Natura et Ratio

venerdì, luglio 17, 2009

I numeri del vento: Italia, eolico selvaggio!

Ricevo e pubblico questo comunicato di Fabio Valentini, segretario di Mountain Wilderness Italia (http://www.mountainwilderness.it).
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Una simile levata di scudi contro gli avversari dell'eolico non si era mai vista, questa volta dobbiamo proprio aver pestato la coda a qualcuno.
Accusati di falsità e di poco nobili secondi fini, di essere filogovernativi e sciagurati devastatori del clima contro il protocollo di Kyoto, ce n'è abbastanza per candidarsi alle prossime elezioni...Eppure i numeri sono lì, a disposizione di tutti, solo che ognuno li interpreta come meglio crede, oppure ne interpreta solo una parte.
Andateli a vedere i numeri, e poi traete le vostre conclusioni. Andate a vedere ad esempio l'atlante eolico d'Europa all'indirizzo Internet http://www.windatlas.dk/Europe/landmap.html e guardate come l'Italia sia il paese europeo meno ventoso in assoluto, o ancora l'atlante eolico interattivo del CESI (http://atlanteeolico.cesiricerca.it/viewer.htm) dove si vede che le zone più ventose in Italia sono le coste, e non le montagne.
Oppure andate a vedere gli incentivi europei, che mostrano chiaramente come la tanto declamata competitività economica sia dovuta ai soldi pubblici, cioè ai nostri; insomma, paghiamo per produrre l'energia che poi ricompriamo, pensate un po' chi ci guadagna.I numeri sono interpretabili ma le parole no. Le parole dicono che le bugie stanno altrove.
Le parole dicono che non è vero che siamo contrari all'eolico, siamo contrari a QUESTO eolico: nessuno si sognerebbe mai di essere contrario a costruire case, ma se queste vengono costruite dove è vietato o pericoloso è giusto opporsi. Siamo contrari all'eolico nelle aree protette, come si sta cercando di far passare; siamo contrari all'eolico di grandi dimensioni, li chiamano "parchi" ma sono a tutti gli effetti strutture industriali; siamo contrari soprattutto al cosiddetto "eolico selvaggio", dove si costruisce senza un progetto complessivo, come costruire le case senza un piano regolatore.Le parole dicono che convivere con l'eolico per qualcuno non è facile.
Andate a vedere sul sito http://www.viadalvento.org l'intervista a Piero Romanelli, un agricoltore biologico che abita a quattrocento metri dalle torri di un impianto eolico, e sentite le sue parole; un giorno potrebbe capitare anche a voi.
Eppure qualcuno ha detto che non fanno alcun rumore, forse quegli stessi che scrivono di Kyoto dai loro uffici climatizzati.Le parole dicono che qualcuno ha sempre bisogno di trovare un nemico, chi non è con me è contro di me; così chi è contro l'eolico automaticamente è favorevole al nucleare.
Siamo in Italia. Qui nessuno può avere un pensiero proprio, o sei schierato con questo oppure con quello. Non esistono associazioni libere, con un bilancio annuale pari allo stipendio di un impiegato tecnico di medio livello, equidistanti dalle forze politiche che cercano il dialogo con tutti sui temi e non sulle alleanze. E allora andate a vedere i numeri, ma ascoltate anche le parole, prima che il vento se le porti via. E poi fatevi un'idea vostra, senza vergognarsi di averne una, e se ci credete sostenetela.

Questo è quello che facciamo noi.

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venerdì, febbraio 27, 2009

Centrali eoliche industriali: un grave attacco all'Appennino



La Regione Marche intende con ogni mezzo portare avanti uno dei più gravi attacchi alla natura e al paesaggio montano: la diffusione di gigantesche torri eoliche, alte fino a 140 metri, in aree particolarmente sensibili dell'Appennino.

Ciò sta avvenendo attraverso una indegna strategia volta a screditare la Soprintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio nonché a scavalcare i pareri di altre autorevoli istituzioni e le norme, anche comunitarie, di tutela ambientale.


