Natura et Ratio

mercoledì, maggio 23, 2018

Così preziosi, così poco conosciuti: parchi e riserve naturali

Maggio è un mese di importanti giornate divulgative per sensibilizzare su temi quali #Biodiversità e #areeprotette.
Spesso conosciamo poco (e magari solo per "sentito dire") argomenti relativi alla biologia della conservazione, spesso alcuni enti gestori delle aree protette sono più simili a pachidermici carrozzoni politici che a strutture operative fatte per lavorare per e con il territorio, progettando interventi utili a preservare la naturalità dei luoghi e intercettando fondi europei.
Il 24 maggio è una giornata dedicata alla (ri)scoperta di quel prezioso mondo naturale che ci regala risorse e beni primari.
Partecipate ad una delle tante iniziative organizzate anche in Italia: qui qualche suggerimento.
#24Maggio #GiornataEuropeaParchi #EuropeanDayOfParks
#Europarc

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venerdì, giugno 27, 2014

"Città a misura di bambino". Nelle Marche. Ma che bella barzelletta, eh?

Leggo questa notizia quasi per sbaglio e mi viene da ridere. Poi, passato il brevissimo momento ilare, divento molto, molto serio e inizio a sentire una sorta di "moto convettivo" che esplode in una pacata indignazione: nelle Marche ci sono città a misura di bambino? E' una frase che serve a spiegare agli studenti di grammatica il "contrasto ossimorico" o qualcuno (...lasciatemi pensare, non sarà mica un qualche politico?!?) l'ha sparata bella grossa? Come direbbe Quelo... "la seconda che hai detto"...

Andiamo con ordine: nell'articolo citato si fa riferimento ad alcune Amministrazioni comunali - 21 per la precisione - che la Regione Marche, prima in Italia, ha inserito in uno speciale elenco di Municipi "virtuosi" nella tutela dei diritti dei minori.

Balza subito in mente una prima considerazione lapalissiana (per molti, ma non per tutti): ammesso - e non concesso - che i minori siano dei soggetti titolari di diritti, dovrebbe essere del tutto scontata una loro forte promozione e rigorosa tutela messa in atto da istituzioni e singoli cittadini. E, giustamente, l'Amministrazione che non garantisce o tutela tali diritti, così come il singolo, è perseguibile per legge.
Bene: qui siamo al primo "paradosso all'italiana" perché come al solito si premia chi semplicemente applica la norma! Ma andiamo oltre, che c'è di peggio.
Scorrendo l'elenco delle municipalità premiate c'è anche una cittadina che giusto oggi è salita agli onori della cronaca per questa situazione. Non male per una città virtuosa che tutela i diritti dei minori, eh? E il caso, purtroppo, non è isolato e mostra il retroterra culturale in cui ci si trova a vivere nelle nostre cittadine e che non si risolve magicamente con una bella passata di scopa (e qualche fioriera nuova per farsi belli di fronte ai quattro turisti di passaggio).

Quali sono questi fantomatici "diritti"?
Andiamo direttamente alla "fonte" normativa: la Convenzione internazionale dell'infanzia e dell'adolescenza, che trovate qui (vi si aprirà un documento pdf), approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176.
In sostanza gli Stati membri si impegnano ad assicurare al minore (definto "fanciullo" dalla traduzione del termine inglese "child") la protezione e la cura necessarie al suo benessere. Dopo aver elencato alcuni dei diritti fondamentali (libertà di pensiero, espressione, coscienza, religione, associazione; tutela da ogni forma di violenza e sfruttamento; garantire la salute, l'accesso alle cure, l'educazione - con particolare riferimento al rispetto dell'ambiente naturale -, la partecipazione alla vita culturale e artistica, ecc.), la carta riconosce al minore il diritto al riposo, al tempo libero, al gioco e ad attività ricreative impegnando i Governi a favorire e promuovere tali attività.
Orbene, oltre a rimarcare il fatto che "primi in Italia" arriviamo comunque con solo 23 anni di ritardo rispetto alla legge, sfido chiunque a trovare una tra le ventuno virtuose cittadine marchigiane che promuove e favorisce con azioni concrete - in particolare - il "diritto dei diritti", ovvero quello al gioco (...e alle attività ricreative).
Se, la prossima volta che fate una camminata in città, buttate un occhio allo stato di salute delle aree verdi, dei parchi-gioco, delle biblioteche per i nostri ragazzi, delle piste ciclabili o anche - semplicemente - di un tratto di marciapiede che collega la scuola alla fermata dell'autobus.... capirete qual è la (drammatica) situazione odierna e il perché è sempre più difficile - al di là di belle, bellissime parole da "spot elettorale" che lasciano il tempo che trovano - trovare una città a "misura di bambino" o un'Amministrazione che metta in pratica misure non estemporanee ed azioni lungimiranti.
E che dire, poi, dei campetti dove praticare sport liberamente o - più semplicemente - una piazza sgombra da auto e parcheggi dove rincorrersi fino ad avere il fiatone? Oggi, se escludiamo ciò che rimane di qualche oratorio e le polverose aree marginali delle periferie cittadine, nei casi più "fortunati" sono rimasti campetti a pagamento pubblici e/o privati.
Insomma... provate ad indossare - qualora non li aveste già - i panni di un genitore di città che è ben felice di lasciare sempre più libertà e autonomia di movimento al/alla proprio/a figlio/a, probabilmente vi porrete alcune domande e quel moto di indignazione sorgerebbe anche in voi
Per fortuna ci sono alcune eccezioni, ma sono come mosche bianche. E il guaio più grande è che chi amministra e progetta per i "fanciulli" continua a ragionare da adulto, quando invece... ci si dovrebbe almeno abbassare all'altezza degli occhi dei bambini per iniziare ad osservare la città con il loro punto di vista. Solo così si può veramente iniziare a cambiarla in meglio.


