Natura et Ratio

domenica, marzo 15, 2020

Lettera di un babbo alla sua bimba di 10 anni (così vicini, così lontani)

14 marzo 2020

Hey Cucciolotta,
questa mattina, mentre andavo velocemente a fare la spesa, osservavo quanti balconi ci sono in ogni casa, qui dove mi trovo. Penso sia così in quasi tutti i paesi e le città, al di fuori dei centri storici medioevali. Guardando meglio, mi sono accorto che quasi in ogni balcone c'era una persona affaccendata in qualcosa: la signora anziana che si prendeva cura di una piantina, il giovanotto con l'immancabile cellulare in mano, il tipo appoggiato sulla ringhiera che osservava quello che stava accadendo in strada, qualche bambino intento a giocare.
E allora ho pensato a te, perché oggi c'è ancora un po' di Sole e sarebbe proprio bello giocare almeno una mezz'oretta all'aria aperta. In questi giorni uno dei pochi spazi "liberi", all'aperto, dove si può giocare è proprio il balcone di casa. O, per chi è più fortunato, il cortile, il piazzale o il giardino sotto la propria abitazione.
Quando avevo più o meno la tua età, abitavo già nella casa dei nonni, in campagna. E, proprio come tua Mamma nell'abitazione dei suoi genitori, appena possibile mi divertivo a stare più fuori che dentro: non c'erano i cellulari, i primi giochi elettronici erano molto costosi e, dopo un po' che ci giocavi, ti stancavano. Sicuramente meno interessanti di un'arrampicata su di una pianta, di una corsa in bici, di un nascondino all'aperto, della "caccia" alle lucertole (vincevano sempre loro) o di un'improvvisata partita a pallone con gli amici che abitavano nei dintorni. Ci si ritrovava sempre, bastava stare fuori casa e chiamarsi a voce alta: dopo qualche minuto, chi poteva era già in pantaloncini corti, maglietta e... pallone sottobraccio!

