Natura et Ratio

lunedì, febbraio 21, 2011

La prestigiosa Unione Zoologia Italiana in difesa dell'insegnamento delle Scienze Biologiche e Naturali


Quello che vi presento è un accorato appello per sensibilizzare il Ministero dell’Istruzione e le Commissioni che stanno lavorando sulla "riforma" che, tra le altre cose, penalizza le scienze... nonostante in tutti i documenti ministeriali vi siano espliciti riferimenti sull'importanza del "sapere scientifico" e della cultura naturalistica!


Il documento è scaricabile anche dal sito dell'Unione Zoologica Italiana www.uzionlus.it

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Stella Gelmini
Al Presidente della VII Commissione del Senato, on. Guido Possa
Al Presidente della VII Commissione della Camera, on. Valentina Aprea
Al Presidente della Cabina di regia del MIUR, dott. Max Bruschi
Ai Membri del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione
Ai Membri della VII Commissione del Senato
Ai Membri della VII Commissione della Camera
Ai Membri della Commissione per le Indicazioni Nazionali
Al Dott. Luciano Chiappetta Direttore del Personale del MIUR


Oggetto: appello per la salvaguardia delle Scienze biologiche e naturali nella Scuola Secondaria di II grado


L'Unione Zoologica Italiana (UZI) onlus è una delle più antiche società scientifiche italiane e tra i suoi scopi primari vi sono quelli di promuovere gli studi nelle varie discipline zoologiche oltreché di sostenere e garantire un adeguato inserimento della zoologia e più in generale della biologia animale non soltanto nelle strutture di ricerca pubbliche e private ma anche nelle sedi dove a diversi livelli si insegnano le Scienze biologiche, naturali e ambientali.
Rappresentanti dell'UZI, in qualità di esperti in Biologia animale, sono presenti in vari Comitati di Ministeri quali quello dell’Ambiente, oltreché di Amministrazioni Regionali e Provinciali.

CONSIDERATO

Che il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) ha più volte ribadito che il nuovo Liceo Scientifico (opzione Scienze Applicate) debba fornire competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti alla cultura scientifico tecnologica con particolare riferimento alle scienze matematiche, fisiche, chimiche, biologiche, naturali, della terra, all’informatica e alle loro applicazioni.

Che nuovi Regolamenti degli Istituti tecnici e professionali della Scuola Secondaria Superiore le discipline biologiche, naturalistiche e di scienze della terra risultano come un'unica materia e che il monte ore loro assegnato è sperequato rispetto a quello delle altre discipline scientifiche (Fisica, Matematica, Chimica) il che si traduce, a nostro avviso, in una evidente distorsione del messaggio culturale che viene fornito agli studenti.

Che in tutti gli indirizzi liceali e in quasi tutti quelli tecnici e professionali della nuova Scuola Secondaria Superiore non sono previste ore per il laboratorio di Biologia mentre sono previste per i laboratori di Chimica e Fisica, con un conseguente impoverimento del bagaglio di conoscenze scientifiche che viene in tal modo fornito agli studenti.

Che nella Commissione per la revisione delle Classi di Concorso della Scuola Secondaria Superiore non risultano essere presenti rappresentanti universitari di area biologica e naturalistica.


CHIEDE

Che le Scienze Biologiche e Naturali possano avere al pari delle altre discipline scientifiche un adeguato ed equilibrato monte ore tale da permettere agli studenti di acquisire conoscenze scientifiche sufficienti da poter permettere loro l’iscrizione al più ampio spettro possibile di Corsi di Laurea nel campo delle scienze sperimentali.

Che il MIUR integri le diverse Commissioni che si occupano della riforma della Scuola Secondaria Superiore con rappresentanti di docenti universitari di Scienze biologiche e naturali e/o rappresentanti di Società scientifiche del settore quale l’Unione Zoologica Italiana.

AUSPICA

Che le presenti richieste vengano accettate e possano quindi contribuire ad una preparazione culturale degli studenti della Scuola Secondaria Superiore che sia la più ampia ed allo stesso tempo la più articolata possibile.

