto discutere ed approvare la proposta avanzata a suo tempo dalla Giunta guidata dal Sig. Spacca relativa all'istituzione della Riserva Naturale Regionale Monte S. Vicino - Monte Canfaito, ricadente nel territorio montano (dorsale marchigiana) della provincia di Macerata e ottimo punto di collegamento (quello che in termini tecnici può essere definito un "corridoio ecologico") tra l'area di eccezionale interesse naturalistico della Gola di Frasassi - Gola della Rossa ed i Monti Sibillini.

Si tratta di un'area che, con le ultime modifiche volute dai sindaci e della Provincia di Macerata, si estende su circa 1500 ettari (dopo la cura dimagrante ottenuta rispetto alla proposta originaria, che comprendeva oltre 2000 ettari), con una perimetrazione talmente perversa e contorta da mettersi a ridere (o a piangere, scegliete voi).
Sono state escluse aree di grande pregio ambientale, alcune delle quali sono inserite nel Demanio e, quindi, di proprietà pubblica (es: foreste demaniali), senza alcuna motivazione tecnica ma solamente per volere di questo o di quel politico locale.

Giunta, dopo diversi anni, alla fase finale, la proposta di istituzione della Riserva doveva essere votata lo scorso martedì 25 novembre ma... l'ostruzionismo fine a se stesso dell'opposizione, unito alle remore di molti consiglieri di centrosinistra ha ancora una volta rimandato la discussione del punto all'ordine del giorno.
Ma l'evento più clamoroso è stata la fugace apparizione di "monsignor" Spacca, il presidentissimo della Giunta Regionale che ha partecipato alla sola votazione di una proposta dell'opposizione che - qualora approvata - avrebbe definitivamente affossato l'iter burocratico: il consigliere dell'UDC, nonchè relatore di minoranza della proposta di legge, Lippi, ha chiesto di votare il rinvio in IV Commissione della proposta di legge istitutiva della Riserva. Spacca, e altri della maggioranza, hanno votato con l'opposizione.... sfiorando il successo (14 contro 15).
Fallito il blitz, il presidentissimo se n'è andato molto contrariato, lasciando al teatrino della politica regionale gli ultimi giochini possibili: mancanza del numero legale (i bravi consiglieri di centrodestra si sono alzati dalle sedie facendo finta di andarsene, ridendo sotto i baffi), seduta sospesa e poi annullata definitivamente.
La proposta di legge che andrà ad istituire la Riserva sarà così discussa come primo punto all'ordine del giorno del prossimo consiglio regionale (martedì 1 dicembre). Non saranno più possibili rinvii nè giochini vari: o si approva, o si boccia questa proposta.
Chi vincerà? L'interesse privato, rappresentanto da cavatori, cacciatori, speculatori, preti (ebbene sì. abbiamo contro anche Sua eccellenza il Vescovo di Camerino) e politici conniventi, oppure... l'interesse pubblico della tutela attiva, della valorizzazione, della difesa di valori diffusi?

Con questa classe politica che abbiamo (salvo alcune eccezioni), tutto il peggio è ancora possibile.

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venerdì, novembre 20, 2009

Regione Marche & SIC-ZPS: ennesima delibera vergognosa

Questa notizia, relativa ad una delibera (probabilmente illecita e perseguibile a livello giudiziario) della Giunta Regionale marchigiana, è veramente clamorosa, fa scuola a livello nazionale ed evidenzia di che "pasta" sono fatti i nostri politicanti di centrosinistra (questa volta con una sola eccezione, l'Assessore all'Ambiente Marco Amagliani): leggere per...non credere!!!


Con una sorta di "blitz" la Giunta Regionale riduce, riperimetra ed abolisce (illecitamente) alcuni Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) in provincia di Pesaro-Urbino. Senza motivare tecnicamente questo provvedimento e in barba alle indicazioni emerse daglii studi condotti in questi anni delle Università di Ancona, Camerino e Urbino (ricerche, peraltro, pagate dalla stessa Regione!).Premessa: i SIC e le ZPS sono stati designate e perimetrate alla fine degli anni '90 a seguito dell'entrata in vigore della Direttiva europea denominata "Habitat" [http://www.minambiente.it/opencms/opencms/home_it/menu.html?menuItem=/menu/menu_informazioni/RN2000_Direttiva_Habitat.html&lang=it] e della Direttiva 79/409/CEE sulla conservazione dell'avifauna.