Emblematico è il ricorso presentato contro il parere negativo della Soprintendenza (che comunque dovrà nuovamente pronunciarsi) sui due progetti di Montecavallo, Pievetorina e Serravalle del Chienti. Addirittura sconcertante è il Decreto n. 158/08 (a firma del dr. Piccinini) con cui è stato approvato il progetto di centrale eolica di Serrapetrona, ritenuto “indifferibile urgente”.

Progetto che interessa un'area di tutela integrale del Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR) e in piena Zona di Protezione Speciale, dove la realizzazione di centrali eoliche è vietata ai sensi del D.M. del 17/10/2007. Esso, peraltro, aveva ricevuto il parere non favorevole di ben sei istituzioni, tra cui l'ufficio per la Valutazione di incidenza della stessa Regione, la Provincia di Macerata e i Comuni di Belforte del Chienti e Caldarola.

Di fronte a questo assurdo decreto, le procedure di V.I.A. e di Valutazione di incidenza sono ormai dichiaratamente ridotte ad inutili farse, mentre i vincoli del PPAR erano già stati superati nell'ambito del Piano Energetico.


Come farà ora la Regione, soprattutto attraverso l'Assessore all'Ambiente Marco Amagliani, a continuare a sostenere la compatibilità ambientale di questi progetti?

Autorevoli economisti hanno anche evidenziato come tali progetti rientrino in una logica di sfruttamento della montagna anziché di un suo sviluppo duraturo e realmente sostenibile. Nell'incontro dello scorso 24 gennaio a Belforte del Chienti, Maurizio Pallante – esperto di politica energetica e tecnologie ambientali e promotore dell'iniziativa “m'illumino di meno” di Radio2- ha invece chiarito come le grandi centrali eoliche arrechino un forte impatto nel territorio senza fornire un contributo significativo alla riduzione di CO2.

Ha inoltre evidenziato come, in un sistema inefficiente come il nostro, paragonabile ad “un secchio bucato”, l'assoluta priorità debba essere la riduzione degli sprechi energetici, anche attraverso la riduzione del trasporto su gomma. Solo dopo aver tappato i buchi, infatti, l'energia rinnovabile autoprodotta (ben diversa dalle grandi centrali impattanti e non democratiche) potrà fornire un contributo importante.

Ma la Regione Marche non sta andando in questa direzione. Basti pensare, anzi, alla sproporzione, sottolineata di recente anche da Legambiente, tra gli investimenti destinati alla realizzazione di nuove strade rispetto a quelli, del tutto esigui, destinati alle ferrovie.


L'energia eolica nelle Marche appare, quindi, una scelta dettata più da interessi politici ed economici che non da esigenze di salvaguardia ambientale. D'altra parte, a dimostrazione del giro di affari, alimentato dai contribuenti, legato a questo tipo di impianti, vi è anche la recente notizia delle infiltrazioni mafiose sull'affare eolico in Sicilia.

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giovedì, novembre 13, 2008

IN DIFESA DELL'APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO


23 Novembre 2008, tutti a Colfiorito!


Le Associazioni Mountain Wilderness, CAI Sez. Terni, CAI CR-TAM Marche, WWF Marche, Lipu Umbria, Lipu Abruzzo, Lipu Pesaro, MAN, ALTURA, Italia Nostra – CR Marche, Federazione Pro-Natura, Comitato Nazionale del Paesaggio, Forum Umbro per i Beni Comuni, Lista Acqua Pubblica Umbria, Comitato No-Tubo, Comitato Don Chisciotte, vi invitano a partecipare domenica 23 novembre a Colfiorito (Foligno, PG) al presidio ambientalista interregionale Marche-Umbria “VIA DAL VENTO”, in difesa dell’Appennino Umbro-Marchigiano.

Ritrovo: ore 9.30, di fronte alla sede del Parco regionale di Colfiorito (Area Ex Casermette, via Adriatica)
Sono previste diverse attività: escursioni, incontri divulgativi, pranzo in compagnia (al sacco o presso strutture agrituristiche della zona)

Perchè questo incontro in difesa dell'Appennino Umbro-Marchigiano?