Documento approvato all’unanimità dal Consiglio Direttivo dell’UZI riunitosi a Roma il 28.01.11 presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”, dell’Università di Roma “La Sapienza” e dalla successiva Assemblea dei Soci tenutasi sempre nella stessa sede il 29.01.11.

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martedì, settembre 22, 2009

In DIFESA dell'educazione scientifica: serve anche il tuo aiuto!

Il riordino della scuola secondaria superiore in via di approvazione mette in pericolo, a causa di drastici tagli, il futuro dell’educazione scientifica nel nostro Paese e dello sviluppo ad essa collegato.

I sottoscritti, come rappresentanti qualificati di docenti, genitori e cittadini interessati all’efficacia della scuola e al futuro degli studenti,
CHIEDONO
al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di garantire che il riordino della scuola italianariconosca all’educazione scientifica un ruolo di primo piano e lo spazio adeguato.

A tutti i giovani deve essere garantita la formazione scientifica di base perché possano:
- sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per interpretare i fenomeni naturali;
- fruire in modo corretto e consapevole delle moderne conquiste della scienza e della tecnologia.

È necessario che il curricolo per far “fare scienze” sia impostato secondo un approccio investigativo- sperimentale, fin dai primi anni di scuola. Ricerca internazionale, Unione Europea e OCSE convergono su questa indicazione (1).
Questo approccio richiede il tempo per svolgere le attività caratteristiche del procedere scientifico nell’acquisizione della conoscenza, cruciali per lo sviluppo di competenze di alto livello. Sono queste che fanno della cultura scientifica un valore irrinunciabile per la formazione del cittadino.
Le esigenze sopra descritte contrastano con la notevole diminuzione delle ore di scienze sperimentali che si riscontra in quasi tutti gli indirizzi previsti dai nuovi ordinamenti. Nei bienni degli istituti tecnici e professionali, si diminuiscono le ore delle scienze sperimentali e si dimezza il tempo per il laboratorio riducendolo con ciò a un ruolo marginale. Nei bienni dei licei classico e artistico, addirittura, mancano del tutto gli insegnamenti scientifico-sperimentali.Ridurre le risorse è controproducente. Bisogna, invece, valorizzare quanto già fatto per migliorare l’insegnamento scientifico (Piano ISS - Insegnare Scienze Sperimentali, Progetto Lauree Scientifiche, ricerche nelle SSIS per la formazione iniziale degli insegnanti) tenendo conto delle le migliori esperienze didattiche maturate nella scuola.
Mantenere alta la motivazione dei docenti a riqualificare la propria professionalità è determinante per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento delle scienze sperimentali nel nostro Paese.Occorre, pertanto, distribuire con maggiore equilibrio gli insegnamenti all’interno del tempo scuola complessivo, dando alle scienze sperimentali spazi e tempi di lavoro adeguati in tutti gli indirizzi.

VAI ALLA PAGINA PER APPORRE LA TUA FIRMA IN DIFESA DELL'EDUCAZIONE SCIENTIFICA: http://www.anisn.it/educazione_scientifica.php

(1)
European Commission, 2007. Science Education NOW: A renewed Pedagogy for the Future of Europe. Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg, 29 pp.
Eurydice, 2006. L’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa, politiche e ricerca. Eurydice, la rete di informazione sull’istruzione in Europa, Bruxelles, 93 pp.
OECD - PISA 2006, Science Competencies for Tomorrow’s World,Volume 1: Analysis. OECD Publications, Paris, 390 pp.
OECD, 2008. Encouraging Student Interest in Science and Technology Studies. OECD Publications, Paris, 132 pp.

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mercoledì, giugno 24, 2009

La distruzione politica della cultura scientifica e del pensiero critico parte… dalla scuola!

Grazie, ministro Gelmini. Grazie, governo Berlusconi.

Grazie per l’impegno che state mettendo per distruggere a poco a poco la scuola italiana. L’ultima “perla di saggezza” uscita dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 maggio 2009 riguarda le superiori ed in particolare la paradossale “riforma dei licei” (resa pubblica il 12 giugno 2009) che diminuisce, tra le altre cose, le ore di insegnamento delle scienze sperimentali.