Sono aree più o meno antropizzate dove si trovano habitat e specie di particolare importanza (perchè rare, endemiche, ecc.) e per la cui conservazione l'Unione Europea garantisce specifici fondi comunitari sotto diverse forme (agricoltura, forestazione, mantenimento/potenziamento habitat, infrastrutture sostenibili, ecc.). Le prime perimetrazioni fatte dalla Regione Marche, e i successivi studi svolti dalle Università marchigiane, hanno permesso di avere dati scientifici tali da poter delimitare con una certa precisione questi siti (guardare qui: http://www.regione.marche.it/Home/Struttureorganizzative/AmbienteePaesaggio/Biodiversit%C3%A0/ReteEcologicaRegionale/tabid/861/Default.aspx).

Il problema, a questo punto, nasce solo per una questione "pratica": per la tutela di specie e di habitat servono misure di conservazione che, a qualche associazione venatoria, non piacciono "a prescindere". Vengono così sparse voci false e tendenziose (nei SIC non si può più fare l'orto di casa, la raccolta dei funghi sarà vietata, chi vuole costruire una casa non potrà farlo, ecc.). Insomma, la solita vile strategia messa in atto ad arte dai rappresentanti dei cacciatori come meglio sanno fare: sparando a destra e sinistra senza centrare alcun bersaglio, solo per far confusione e aizzare agricoltori, cacciatori e cittadini contro i SIC e le ZPS, la Regione Marche e i "soliti" ambientalisti.Insorgono alcune Comunità Montane del pesarese e la Provincia di Pesaro-Urbino, dichiaratamente filo-venatoria, inizia a chiedere alla Regione - senza motivare tecnicamente alcunchè - di rivedere perimetrazione e misure di conservazione dei SIC. Chissà perchè, poi, delle 109 aree di interesse comunitario censite ed approvate nelle Marche, solo quelle poche decine ricadenti del pesarese non vanno bene! Morale della favola?Dopo anni di lavoro certosino dell'Assessorato all'Ambiente, degli Uffici regionali, delle Università di Ancona, Urbino e Camerino, che ha portato alla sostanziale conferma del perimetro e delle misure a tutela dei SIC e delle ZPS pesaresi (basta leggere la Delibera di Giunta Regionale n. 1825 del 9/11/2009 su www.norme.marche.it), la Regione cambia improvvisamente idea. Ad una sola settimana di distanza e, badate bene, SENZA UNO STRACCIO DI STUDIO O AZIONE DI MONITORAGGIO CHE NE POSSA DARE UNA MOTIVAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA E QUINDI UNA LEGITTIMAZIONE NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE EUROPEA, la stessa Giunta Regionale con deliberazione n. 1869 del 16 novembre 2009 ha r-e-v-o-c-a-t-o (!!!!) la delibera n. 1825/2009 ed ha approvato i "nuovi" perimetri dei SIC e delle ZPS <<...secondo la rappresentazione cartografica trasmessa dalla Provincia di Pesaro e Urbino...>>, dandole il mandato di fornirne A POSTERIORI (avete letto bene, a posteriori, cioè dopo aver approvato un atto!!!!!) una motivazione valida per aggiornare perimetri e aree sottoposte a taglio/eliminazione.

L'unico ad essere contrario é stato proprio l'Asssessore all'Ambiente Marco Amagliani, che non se l'é sentita di rinnegare quanto aveva proposto appena una settimana prima e che in una successiva dichiarazione rilasciata alla stampa ha definito <<...le nuove indicazioni non conformi alla normativa vigente...>>.
E l'Assessore ha pienamente ragione, perchè questo provvedimento regionale è illegittimo ed è in palese contrasto con il DPR n.357/1997 e con le norme di iter procedurale previste dal Diritto Comunitario (Direttiva 92/43/CEE).

<< E' fin troppo evidente - si legge in un comunicato stampa del WWF Marche - che si tratta di un regalo ai cacciatori incurante della tutela del nostro territorio e a solo scopo elettoralistico caratterizzata da una rozza ricerca di consenso del solito gruppo politico pesarese capace di imporre alla Regione Marche le peggiori politiche venatorie dell'Italia. Il WWF Marche, sconcertato da questi soprusi, percorrerà tutte le strade possibili contro questo provvedimento, con azioni legali presso il Tar, ricorsi alla Commissione Europea, e tutto quello che sarà opportuno per l'annullamento di questa infausta delibera >>.

Per chi non è "al di dentro" della problematica sembrerà spropositata questa presa di posizione del WWF, in realtà ci troviamo di fronte ad una situazione decisamente paradossale!!!
La Regione Marche dapprima approva, sulla base di studi scientifici pluriennali e documentati, perimetrazione e tutela di alcuni siti; poi, per rispondere alle immotivate proteste di alcune Amministrazioni (in malafede?), nel giro di una settimana cambia idea e approva una norma opposta, senza fornire spiegazioni supportate tecnicamente.

