Natura et Ratio

venerdì, giugno 27, 2014

"Città a misura di bambino". Nelle Marche. Ma che bella barzelletta, eh?

Leggo questa notizia quasi per sbaglio e mi viene da ridere. Poi, passato il brevissimo momento ilare, divento molto, molto serio e inizio a sentire una sorta di "moto convettivo" che esplode in una pacata indignazione: nelle Marche ci sono città a misura di bambino? E' una frase che serve a spiegare agli studenti di grammatica il "contrasto ossimorico" o qualcuno (...lasciatemi pensare, non sarà mica un qualche politico?!?) l'ha sparata bella grossa? Come direbbe Quelo... "la seconda che hai detto"...

Andiamo con ordine: nell'articolo citato si fa riferimento ad alcune Amministrazioni comunali - 21 per la precisione - che la Regione Marche, prima in Italia, ha inserito in uno speciale elenco di Municipi "virtuosi" nella tutela dei diritti dei minori.

Balza subito in mente una prima considerazione lapalissiana (per molti, ma non per tutti): ammesso - e non concesso - che i minori siano dei soggetti titolari di diritti, dovrebbe essere del tutto scontata una loro forte promozione e rigorosa tutela messa in atto da istituzioni e singoli cittadini. E, giustamente, l'Amministrazione che non garantisce o tutela tali diritti, così come il singolo, è perseguibile per legge.
Bene: qui siamo al primo "paradosso all'italiana" perché come al solito si premia chi semplicemente applica la norma! Ma andiamo oltre, che c'è di peggio.
Scorrendo l'elenco delle municipalità premiate c'è anche una cittadina che giusto oggi è salita agli onori della cronaca per questa situazione. Non male per una città virtuosa che tutela i diritti dei minori, eh? E il caso, purtroppo, non è isolato e mostra il retroterra culturale in cui ci si trova a vivere nelle nostre cittadine e che non si risolve magicamente con una bella passata di scopa (e qualche fioriera nuova per farsi belli di fronte ai quattro turisti di passaggio).

Quali sono questi fantomatici "diritti"?
Andiamo direttamente alla "fonte" normativa: la Convenzione internazionale dell'infanzia e dell'adolescenza, che trovate qui (vi si aprirà un documento pdf), approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176.
In sostanza gli Stati membri si impegnano ad assicurare al minore (definto "fanciullo" dalla traduzione del termine inglese "child") la protezione e la cura necessarie al suo benessere. Dopo aver elencato alcuni dei diritti fondamentali (libertà di pensiero, espressione, coscienza, religione, associazione; tutela da ogni forma di violenza e sfruttamento; garantire la salute, l'accesso alle cure, l'educazione - con particolare riferimento al rispetto dell'ambiente naturale -, la partecipazione alla vita culturale e artistica, ecc.), la carta riconosce al minore il diritto al riposo, al tempo libero, al gioco e ad attività ricreative impegnando i Governi a favorire e promuovere tali attività.
Orbene, oltre a rimarcare il fatto che "primi in Italia" arriviamo comunque con solo 23 anni di ritardo rispetto alla legge, sfido chiunque a trovare una tra le ventuno virtuose cittadine marchigiane che promuove e favorisce con azioni concrete - in particolare - il "diritto dei diritti", ovvero quello al gioco (...e alle attività ricreative).
Se, la prossima volta che fate una camminata in città, buttate un occhio allo stato di salute delle aree verdi, dei parchi-gioco, delle biblioteche per i nostri ragazzi, delle piste ciclabili o anche - semplicemente - di un tratto di marciapiede che collega la scuola alla fermata dell'autobus.... capirete qual è la (drammatica) situazione odierna e il perché è sempre più difficile - al di là di belle, bellissime parole da "spot elettorale" che lasciano il tempo che trovano - trovare una città a "misura di bambino" o un'Amministrazione che metta in pratica misure non estemporanee ed azioni lungimiranti.
E che dire, poi, dei campetti dove praticare sport liberamente o - più semplicemente - una piazza sgombra da auto e parcheggi dove rincorrersi fino ad avere il fiatone? Oggi, se escludiamo ciò che rimane di qualche oratorio e le polverose aree marginali delle periferie cittadine, nei casi più "fortunati" sono rimasti campetti a pagamento pubblici e/o privati.
Insomma... provate ad indossare - qualora non li aveste già - i panni di un genitore di città che è ben felice di lasciare sempre più libertà e autonomia di movimento al/alla proprio/a figlio/a, probabilmente vi porrete alcune domande e quel moto di indignazione sorgerebbe anche in voi
Per fortuna ci sono alcune eccezioni, ma sono come mosche bianche. E il guaio più grande è che chi amministra e progetta per i "fanciulli" continua a ragionare da adulto, quando invece... ci si dovrebbe almeno abbassare all'altezza degli occhi dei bambini per iniziare ad osservare la città con il loro punto di vista. Solo così si può veramente iniziare a cambiarla in meglio.


"E' faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, farsi piccoli. No, adesso avete torto. Non è questo che più stanca. E' piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli."
(J.Korczak)

Ad majora!

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