Natura et Ratio

mercoledì, maggio 23, 2018

Così preziosi, così poco conosciuti: parchi e riserve naturali

Maggio è un mese di importanti giornate divulgative per sensibilizzare su temi quali #Biodiversità e #areeprotette.
Spesso conosciamo poco (e magari solo per "sentito dire") argomenti relativi alla biologia della conservazione, spesso alcuni enti gestori delle aree protette sono più simili a pachidermici carrozzoni politici che a strutture operative fatte per lavorare per e con il territorio, progettando interventi utili a preservare la naturalità dei luoghi e intercettando fondi europei.
Il 24 maggio è una giornata dedicata alla (ri)scoperta di quel prezioso mondo naturale che ci regala risorse e beni primari.
Partecipate ad una delle tante iniziative organizzate anche in Italia: qui qualche suggerimento.
#24Maggio #GiornataEuropeaParchi #EuropeanDayOfParks
#Europarc

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martedì, luglio 20, 2010

NON UCCIDETE I PARCHI NAZIONALI!



In ogni nazione i parchi nazionali sono il simbolo delle politiche di conservazione e di sviluppo sostenibile.
In tutto il mondo i parchi nazionali rappresentano i più importanti serbatoi di biodiversità.
In tutto il mondo cresce il numero dei parchi nazionali nella convinzione sempre più diffusa dell’importanza del loro ruolo per la salvezza della vita dell’intero pianeta.
Da circa un secolo donne e uomini in tutta Italia si adoperano per istituire, vitalizzare, sostenere i parchi nazionali e le altre aree naturali protette. Questa azione ha conseguito risultati straordinari:
oggi 23 parchi nazionali gestiscono e tutelano il 5% del territorio nazionale; si è sviluppato un movimento di operatori, di studiosi, di gestori, di associazioni che per professionalità e spirito collaborativo rappresentano una grande ricchezza per tutto il paese; si sono attivati nuovi e crescenti flussi turistici anche internazionali; si sono diffuse metodologie originali ed efficaci di formazione
delle giovani generazioni. I riconoscimenti che provengono da tutto il mondo testimoniano l’importanza del sistema italiano delle aree protette e in particolare dei parchi nazionali.
Malgrado gli scarsissimi finanziamenti pubblici - che negli ultimi anni si sono progressivamente ridotti proprio mentre è cresciuto il numero dei parchi nazionali - questi risultati si sono potuti ottenere grazie alla passione, all’abnegazione, alla capacità innovativa di quel movimento.
Ma l’attuale manovra finanziaria del Governo dimezza d’un solo colpo il contributo statale all’insieme dei parchi nazionali portandolo da 50 milioni di euro a 25 milioni, cioè al costo di un solo km della inutile e devastante autostrada romea (Mestre-Orte) attualmente al vaglio della Commissione VIA!
Inoltre il previsto taglio dei finanziamenti alle Regioni finirà per incidere pesantemente sull’insieme delle aree protette e in particolare sui parchi regionali.
Così nell’anno internazionale della biodiversità, mentre il Ministro dell’Ambiente sottolinea ufficialmente il ruolo fondamentale che i parchi svolgono per la tutela della biodiversità, il Governo, di cui quel Ministro fa parte, li paralizza, anzi li strangola: con un finanziamento ordinario medio di appena un milione di euro a testa i parchi nazionali non potranno far fronte alle spese obbligatorie, neanche a quelle per il personale, e sarà loro precluso l’accesso alle risorse aggiuntive e in particolare ai fondi comunitari.
La volontà sembra quella di eliminare chi strenuamente difende e sostiene la natura e il territorio.
La misura è ancor più grave perchè assume una dimensione che non riguarda solo il nostro Paese: la conservazione della natura e del paesaggio è percepita come valore universale, la tutela della biodiversità non si arresta ai confini nazionali.

Noi,
che da anni siamo impegnati sul fronte dei parchi,
che operiamo quotidianamente nella gestione di essi,
che amiamo i parchi e ne siamo fruitori,
denunciamo la drammatica situazione in cui i parchi nazionali italiani vengono ridotti,
ci impegniamo a rappresentare questa situazione in tutte le sedi opportune, nazionali e internazionali,
esigiamo che i parchi in Italia continuino a vivere, a rafforzarsi, a svolgere la propria insostituibile e splendida missione nell’interesse di tutti e soprattutto delle generazioni future.