C'è bisogno di qualche ulteriore commento sullo squallido operato di questa Giunta Regionale e sull'onestà intellettuale dei politici di centrosinistra? Ce ne ricorderemo in cabina elettorale, questo è poco ma sicuro!

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martedì, novembre 10, 2009

7 centrali eoliche sequestrate, arrestato il presidente dell'ANEV


Cari sostenitori dell'eolico industriale, leggetevi questa notizia di cronaca (che si somma alle tante altre relative alle truffe generate dall'elargizione dei famigerati "Certificati Verdi").


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Oreste Vigorito, il Presidente dell’Associazione che riunisce i costruttori di centrali eoliche italiani, l’ANEV (Associazione Italiana Energia dal Vento) è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Avellino, nell’ambito dell’operazione “Via col vento”, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Arrestato anche Vito Nicastri, già coinvolto nell’indagine siciliana sull’eolico.

Si tratta di un’operazione sui parchi eolici, denominata «Via col vento», che ha portato al sequestro di sette parchi eolici riconducibili a 9 società di Avellino. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Avellino, hanno eseguito complessivamente quattro ordinanze di custodia cautelare, emesse dalla magistratura del capoluogo irpino. Due dei quattro provvedimenti sono stati eseguiti in Sicilia. Altre undici persone sono state denunciate. Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per aver indebitamente percepito contributi pubblici. Le indagini della Guardia di finanza sono durate due anni.




COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO NAZIONALE DEL PAESAGGIO
10 novembre 2009

UN FARO GIUDIZIARIO ILLUMINA FINALMENTE I RETROSCENA DELL’EOLICO SELVAGGIO IN ITALIA

“Oreste Vigorito il padre dell’energia eolica in Italia oltre ad essere Presidente dell’ANEV è uno degli uomini più ricchi e potenti della Campania.
Con il suo accento campano e la sua travolgente cordialità è un buon esempio di imprenditore che pensa globale e agisce locale. I capitali per iniziare li ha avuti da americani e giapponesi ma alcune controllate della sua IVPC si sono viste assegnare finanziamenti pubblici per un centinaio di milioni di euro.
Il 6 agosto 2007 ha venduto grand parte dei suoi parchi eolici al colosso britannico IP(International Power) al prezzo di 1 miliardo e 830 milioni di euro.”
Queste note sono tratte da facebook e dimostrano che non è stato arrestato un uomo qualunque ma il responsabile, nel bene e nel male, dello sviluppo dell’eolico in Italia.
Noi umanamente speriamo che possa dimostrare la sua innocenza rispetto alle accuse di truffa ai danni dello Stato. Rileviamo però che i danni irreversibili causati al paesaggio italiano non saranno mai più sanati e che qualcuno dovrebbe oggi fare il conto per stabilire a quanti miliardi di euro essi ammontano.



Comunicato Stampa del Comitato Nazionale del Paesaggio (CNP)


DOPO L’ ARRESTO DEL PRESIDENTE DELL’ ANEV, E’ URGENTE UNA INCHIESTA SULLA DIFFUSIONE DELL’EOLICO SELVAGGIO IN ITALIA.

Nei nostri numerosi interventi contro la diffusione di centrali eoliche in Italia, abbiamo costantemente chiesto per quale ragione l’energia del vento avesse tanto successo, in un Paese con scarsa ed inadatta ventosità.
L’inchiesta in corso che ha portato nientemeno che all’arresto del Presidente dell’ANEV, associazione nazionale dell’energia del vento, associazione che rappresenta gran parte degli imprenditori del settore, mette in evidenza la singolare situazione italiana.
Investire conviene a tutti i costi!
Poche ore di vento: una media di produzione di sole 1700 ore ( di cui effettive immesse in rete 1450 ) contro le oltre 2000-2800 del Nord Europa.
Ma i più alti incentivi d’Europa, tramite certificati verdi valutati il doppio che altrove. ( oltre 160 euro a MWh ).
Ed ora la nuova verità: anche contributi pubblici ulteriori. A fondo perduto! per i quali pare si siano fatte “ carte false"!
L’inchiesta ha bloccato presso il Ministero dell'Industria circa 30 milion di contributi, ed ha sequestrato centrali del valore di 153 milioni. Ora chiediamo la verità su questa abnorme situazione normativa.