Ecco, pensando a quei tempi, mi sono tornate in mente le sfuriate dei genitori o dei nonni per tutte le marachelle che combinavamo: una pallonata distruttiva sulle piante di rose o di gerani, col pallone che poi finiva... bucato (dalle spine o dai genitori!); un vetro rotto per entrare di fretta in casa, sbattendo malamente la porta-finestra; qualche caduta di troppo sui sassi o sul prato, e la classica ferita sul gomito o sul ginocchio.... e così via!
Stamattina, guardando quei due fratellini giocare in un balcone stretto stretto, ho anche pensato che non ci era mai accaduto, quando eravamo giovincelli come te e come quei bambini, di dover stare richiusi senza poter uscire per giorni e giorni (come purtroppo sta succedendo in questo periodo). Certo, quando piove o quando le giornate si accorciano, oppure quando ci si busca l'influenza, è normale dover stare più in casa che fuori. Ma non era mai successo di stare "in quarantena", quasi all'improvviso e senza poter vedere nonni o altri familiari, per la comparsa di un "mostriciattolo" di virus in libera e pericolosa circolazione in ogni angolo del mondo. Mostriciattolo che ha anche fatto chiudere tutte le scuole, molti negozi e alcune fabbriche. E dire che ce ne sono tanti, tantissimi di mostriciattoli invisibili in giro, tutti i giorni: sono batteri e virus, proprio come l'ultimo arrivato. Ma, fino ad oggi, almeno qui in Italia non siamo stati costretti a chiudere quasi tutto per cercare di difenderci al meglio e di proteggere le persone più deboli (anziani, soprattutto, e tutti quelli che hanno avuto o hanno delle malattie che li rendono molto deboli).
E allora mi chiedo: perché è successo tutto questo? E' giusto, ad esempio, che ai bambini sia stata tolta la "libertà" di giocare nei giardini e nei parchi-gioco? Perché le famiglie sono costrette, trovandosi per lavoro o per altri motivi, a stare separate per giorni e giorni senza potersi vedere, abbracciare, coccolare come sta capitando anche a noi? E di chi è la colpa?
Ecco, proprio questo: la colpa.
La colpa è degli adulti. Anche se non di tutti, di molti adulti che si approfittano della natura, degli animali e delle piante, scombussolando gli equilibri di un pianeta unico e bellissimo com'è la nostra Terra. Molti dei problemi ambientali li stai studiando a scuola e li senti, spesso, anche nei telegiornali: l'uomo sta causando danni e problemi a tutti, facendo ammalare - lentamente, giorno dopo giorno - il nostro meraviglioso e fragile Pianeta.
E allora noi adulti dovremmo imparare a chiedere scusa, ai bambini e alla Terra. E dovremmo anche riparare i danni fatti e smetterla di maltrattare l'unico mondo che abbiamo, imparando questa lezione e cercando di vivere nel giusto equilibrio che c'è in tutte le cose. Dovremo sempre "sfruttare" la Terra per vivere, è vero e fa parte delle normali interazioni tra organismi viventi ed habitat, ma ci sono limiti da non superare e delle "regole" da rispettare: le impariamo sin da scuola, proprio come le stai imparando tu, tutti i giorni. Il rispetto del prossimo e di tutti gli esseri viventi, l'attenzione all'ambiente che ci circonda, l'aiutarsi reciprocamente quando qualcosa non va o quando stiamo male, il prendere quello che serve e non accaparrarsi tutto, perché inevitabilmente qualcuno resta senza l'essenziale per vivere...
Regole e comportamenti che, non appena si diventa adulti, purtroppo iniziamo a "dimenticare" o a "ignorare": questa è una grande colpa di noi adulti, che pensiamo più a guadagnare soldi che al bene degli esseri viventi e del Pianeta.
I primi a rimetterci, poi, sono i più deboli e i più piccoli... ed è un'ingiustizia che non si può sopportare. O, almeno, che io non sono mai riuscito a tollerare: sono arrabbiato per questo, ma anche triste e deluso per il comportamento di noi adulti. Ma sono triste e deluso soprattutto perché, ora, io e tanti altri genitori che vogliono cambiare le cose in meglio non possiamo fare niente...
E forse non riusciremo a fare niente neanche "domani" (tra un mese o due), quando ritorneremo lentamente alla normalità. E lo sai perché? Perché per far cambiare le cose serve tempo e, probabilmente, servono "nuovi adulti", che pensano di più alle cose belle per tutti, a quelle che ci fanno star bene tra di noi e con la Terra. Insomma, temo che bisognerà aspettare ancora molti anni e, nel frattempo, potrebbero arrivare altri "mostriciattoli" che ci costringeranno a restare a casa, perdendo la libertà che tanto ci piace: un nuovo virus, ma anche l'inquinamento che soffoca le città e causa tanti morti ogni giorno, o la siccità che mette in crisi raccolti ed ecosistemi, un alluvione che porta danni e vittime...
Dovremo forse aspettare che i bambini e le bambine di oggi, gli adulti di domani, crescano e rimproverino i loro genitori e i loro nonni per tutti i problemi che hanno causato e che hanno lasciato non risolti? Saranno i giovani di oggi, gli adulti di domani, che prenderanno decisioni importanti per far migliorare la salute del nostro meraviglioso Pianeta?
Temo proprio di sì!
Ma questo non significa che, nel frattempo, noi "adulti arrabbiati" resteremo immobili e silenziosi, anzi... Continueremo a fare di tutto e a lottare per un presente ed un futuro migliori, anche se siamo pochi e... chi prende le decisioni importanti non ci ascolta. Ma non ci fermeremo, cucciola mia, perché non ci sono scuse che tengano!

E' una lettera troppo lunga e forse noiosa, bimba, ma tuo padre ci teneva a scriverla e a fartela leggere. Tra qualche anno speriamo resti solo un ricordo che ci farà sorridere e niente più.
Ti voglio un "universo" di bene, lo sai? :-)
E, appena questa brutta situazione finirà, correrò ad abbracciarti stretta stretta per recuperare tutto il tempo "perso". E non mi dire che la barba ti "picca" sulle guance, ok?
Un super-bacione, a distanza di... più di un metro (visto che siamo sfortunatamente separati da qualche decina di chilometri) e un salutone!
Babbo

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martedì, giugno 07, 2011

8 bambini su 10, in Italia, nascono già "contaminati" da sostanze chimiche!

“PROGETTO PREVIENI”: AMBIENTE, SALUTE E RIPRODUZIONE
L’INQUINAMENTO NASCOSTO CHE METTE A RISCHIO FERTILITA’ E SALUTE


Otto bambini su dieci nascono già contaminati
Studiati per confronto anche animali di due Oasi WWF abruzzesi.