16.7.2010

Per adesioni: graziani@unimc.it

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mercoledì, aprile 29, 2009

Quanto cosa un Parco Nazionale?



Ci sono settori della pubblica amministrazione che, a fronte di costi fissi per personale & progetti, producono beni e servizi di difficile quantificazione.

Un bosco che valore (ecologico, economico, sociale, naturalistico, ...) può avere? E che "servizi" (legname, ossigeno, effetto-filtro, prodotti del sottobosco, tutela idrogeologica, mantenimento habitat e specie, ...) offre?

Insomma, la gestione delle principali aree di interesse naturalistico in Italia, affidata a Parchi, Riserve e Oasi di vario tipo, è "solo" un costo (come dimostrano i bilanci di un qualsiasi ente gestore di un'area protetta), oppure, considerando l'insieme dei servizi ecosistemici e dei beni "immateriali" prodotti... si va in pareggio o addirittura si può parlare di "avanzo di gestione"?


Ci sono studi e ricerche recentissime e di grande interesse che valutano in maniera più approfondita gli aspetti socio-economici di un'area protetta, quello che purtroppo ogni anno sentiamo è che lo Stato deve ... tagliare fondi qua e la, in maniera generalizzata, senza tenere nella dovuta considerazione le complessità e le specificità di un'ente gestore di un'area protetta.


Dal sito http://www.dolomitipark.it/ riporto uno stralcio di quanto accade in Italia.

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In questi giorni il Parlamento sta discutendo la ripartizione degli stanziamenti 2009 a favore delle Amministrazioni e dei progetti che si occupano di difesa della natura.
Ai Parchi Nazionali, alle Riserve Naturali dello Stato e alle attività previste dalle Convenzioni internazionali per la tutela della natura (quella di Rio sulla biodiversità, quella di Bonn per la tutela delle specie migratorie e la CITES, che impedisce il commercio internazionale di flora e fauna in via di estinzione) sono destinati poco più di 56 milioni di euro.
Rispetto al 2008 (stanziamento di quasi 64 milioni di euro), le risorse sono state ridotte di oltre 7,5 milioni di euro (pari a quasi il 12% del totale)..

Ai 23 Parchi Nazionali lo Stato destinerà, nel 2009, meno di 52 milioni di euro: quanto il costo di un chilometro della variante di valico Bologna - Firenze.


Alle 23 “perle” del Bel Paese, che includono i borghi a picco sul mare delle Cinque Terre, gli stambecchi del Gran Paradiso, le foreste della Sila, le scogliere del Gargano, le vette delle Dolomiti Bellunesi, i ghiacciai dello Stelvio, il mare della Maddalena e dell’Asinara, gli orsi d’Abruzzo (e molto altro) si destinano gli stessi soldi di 1..000 metri di asfalto. Tutto si potrà dire dei Parchi Nazionali, ma non che siano una spesa rilevante per lo Stato.
A ciascun Parco Nazionale viene assegnata una quota fissa (destinata a coprire le spese per il personale, l’attività di sorveglianza compiuta dal Corpo Forestale dello Stato, le spese postali, le bollette, le manutenzioni ordinarie, gli indennizzi per i danni da fauna selvatica) e una quota variabile.
I costi fissi per il funzionamento dei Parchi Nazionali ammontano a meno di 39 milioni di euro. Gli altri 11,5 milioni sono ripartiti in base a tre criteri: la complessità territoriale, quella amministrativa e l’efficienza nella gestione.
La prima è valutata in base alla superficie e alle caratteristiche geografiche del territorio.
La seconda è “misurata” da parametri quali il numero dei Comuni inclusi in tutto o in parte nel Parco e il numero di abitanti all’interno dei confini.
L’efficienza di gestione è valutata in base alla presenza degli strumenti di pianificazione, al conseguimento della registrazione ambientale europea EMAS e alla capacità di spesa degli enti di gestione.

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Ciò detto, concludo con l'amara constatazione che nel Parco nazionale dei Monti Sibillini... i funzionali centri-visita (chiamate "case del Parco") gestiti da cooperative di giovani del posto, a causa dei tagli attuali e delle previsioni tutt'altro che rosee per il futuro prossimo, sono bloccati e... desolatamente chiusi (con l'eccezione di Fiastra e Arquata del Tronto), in attesa di non precisate indicazioni ministeriali....

Insomma, quanto fatto fino ad oggi in termini di valorizzazione turistica sostenibile del territorio montano rischia di essere distrutto per sempre.

Ad majora!


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