"E' faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, farsi piccoli. No, adesso avete torto. Non è questo che più stanca. E' piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli."
(J.Korczak)

Ad majora!

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mercoledì, aprile 29, 2009

Quanto cosa un Parco Nazionale?



Ci sono settori della pubblica amministrazione che, a fronte di costi fissi per personale & progetti, producono beni e servizi di difficile quantificazione.

Un bosco che valore (ecologico, economico, sociale, naturalistico, ...) può avere? E che "servizi" (legname, ossigeno, effetto-filtro, prodotti del sottobosco, tutela idrogeologica, mantenimento habitat e specie, ...) offre?

Insomma, la gestione delle principali aree di interesse naturalistico in Italia, affidata a Parchi, Riserve e Oasi di vario tipo, è "solo" un costo (come dimostrano i bilanci di un qualsiasi ente gestore di un'area protetta), oppure, considerando l'insieme dei servizi ecosistemici e dei beni "immateriali" prodotti... si va in pareggio o addirittura si può parlare di "avanzo di gestione"?


Ci sono studi e ricerche recentissime e di grande interesse che valutano in maniera più approfondita gli aspetti socio-economici di un'area protetta, quello che purtroppo ogni anno sentiamo è che lo Stato deve ... tagliare fondi qua e la, in maniera generalizzata, senza tenere nella dovuta considerazione le complessità e le specificità di un'ente gestore di un'area protetta.


Dal sito http://www.dolomitipark.it/ riporto uno stralcio di quanto accade in Italia.

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In questi giorni il Parlamento sta discutendo la ripartizione degli stanziamenti 2009 a favore delle Amministrazioni e dei progetti che si occupano di difesa della natura.
Ai Parchi Nazionali, alle Riserve Naturali dello Stato e alle attività previste dalle Convenzioni internazionali per la tutela della natura (quella di Rio sulla biodiversità, quella di Bonn per la tutela delle specie migratorie e la CITES, che impedisce il commercio internazionale di flora e fauna in via di estinzione) sono destinati poco più di 56 milioni di euro.
Rispetto al 2008 (stanziamento di quasi 64 milioni di euro), le risorse sono state ridotte di oltre 7,5 milioni di euro (pari a quasi il 12% del totale)..

Ai 23 Parchi Nazionali lo Stato destinerà, nel 2009, meno di 52 milioni di euro: quanto il costo di un chilometro della variante di valico Bologna - Firenze.


Alle 23 “perle” del Bel Paese, che includono i borghi a picco sul mare delle Cinque Terre, gli stambecchi del Gran Paradiso, le foreste della Sila, le scogliere del Gargano, le vette delle Dolomiti Bellunesi, i ghiacciai dello Stelvio, il mare della Maddalena e dell’Asinara, gli orsi d’Abruzzo (e molto altro) si destinano gli stessi soldi di 1..000 metri di asfalto. Tutto si potrà dire dei Parchi Nazionali, ma non che siano una spesa rilevante per lo Stato.
A ciascun Parco Nazionale viene assegnata una quota fissa (destinata a coprire le spese per il personale, l’attività di sorveglianza compiuta dal Corpo Forestale dello Stato, le spese postali, le bollette, le manutenzioni ordinarie, gli indennizzi per i danni da fauna selvatica) e una quota variabile.
I costi fissi per il funzionamento dei Parchi Nazionali ammontano a meno di 39 milioni di euro. Gli altri 11,5 milioni sono ripartiti in base a tre criteri: la complessità territoriale, quella amministrativa e l’efficienza nella gestione.
La prima è valutata in base alla superficie e alle caratteristiche geografiche del territorio.
La seconda è “misurata” da parametri quali il numero dei Comuni inclusi in tutto o in parte nel Parco e il numero di abitanti all’interno dei confini.
L’efficienza di gestione è valutata in base alla presenza degli strumenti di pianificazione, al conseguimento della registrazione ambientale europea EMAS e alla capacità di spesa degli enti di gestione.

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Ciò detto, concludo con l'amara constatazione che nel Parco nazionale dei Monti Sibillini... i funzionali centri-visita (chiamate "case del Parco") gestiti da cooperative di giovani del posto, a causa dei tagli attuali e delle previsioni tutt'altro che rosee per il futuro prossimo, sono bloccati e... desolatamente chiusi (con l'eccezione di Fiastra e Arquata del Tronto), in attesa di non precisate indicazioni ministeriali....

Insomma, quanto fatto fino ad oggi in termini di valorizzazione turistica sostenibile del territorio montano rischia di essere distrutto per sempre.

Ad majora!


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