[Roma, 26 maggio 2011 - Ufficio Stampa WWF Italia]


L’inquinamento ambientale può avere ripercussioni negative sulla fertilità umana e animale, e le sostanze nocive che ne sono responsabili - dette “interferenti endocrini” perché interferiscono sugli equilibri degli ormoni sessuali - non solo ci “contaminano” quotidianamente attraverso l’alimentazione o il contatto con tessuti, oggetti, plastiche e detergenti, ma sono anche in grado di superare la barriera, un tempo ritenuta invalicabile, della placenta, tanto che otto bambini su dieci nascono già “contaminati”, anche se senza apparenti disturbi. D’altro canto, lo studio mostra anche che in situazioni più naturali, come le Oasi WWF, la presenza dei contaminanti appare avere un impatto ridotto.

Lo rivelano i primi dati, presentati il 26 maggio 2011 a Popoli (PE) nel mese di promozione delle Oasi WWF scelta in quanto sede di una delle due oasi coinvolte nello studio del progetto “Previeni” (www.iss.it/prvn), il primo studio interdisciplinare sul rapporto tra gli “interferenti endocrini emergenti” (perché ancora non studiati in maniera sistematica), la salute e l’ambiente, condotto dal WWF insieme all’Istituto Superiore Sanità, il Dipartimento Salute della Donna e Medicina del Territorio-Università Sapienza di Roma/Ospedale Sant’Andrea e l’Università di Siena, promosso e finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Lo studio, che ha analizzato un campione di 250 coppie affette da infertilità, 10 coppie mamme-bambino e diverse specie animali che abitano la natura protetta di due Oasi WWF in Abruzzo (Sorgenti del Pescara a Popoli e Diga di Alanno), evidenzia come negli individui che vengono esposti maggiormente ad interferenti endocrini aumenti il rischi di infertilità e patologie correlate. Un dato che conferma altre indicazioni della letteratura scientifica internazionale, che mostrano come alti livelli di interferenti endocrini aumentino i disturbi della fertilità, della gravidanza e dello sviluppo infantile.

Non solo: lo studio “Previeni” ha anche confermato che gli “interferenti endocrini” sono in grado di attraversare la placenta, passando direttamente dalla madre, che dopo la gravidanza risulta in parte “svelenata”, al bambino, che nasce già contaminato. Una contaminazione di partenza che, in assenza di misure di prevenzione, potrà continuare nella vita successiva. Qualche numero? Nel 100% dei casi, da una madre contaminata nasce un bambino contaminato, e su dieci coppie mamma-bambino, otto presentano tracce di interferenti endocrini, nello specifico “ftalati”.

Nonostante le limitazioni di legge, ottenute grazie anche alla spinta congiunta del mondo scientifico e del mondo ambientalista, interferenti endocrini ancora si trovano in oggetti di uso comune come tappeti, vestiti, pentole antiaderenti e vernici (“composti perfluorurati-PFC”, idrorepellenti e anti-macchia), giocattoli, contenitori e dispositivi medici (“ftalati”, rendono il PVC più flessibile), tessuti, auto, pc e televisori (“ritardanti di fiamma”, riducono l’infiammabilità), pesticidi, oli e prodotti industriali (“policlorobifenili-PCB”, in alcuni paesi proibiti già dagli anni 70-80, ma persistenti nell’ambiente).

E loro tracce vengono riscontrate anche negli alimenti, dove arrivano sia per contatto diretto, per esempio con i contenitori di plastica, sia per l’inquinamento degli ambienti in cui vengono allevati gli animali e coltivate le piante. Molti interferenti endocrini (come i PFC, i ritardanti di fiamma, i PCB), sono infatti contaminanti “persistenti” perché, anche quando dispersi nell’ambiente, non si degradano ma si accumulano negli organismi viventi (e in particolare negli animali al vertice della rete alimentare), continuando a penetrare nell’organismo attraverso la cute, le mucose, l’apparato respiratorio e l’alimentazione. Al punto che anche sostanze vietate ormai da decenni come il DDT, continuano ad essere presenti nell’aria, nella terra e nell’acqua e vengono ancora riscontrati in bambini e animali nati oggi. Altre sostanze, come gli ftalati, sono meno persistenti, ma il loro vasto utilizzo in un gran numero di materiali fa sì che se ne trovino tracce anche nell’ambiente e nelle reti alimentari.