La Regione Marche, con i decreti n. 96/VAA e 97/VAA del 12.09.2008, ha espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale, concedendo l’autorizzazione paesaggistica per due impianti eolici industriali ubicati nei comuni di Monte Cavallo, Pieve Torina e Serravalle di Chienti, vicini al Parco naturale regionale di Colfiorito, alla Riserva Statale di Torricchio e al Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Si tratta di due progetti, uno di iniziativa pubblica e l’altro privato, per complessivi 24 aerogeneratori (17+7). Le Associazioni Ambientaliste, valutati i due progetti e analizzati gli studi di Valutazione di Impatto Ambientale, esprimono un secco NO ALL’EOLICO INDUSTRIALE NELL’APPENNINO UMBRO-MARCHIGIANO! PERCHE’ ?
1) La produzione di energia elettrica (raggiungibile in condizioni anemologiche medie), non raggiunge l’1% del fabbisogno di energia elettrica delle Marche!
2) Sono notevoli le criticità ambientali e progettuali, tanto che 3 torri su 27 sono state eliminate nel corso della procedura di VIA, mentre per altri 11 aerogeneratori la realizzazione è bloccata poiché si rendono necessari approfondimenti ulteriori su aspetti certamente non secondari (rischio idrogeologico, mitigazioni, ecc.). L’area, inoltre, presenta valori minimi per ciò che riguarda la velocità dei venti (5,6 m/s)
3) Si tratta di una vera e propria cementificazione della montagna con:
- circa 8.000 m3 di cemento per circa 14.000 m3 di scavi (plinti di fondazione)
- oltre 600.000 m2 di aree naturali (praterie, pascoli, boschi, scarpate,…) sacrificate per zone-cantiere, strade, scavi, tubi, cavi e cavidotti, piazzole temporanee, manufatti, movimento terra, ecc.
- edifici per oltre 300 m3 di cemento e lamiere in alta quota
- circa 5 km di nuove strade in alta quota
4) La distruzione del paesaggio montano e degli ecosistemi naturali dell’Appennino Umbro-Marchigiano sarà garantita dalle 24 torri eoliche alte circa 110 metri (come un palazzo di 40 piani!), ubicate in zona di crinale a quote superiori ai 1.300 metri, con elevata visibilità dell’impianto dai principali centri abitati, dalla palude di Colfiorito e dai sentieri escursionistici della zona (compreso il Sentiero Italia del CAI).
5) L’area di intervento è contigua a SIC, ZPS, aree protette (Riserva naturale statale di Torricchio, Parco nazionale dei Monti Sibillini, Parco regionale di Colfiorito), siti di nidificazione di specie animali di interesse conservazionistico (come l’Aquila reale), ecc.
6) L’area è sottoposta ai vincoli ambientali e paesaggistici dettati dal D.Lgs. n. 42/2004 (ai sensi del D.M. 31/07/1985) per il notevole interesse pubblico, al vincolo idrogeologico (ai sensi del Regio Decreto n. 3267/1923).
7) In fase di Valutazione di Impatto Ambientale sono stati espressi: un parere contrario (Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici delle Marche), un giudizio parziale (la Provincia di Macerata non ha elementi conoscitivi sufficienti per poter valutare l’ammissibilità degli interventi con quanto previsto dal Piano di Coordinamento Provinciale), un parere favorevole condizionato all’eliminazione di 7 torri eoliche espresso dalla Regione Umbria.

Infine, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Marche in una nota ufficiale già nel 2003, alla luce dei progetti fino ad allora presentati, evidenziava <<… una pesante manomissione del paesaggio, con la conseguente perdita di parte dell’identità tradizionale del territorio...>> a causa dell’inserimento di <<…elementi non sostenibili per le caratteristiche storico-ambientali del territorio…>>.

La stessa soprintendenza, come era logico aspettarsi, ha bocciato proprio in questi giorni i due decreti della Regione, applicando una sorta di diniego previsto dalle vigenti normative.

Ora la palla passa alla Regione Marche (ricorso al TAR?)

Noi ci vediamo domenica 23 novembre a Colfiorito!

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