Andiamo con ordine.
Secondo gli esperti internazionali (tutti certamente “comunisti” e “no-global”, NdR) che collaborano con strutture tecnico-scientifiche come l’OECD (http://www.oecd.org/) o l’EURYDICE (http://eacea.ec.europa.eu/portal/page/portal/Eurydice) in Italia più che in altri Paesi occorre perseguire l’obiettivo di una migliore e più approfondita alfabetizzazione scientifica di base fatta sia di conoscenze sia di abilità, in rispondenza alle istanze internazionali e considerato lo stato di “Nation at risk” in cui versa il nostro Paese per l’educazione e la formazione scientifica.

Troppo generico?
Ok, allora andiamo ad analizzare le prove di valutazione OCSE-PISA del 2006 sulle competenze scientifiche dei quindicenni di 57 paesi del mondo: gli studenti italiani hanno conseguito risultati per le Scienze che pongono il nostro paese in coda (36) alle graduatorie internazionali. Può bastare come premessa?

Bene, anzi, male. A fronte di questi dati, che rivelano un’evidente stato di “emergenza educativa e formativa”, i nuovi ordinamenti prospettati dall’attuale governo non sembrano assolutamente tenerne conto vista la riduzione complessiva delle ore dedicate alle Scienze naturali e la scarsa considerazione riservata alle attività pratiche e al rinnovamento dell’approccio didattico richiesto dalla acquisizione di competenze piuttosto che di conoscenze.

Ma entriamo direttamente nei punti del documento “gelminiano” incriminato. Cosa succede alle materie scientifiche? Rielaborando un quadro riassuntivo preparato dall’Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali (ANISN), ecco i principali punti critici:

1) si registra una diminuzione delle ore di insegnamento delle scienze sperimentali nel loro complesso e delle scienze naturali (intese come Biologia e Scienze della Terra) nello specifico, con conseguente riduzione delle ore dedicate al laboratorio in tutti gli indirizzi di studio (tranne che nel liceo scientifico);

2) la distribuzione delle ore in alcuni indirizzi liceali, classico e artistico, non prevede nel biennio alcuna disciplina scientifica a carattere sperimentale, in netto contrasto con le indicazioni internazionali e nazionali sull’importanza delle scienze nella fascia dell’obbligo:

3) l’errata suddivisione delle ore dedicate alle scienze sperimentali, che prevede denominazioni e assetti ormai ritenuti superati in tutti i paesi avanzati e nei quali la Biologia e le Scienze della Terra, scienze della complessità, occupano spazio rilevante nella formazione dei giovani. In particolare:
- negli istituti tecnici e professionali le ore di scienze naturali diminuiscono di un terzo (da 3 a 2 oresettimanali);
- nell’istituto tecnico ad indirizzo economico (I biennio), 3 delle 4 ore di riduzione complessiva dell’orario settimanale, sono a carico delle scienze sperimentali nel loro complesso.

Il lato paradossale della “riforma dei licei”, che ha del comico ma non può che farci… piangere, è che il testo licenziato il 12 giugno è in contrasto con quanto enunciato negli stessi documenti ministeriali, all’interno dei quali si parla di un potenziamento dell’insegnamento della scienza e della tecnologia, come d’altra parte suggerisce l’Unione Europea e l’OCSE in merito all’educazione scientifica (vedi, tra gli altri, i documenti di: OECD, 2008; Eurydice, 2006; OECD, 2006; Osborne & Dillon, 2008; Rocard et al., 2007).

