Natura et Ratio

domenica, marzo 15, 2020

Lettera di un babbo alla sua bimba di 10 anni (così vicini, così lontani)

14 marzo 2020

Hey Cucciolotta,
questa mattina, mentre andavo velocemente a fare la spesa, osservavo quanti balconi ci sono in ogni casa, qui dove mi trovo. Penso sia così in quasi tutti i paesi e le città, al di fuori dei centri storici medioevali. Guardando meglio, mi sono accorto che quasi in ogni balcone c'era una persona affaccendata in qualcosa: la signora anziana che si prendeva cura di una piantina, il giovanotto con l'immancabile cellulare in mano, il tipo appoggiato sulla ringhiera che osservava quello che stava accadendo in strada, qualche bambino intento a giocare.
E allora ho pensato a te, perché oggi c'è ancora un po' di Sole e sarebbe proprio bello giocare almeno una mezz'oretta all'aria aperta. In questi giorni uno dei pochi spazi "liberi", all'aperto, dove si può giocare è proprio il balcone di casa. O, per chi è più fortunato, il cortile, il piazzale o il giardino sotto la propria abitazione.
Quando avevo più o meno la tua età, abitavo già nella casa dei nonni, in campagna. E, proprio come tua Mamma nell'abitazione dei suoi genitori, appena possibile mi divertivo a stare più fuori che dentro: non c'erano i cellulari, i primi giochi elettronici erano molto costosi e, dopo un po' che ci giocavi, ti stancavano. Sicuramente meno interessanti di un'arrampicata su di una pianta, di una corsa in bici, di un nascondino all'aperto, della "caccia" alle lucertole (vincevano sempre loro) o di un'improvvisata partita a pallone con gli amici che abitavano nei dintorni. Ci si ritrovava sempre, bastava stare fuori casa e chiamarsi a voce alta: dopo qualche minuto, chi poteva era già in pantaloncini corti, maglietta e... pallone sottobraccio!