Le cose cambiano se dagli ambienti urbani passiamo agli ambienti delle due Oasi WWF abruzzesi coinvolte nello studio, Sorgenti del Pescara e Diga di Alanno. In entrambe, i contaminanti oggetto dello studio sono stati riscontrati in livelli bassi nelle specie oggetto dello studio, il lombrico (Lumbricus terrestris), i pesci barbo (Barbus tyberinus) e trota (Salmo trutta), e come uccello acquatico la folaga (Fulica atra). Ma anche all’interno delle Oasi e nelle zone immediatamente limitrofe, le aree a valle di insediamenti industriali, scarichi e discariche, ovvero la confluenza del fiume Aterno e la Diga di Alanno, risultano meno “pulite” per le sostanze cercate sia a livello ambientale sia negli animali studiati.

Questo fatto ha portato le aosi abruzzesi a ideare un approfondimento che è ora in corso.
“Dal momento che i nostri alimenti sono prodotti da organismi viventi, la sicurezza alimentare è uno snodo chiave fra la qualità dell’ambiente e la nostra salute – ha dichiarato Alberto Mantovani, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatore del progetto – Il progetto Previeni, uno dei primi in Italia che integra diverse discipline scientifiche, studia i contaminanti emergenti capaci di alterare i nostri ormoni, con il preciso obiettivo di aggiornare i sistemi di prevenzione dei rischi per la nostra salute.”

“La contaminazione dell’ambiente è un nemico nascosto, che oltre a minacciare gli ecosistemi terrestri e marini, passa attraverso il cibo e gli oggetti che usiamo ogni giorno, con conseguenze anche gravi sulla nostra salute - ha detto Donatella Caserta, ordinario di ginecologia e ostetricia dell’Università di Roma “Sapienza” – Per ridurre i rischi, dobbiamo limitare la nostra esposizione a queste sostanze, attraverso stili di vita e scelte alimentari consapevoli. Ed è sempre più necessaria la realizzazione di adeguati programmi di controllo, sulla base di un sano principio di precauzione.”

“ La presenza di boschi, fasce ripariali e vegetazione acquatica migliora la capacità dell’ambiente di rispondere agli stress antropici come l’introduzione di contaminanti. La produzione di queste aree ed è quindi una risorsa positiva anche per la salute umana, capace di migliorare le condizioni di vita ed aumentare il benessere – ha detto Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia - Nell’ultimo ventennio, la forte industrializzazione ha determinato una contaminazione ambientale diffusa senza precedenti. Mai come oggi, la normativa in materia di sostanze chimiche deve diventare più efficace e restrittiva, nell’ottica di salvaguardare la salute dell’uomo e dell’ambiente.”

I primi dati del progetto sono stati presentati presso la Scuola Secondaria Edmondo di Pillo, a Popoli (Pescara), da Alberto Mantovani dell’Istituto Superiore di Sanità, da Eva Alessi del WWF Italia, Cristiana Guerranti dell’Università degli Studi di Siena, Cinzia La Rocca dell’Istituto Superiore di Sanità, Donatella Caserta dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza”, Michele Amorena dell’Università degli Studi di Teramo. Erano presenti Carlo Zaghi del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il sindaco di Popoli, gli assessori regionali e provinciali ai Parchi e all’Ambiente e la presidente del WWF Abruzzo.

In una seconda fase, entro la fine dell’anno, verranno presentate anche le ripercussioni nell’età evolutiva e sull’infertilità sine causa dell’esposizione a questi stessi contaminanti.

Si fa anche questo nelle Oasi WWF. Il convegno è stato organizzato nelle tre settimane di promozione delle Oasi WWF, un patrimonio comune di oltre 30.000 ettari di natura, che oltre a proteggere gli ambienti più belli e preziosi del nostro territorio, sono anche un importante laboratorio per la ricerca scientifica avanzata. Un patrimonio che quest’anno il WWF ha deciso di ampliare cercando di salvare, tramite una grande iniziativa di raccolta fondi, tre preziosi boschi a rischio da trasformare in nuove Oasi, al sicuro da ogni minaccia e aperte alla fruizione di tutti.

Per info: www.wwf.it


----------------approfondimento--------------------

1) INTERFERENTI ENDOCRINI: QUESTI SCONOSCIUTI

COSA SONO? Gli interferenti endocrini (Sostanze chimiche con Attività Endocrina - Endocrine Disrupting Chemicals ) sono un eterogeneo gruppo di sostanze in grado di interferire con il funzionamento del sistema endocrino attraverso svariati meccanismi. Le condizioni di equilibrio (omeostasi) della tiroide e degli ormoni sessuali sono i loro principali bersagli. La salute riproduttiva e l’infanzia sono le fasi biologiche più suscettibili. Agiscono anche a basse dosi. Dipendono molto dalle scelte alimentari e gli stili di vita.