Tornando a bomba al documento dell’ANISN, si evidenzia in particolare:

- la necessità di far acquisire agli studenti un’alfabetizzazione scientifica fatta sia conoscenze sia di abilità, che consenta a tutti di saper interpretare, spiegare i fenomeni naturali - compresi quellirelativi alla gestione della propria salute e dell’ambiente - e fruire in modo corretto e consapevoledelle moderne conquiste della scienza e della tecnologia. Ciò si desume anche dal D.M. 22.8.2007nel quale si individuano saperi e competenze afferenti all’asse scientifico-tecnologico da acquisiredurante l’obbligo scolastico;

- la necessità di non vanificare i processi e i risultati dei pluriennali Piani Nazionalirelativi all’insegnamento delle Scienze Sperimentali.Una diminuzione delle ore di scienzenella fascia d’età dell’obbligo scolastico porterebbe a vanificare gli sforzi intrapresi con pianinazionali quali ‘Insegnare Scienze Sperimentali’ e ‘Progetto Lauree Scientifiche’ nei quali lo stessoMinistero ha investito risorse al fine di promuovere la formazione in servizio dei docenti di Scienzeed un maggior interesse dei giovani verso la cultura scientifica in generale e, nello specifico, verso la prosecuzione degli studi in campo scientifico. Analisi e studi internazionali indicano chiaramentequanto le competenze e l’interesse dei giovani verso le scienze dipenda da come e quanto questevengono trattate a scuola entro i 15 anni di età;

- la necessità di impostare e promuovere l’attività didattica secondo le modalità e le indicazioni sostenute dalle più recenti acquisizioni delle ricerca nell’ambito dell’educazione scientifica. Una diminuzione delle ore di scienze non consentirebbe di impostarel’attività didattica secondo le indicazioni sostenute dalle più recenti acquisizioni della ricercanell’ambito dell’educazione scientifica. “Fare scienze”, piuttosto che semplicemente raccontarle,richiede maggior tempo a disposizione per poter “investigare”, ovvero osservare, ipotizzare,verificare e considerare l’errore, discutere e argomentare, alimentando e sviluppando cioè i processipropri dell’indagine scientifica, indispensabili per l’acquisizione delle competenze scientificherichieste agli studenti. Nello specifico la diminuzione generale delle ore di lezione negli istituti tecnici e professionali non è compatibile con lo svolgimento delle necessarie attività sperimentali epratiche di laboratorio, che sono proprio quelle che devono caratterizzare l’istruzione tecnica eprofessionale.

Quanti, tra i politici che siedono oggi in Parlamento, sono realmente consapevoli della fondamentale importanza per il nostro Paese di una solida e competitiva formazione scientifica da trasmettere ai nostri giovani?

Decisamente pochi, a giudicare dai fatti.

David Fiacchini


Nota a margine
A chi pensa che questi ragionamenti siano farina del sacco di uno o più prof. che ce l’hanno a morte con questo governo e, quindi, rientrano nell’innominabile schiera degli ultimi italiani “coglioni”, “fannulloni” e “comunisti”, consiglio vivamente di approfondire il tema dell’insegnamento e della didattica delle discipline scientifiche nelle scuole (utopia?) leggendo i seguenti lavori (NB: avviso i quattro lettori rimasti che non ci sono immagini di aspiranti veline né di modelle affermate, ma si tratta di pubblicazioni che trattano di scuola, programmazione didattica, insegnamento… sapete, tutte cose tremendamente noiose ma forse utili per chi… sforna riforme scolastiche al ritmo di una panetteria):

OECD, 2008. Encouraging Student Interest in Science and Technology Studies. OECD Publications, Paris, 132 pp (http://www.oecd.org/document/40/0,3343,en_2649_34319_41689640_1_1_1_1,00.html)

Eurydice, 2006. L’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa, politiche e ricerca. Eurydice, Bruxelles, 93 pp.OECD, 2006. PISA 2006, Science Competencies for Tomorrow’s World,Volume 1: Analysis. OECD Publications, Paris, 390 pp. (http://www.oecd.org/document/2/0,3343,en_32252351_32236191_39718850_1_1_1_1,00.html)

Osborne, J., & Dillon, J. (2008). Science Education in Europe: Critical Reflections. London: The Nuffield Foundation, http://hub.mspnet.org/index.cfm/15065 Rocard, M., Csermely, P., Jorde,

D., Lenzen, D., Walberg-Henriksson, H., & Hemmo, V. (2007). Science Education NOW: A renewed Pedagogy for the Future of Europe, Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities, http://ec.europa.eu/research/science-society/document_library/pdf_06/report-rocard-on-science-education_en.pdf

Grazie!

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