Ecco, pensando a quei tempi, mi sono tornate in mente le sfuriate dei genitori o dei nonni per tutte le marachelle che combinavamo: una pallonata distruttiva sulle piante di rose o di gerani, col pallone che poi finiva... bucato (dalle spine o dai genitori!); un vetro rotto per entrare di fretta in casa, sbattendo malamente la porta-finestra; qualche caduta di troppo sui sassi o sul prato, e la classica ferita sul gomito o sul ginocchio.... e così via!
Stamattina, guardando quei due fratellini giocare in un balcone stretto stretto, ho anche pensato che non ci era mai accaduto, quando eravamo giovincelli come te e come quei bambini, di dover stare richiusi senza poter uscire per giorni e giorni (come purtroppo sta succedendo in questo periodo). Certo, quando piove o quando le giornate si accorciano, oppure quando ci si busca l'influenza, è normale dover stare più in casa che fuori. Ma non era mai successo di stare "in quarantena", quasi all'improvviso e senza poter vedere nonni o altri familiari, per la comparsa di un "mostriciattolo" di virus in libera e pericolosa circolazione in ogni angolo del mondo. Mostriciattolo che ha anche fatto chiudere tutte le scuole, molti negozi e alcune fabbriche. E dire che ce ne sono tanti, tantissimi di mostriciattoli invisibili in giro, tutti i giorni: sono batteri e virus, proprio come l'ultimo arrivato. Ma, fino ad oggi, almeno qui in Italia non siamo stati costretti a chiudere quasi tutto per cercare di difenderci al meglio e di proteggere le persone più deboli (anziani, soprattutto, e tutti quelli che hanno avuto o hanno delle malattie che li rendono molto deboli).
E allora mi chiedo: perché è successo tutto questo? E' giusto, ad esempio, che ai bambini sia stata tolta la "libertà" di giocare nei giardini e nei parchi-gioco? Perché le famiglie sono costrette, trovandosi per lavoro o per altri motivi, a stare separate per giorni e giorni senza potersi vedere, abbracciare, coccolare come sta capitando anche a noi? E di chi è la colpa?
Ecco, proprio questo: la colpa.
La colpa è degli adulti. Anche se non di tutti, di molti adulti che si approfittano della natura, degli animali e delle piante, scombussolando gli equilibri di un pianeta unico e bellissimo com'è la nostra Terra. Molti dei problemi ambientali li stai studiando a scuola e li senti, spesso, anche nei telegiornali: l'uomo sta causando danni e problemi a tutti, facendo ammalare - lentamente, giorno dopo giorno - il nostro meraviglioso e fragile Pianeta.
E allora noi adulti dovremmo imparare a chiedere scusa, ai bambini e alla Terra. E dovremmo anche riparare i danni fatti e smetterla di maltrattare l'unico mondo che abbiamo, imparando questa lezione e cercando di vivere nel giusto equilibrio che c'è in tutte le cose. Dovremo sempre "sfruttare" la Terra per vivere, è vero e fa parte delle normali interazioni tra organismi viventi ed habitat, ma ci sono limiti da non superare e delle "regole" da rispettare: le impariamo sin da scuola, proprio come le stai imparando tu, tutti i giorni. Il rispetto del prossimo e di tutti gli esseri viventi, l'attenzione all'ambiente che ci circonda, l'aiutarsi reciprocamente quando qualcosa non va o quando stiamo male, il prendere quello che serve e non accaparrarsi tutto, perché inevitabilmente qualcuno resta senza l'essenziale per vivere...
Regole e comportamenti che, non appena si diventa adulti, purtroppo iniziamo a "dimenticare" o a "ignorare": questa è una grande colpa di noi adulti, che pensiamo più a guadagnare soldi che al bene degli esseri viventi e del Pianeta.
I primi a rimetterci, poi, sono i più deboli e i più piccoli... ed è un'ingiustizia che non si può sopportare. O, almeno, che io non sono mai riuscito a tollerare: sono arrabbiato per questo, ma anche triste e deluso per il comportamento di noi adulti. Ma sono triste e deluso soprattutto perché, ora, io e tanti altri genitori che vogliono cambiare le cose in meglio non possiamo fare niente...
E forse non riusciremo a fare niente neanche "domani" (tra un mese o due), quando ritorneremo lentamente alla normalità. E lo sai perché? Perché per far cambiare le cose serve tempo e, probabilmente, servono "nuovi adulti", che pensano di più alle cose belle per tutti, a quelle che ci fanno star bene tra di noi e con la Terra. Insomma, temo che bisognerà aspettare ancora molti anni e, nel frattempo, potrebbero arrivare altri "mostriciattoli" che ci costringeranno a restare a casa, perdendo la libertà che tanto ci piace: un nuovo virus, ma anche l'inquinamento che soffoca le città e causa tanti morti ogni giorno, o la siccità che mette in crisi raccolti ed ecosistemi, un alluvione che porta danni e vittime...
Dovremo forse aspettare che i bambini e le bambine di oggi, gli adulti di domani, crescano e rimproverino i loro genitori e i loro nonni per tutti i problemi che hanno causato e che hanno lasciato non risolti? Saranno i giovani di oggi, gli adulti di domani, che prenderanno decisioni importanti per far migliorare la salute del nostro meraviglioso Pianeta?
Temo proprio di sì!
Ma questo non significa che, nel frattempo, noi "adulti arrabbiati" resteremo immobili e silenziosi, anzi... Continueremo a fare di tutto e a lottare per un presente ed un futuro migliori, anche se siamo pochi e... chi prende le decisioni importanti non ci ascolta. Ma non ci fermeremo, cucciola mia, perché non ci sono scuse che tengano!

E' una lettera troppo lunga e forse noiosa, bimba, ma tuo padre ci teneva a scriverla e a fartela leggere. Tra qualche anno speriamo resti solo un ricordo che ci farà sorridere e niente più.
Ti voglio un "universo" di bene, lo sai? :-)
E, appena questa brutta situazione finirà, correrò ad abbracciarti stretta stretta per recuperare tutto il tempo "perso". E non mi dire che la barba ti "picca" sulle guance, ok?
Un super-bacione, a distanza di... più di un metro (visto che siamo sfortunatamente separati da qualche decina di chilometri) e un salutone!
Babbo

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venerdì, luglio 04, 2014

In alcol veritas: poveri noi!

"Il consumo di alcol rappresenta un importante problema di salute pubblica risultando responsabile in Europa del 3,8% di tutte le morti e del 4,6% degli anni di vita persi a causa di disabilità attribuibili all’alcol. I danni che ne derivano producono effetti non solo sul bevitore ma anche sulle famiglie e sul contesto sociale allargato, a causa di comportamenti violenti, abusi, abbandoni, perdite di opportunità sociali, incapacità di costruire legami affettivi e relazioni stabili, invalidità, incidenti sul lavoro e stradali..."