QUALI SONO? (elenco non esaustivo)

1.Contaminanti Organici persistenti (POP): pesticidi, biocidi, antiparassitari
2.Sostanze industriali e “prodotti di consumo”

Tra le sostanze chimiche più studiate per le loro proprietà estrogeniche ci sono gli ftalati e il bisfenolo A, da marzo di quest’anno vietato nell’Unione Europea nei biberon in plastica. In particolare l’esposizione ad alcuni ftalati comporta importanti alterazioni dello sviluppo del sistema riproduttivo maschile.

FTALATI: vengono usati per rendere flessibili le plastiche a base di PVC utilizzate nella produzione dei materiali di imballaggio, nei giocattoli per l’infanzia e nei dispositivi medici quali i tubi e le sacche per trasfusione. Ma poiché gli ftalati non hanno un legame chimico “forte” con il PVC, vengono rilasciati nelle materie con cui vengono in contatto, come fluidi biologici e alimenti, rappresentando contaminanti ad elevato impatto sulla salute umana, anche in fasce di popolazione a rischio come l’infanzia e gli adulti sottoposti a trattamenti terapeutici continuativi.

La maggior parte dei dati relativi all’effetto tossico degli ftalati derivano da studi condotti sui mammiferi, dove si è osservato che gli ftalati possono determinare danni al fegato, ai testicoli, anomalie nella progenie.

Tra i composti maggiormente impiegati come plasticizzanti oltre il 50% è rappresentato dal di-2-etilesilftalato (DEHP). Sulla base della cancerogenicità accertata in topi e cavie, nel 1982 l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il DEHP come probabile cancerogeno per l'uomo. Il prodotto principale di degradazione del DEHP è il mono(2-etilesil)ftalato (MEHP) che è risultato positivo a diversi test di mutagenesi ed è il composto più tossico, nonché quello rinvenuto nelle otto coppie madre-figlio analizzate da Previeni.

I COMPOSTI PERFLUORURATI (PFC) sono sostanze di sintesi ampiamente utilizzate in ambito industriale e in beni di consumo, quali rivestimenti idrorepellenti e resistenti alle macchie per tessuti e tappeti, rivestimenti impermeabili ad olio e grassi per carta ad uso alimentare, antiaderenti delle padelle in Teflon®, schiume antincendio, vernici per pavimenti ed insetticidi. Un’ampia gamma di composti organici perfluorurati è presente nell’ambiente. L’elevata stabilità rende queste molecole in grado di accumularsi negli organismi, per i quali risultano nocive. PFOS (perfluorottano sulfonato) e PFOA (acido perfluorottanoico) fanno parte del gruppo dei PFC, sono interferenti endocrini caratterizzati anche da neurotossicità e capacità di interferire con lo sviluppo fetale. Nonostante l’importanza dei PFC come contaminanti ambientali e l’individuazione di questi composti in diversi animali in numerose aree del mondo, poco è noto sulla loro presenza e la distribuzione ambientale in Italia. Nel 2006 l’EPA ha decretato che entro il 2015 tutte le emissioni di PFOA dovranno essere eliminate. Nello stesso anno il Science Advisory Board dell’EPA ha suggerito l’inserimento del PFOA fra le sostanze potenzialmente cancerogene.

I RITARDANTI DI FIAMMA sono aggiunti a molti oggetti allo scopo di ridurre la loro infiammabilità, tra cui vernici, fibre tessili e altri materiali. Il loro principale utilizzo viene fatto dall’industria elettronica per la produzione di cavi elettrici, componenti di televisori, computer, automobili, e circuiti elettrici in genere. I ritardanti di fiamma possono essere suddivisi in diversi gruppi a seconda della loro natura chimica. I più importanti sono i difenileteri polibromurati (PBDE) e i bifenili polibromurati (PBB).