Inizia così il rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità su "Epidemiologia e monitoraggio alcol-correlato in Italia e nelle Regioni", pubblicato nel 2014 nell'ambito delle attività del Piano Nazionale Alcol e Salute. Rabbrividisco, da genitore e da insegnante, ma non mi sorprendo più di tanto, dato che ogni sera si vedono giovani bere di tutto, nel leggere che per l'anno 2012 "...nella classe di età al di sotto dell’età legale per la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche (11-17 anni), classe quindi in cui il consumo di bevande alcoliche dovrebbe essere pari a zero, il 22,0% dei ragazzi e il 17,3% delle ragazze dichiara di aver bevuto almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno..." Commenti?

Più in generale, le Marche si piazzano sopra la media nazionale per il consumo di vino, mentre per i decessi alcol-attribuibili - i dati sono riferiti al 2010 - siamo tra le regioni che registrano per fortuna i valori più bassi (2,60% sul totale del decessi per i maschi ; 1,31 per le femmine).

Uno dei crucci più grandi di chi, come me, è a contatto quotidianamente con i ragazzi è... come fare per cercare di far capire i danni (e che danni!) di uno stile di vita tutt'altro che sano? Alcol, fumo & sostanze stupefacenti sono un rifugio "sicuro" per molti giovani, spesso trascinati da amici o figure adulte che fungono da "mito" di turno. L'esempio "in positivo" - a casa, a scuola, in palestra e nei luoghi di ritrovo in generale - è fondamentale, oltre ad una base culturale e formativa.
Abbiamo tutti un importante ruolo da svolgere pro-salute nostra e dei nostri figli/nipoti: se deleghiamo ad altri o - peggio - fingiamo di ignorare il tutto, il futuro dei nostri giovani sarà purtroppo segnato!
Non posso non condividere le conclusioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che - tratte dal report - così recitano: "In prospettiva, si può dire che le politiche sull’alcol ancora non riflettono la gravità dello stato di salute, i danni sociali ed economici derivanti dal consumo dannoso di alcol; esse non riescono a essere adeguatamente integrate nel quadro generale della salute, delle politiche sociali e di sviluppo, e non riescono a fornire un’adeguata capacità di garantire coerenza politica e azione congiunta tra i diversi dipartimenti e settori governativi e a tutti i livelli di giurisdizione.
Sarà efficace la politica sull’alcol che garantirà:
‒ l’integrazione delle politiche sull’alcol nelle più ampie politiche economiche e di welfare, contribuendo al reale sviluppo del benessere sociale, sanitario e economico della società;
‒ la coerenza e l’azione “congiunta” tra i diversi ministeri e settori governativi, individuando e attuando i necessari incentivi che forniscono vantaggi ai singoli settori e alla società nel suo complesso;
‒ la coerenza e la partecipazione di soggetti sia pubblici che privati, anche identificando e attuando gli incentivi che avvantaggiano i rispettivi attori pubblici e privati;
‒ l’integrazione di misure di politica sull’alcol in tutte le azioni che promuovono il benessere e stili di vita sani e che riducano il carico delle malattie non trasmissibili e trasmissibili;
‒ la capacità e la possibilità per i comuni, le comunità locali e la società civile di attuare politiche e programmi efficaci sull’alcol che siano uniformati a tutti i livelli della società;
‒ l’erogazione di incentivi, così come di disincentivi, affinché gli individui e le famiglie facciano scelte più salutari in termini di consumo di alcol;
‒ affrontare l’aspetto della domanda, e rispondere al ruolo che l’alcol gioca insieme ad altri fattori nella vita delle persone;
il riconoscimento del fatto che ognuno di noi ha un ruolo da svolgere, che si tratti di individui, o di comunità, di assistenza sanitaria locale e di organizzazioni di assistenza sociale, di organizzazioni non governative, dell’industria delle bevande alcoliche o del governo.
I Paesi che sono più attivi nella realizzazione di politiche e programmi sull’alcol basati sull’evidenza e sul rapporto costi-benefici avranno benefici sostanziali in termini di salute e benessere, produttività e sviluppo sociale”.

Per scaricare il report (è un file pdf) basta cliccare qui.

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