I POLICLOROBIFENILI (PCB) sono stati utilizzati per numerose applicazioni tecniche. I PCB, prodotti commercialmente dagli anni ’30, utilizzati per diverse applicazioni, fra cui fluidi dielettrici per condensatori e trasformatori, fluidi per il trasferimento di calore, fluidi idraulici, oli lubrificanti e da taglio, come additivi in pesticidi, pitture, materie plastiche, ecc., cominciarono ad evidenziare, già nel 1966, i primi effetti tossici sulla salute di volatili e persone. Alla fine degli anni ‘70, la loro estrema persistenza e gli effetti negativi sulla salute portarono a proibirne la produzione in alcuni paesi industrializzati, che hanno poi intrapreso azioni per controllarne e restringerne il flusso nell’ambiente. I PCB non esistono in natura, dunque, la loro attuale diffusione nell’ambiente è legata alla produzione storica e al loro conseguente utilizzo, smaltimento o rilascio accidentale da parte di prodotti o materiali contenenti PCB. La loro resistenza ai processi di degradazione biologica e fisico-chimica li rende contaminanti estremamente persistenti. Si accumulano negli ecosistemi terrestri e acquatici, diffondendosi su scala planetaria attraverso processi atmosferici. I PCB sono responsabili di una vasta gamma di effetti tossici cronici. Danneggiano tra l'altro il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale. Inoltre, provocano effetti nocivi sui meccanismi di regolazione endocrina (ormonale) dell'organismo. Alcuni PCB producono effetti simili a quelli della diossina.

INTERFERENTI ENDOCRINI “NATURALI”: anche negli alimenti possono essere naturalmente presenti sostanze in grado di provocare interferenze con il sistema endocrino. Tra queste, le sostanze rilasciate da muffe e funghi alimentari (micotossine) e gli estrogeni vegetali (fitoestrogeni) contenuti in piante come la soia in primis, i legumi, ortaggi (asparagi, carote, piselli, patate ecc). Se da un lato una buona assunzione alimentare di fitoestrogeni può essere un fattore protettivo contro alcuni tumori (ad es., mammella, prostata) e patologie della menopausa, ci sono perplessità sull'esposizione a dosi elevate soprattutto durante la gravidanza o la prima infanzia, per es. attraverso l'uso di integratori o latte artificiale a base di soia.

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sabato, novembre 06, 2010

Filtri antiparticolato & aumento delle polveri sottili: quando l'economia scherza con la salute


Servono veramente questi fantomatici filtri antiparticolato (FAP) per ridurre le emissioni di polveri dei veicoli e per tutelare la salute nostra e dei nostri figli, specialmente in città trafficate?


Una ficcante inchiesta di un valido giornalista italiano mette in luce aspetti a dir poco allucinanti....
Qui potete vedere il trailer dell'inchiesta [link esteso http://www.youtube.com/watch?v=K4iC7nSUesU&feature=player_embedded ]

Qui, invece, vi riporto le indicazioni tecniche dei ricercatori Gatti e Montanari, esperti di nanoparticelle e salute umana: [link esteso http://retedeicittadini.it/?p=5149 ]
Un estratto:
<< I dottori Gatti e Montanari hanno spiegato, con la chiarezza e la competenza che da sempre li contraddistingue, che questi filtri catturano le polveri di scarto e, dopo averle sottoposte ad un particolare processo chimico, le riscaldano ...fortemente così da frantumarle in pezzi molto più piccoli e numerosi di quanto non lo fosse il normale pm10 che esce generalmente dai tubi di scappamento. Risultato finale: la quantità di polvere che esce da questi filtri è la stessa di quella che usciva senza i filtri, se non fosse che essendo più finemente frantumata è molto più pericolosa di prima, in più ci sono le sostanze chimiche velenose inserite durante il processo di filtrazione. Il vantaggio, se così lo possiamo chiamare, è che le centraline che misurano il pm10 ne rileveranno di meno, perchè essendo passata parzialmente allo stato gassoso ed essendosi ridotta di dimensioni, la polvere “passa più inosservata” di prima. Così le ARPA e i sindaci si sentono più tranquilli, ma i loro cittadini si ammalano molto di più >>

<< Il fatto di far montare per legge un dispositivo che peggiora la qualità della nostra aria e fa aumentare parecchio il rischio di malattie per i cittadini è già di per sè incredibile, ma forse in quest’Italia lo possiamo anche capire se pensiamo che il 90% di tali filtri sono prodotti dal potente gruppo PIRELLI (…). Non finisce qui. L’azienda Dukic ha brevettato un altro tipo di dispositivo che si posiziona a monte della combusione, riuscendo a migliorare notevolmente questa fase e ad abbattere, questa volta realmente, le emissioni degli autoveicoli. Questo dispositivo così innovativo, inoltre, rispetto ai F.A.P., non avrebbe bisogno di manutenzione, costerebbe un terzo, ridurrebbe i consumi, insomma sarebbe un sogno per tutti. L’unico ostacolo, che ne impedisce ancora oggi l’omolazione legale forse è proprio il nome del produttore, che è appunto Dukic e non Tronchetti Provera >>

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