Natura et Ratio

martedì, maggio 09, 2017

Sulla sensibilità: educazione naturalistica ed empatia

Laboratorio di scienze, ore 13:30 circa.
Le lezioni sono terminate da una decina di minuti, mi metto a riordinare libri e relazioni, controllo la posta elettronica e addento il tramezzino nella... "pausa pranzo" quando sento, alle mie spalle, due voci allarmate: "...prof, prof!!!!".
Mi volto e due studenti entrano trafelati nel laboratorio con in mano un... "carico" tanto anomalo quanto prezioso, rinvenuto appena qualche minuto prima in una via limitrofa alla scuola.
Si tratta di un adulto di Rondone comune (Apus apus) che, con buona probabilità, è andato ad urtare una vetrata ed è caduto a terra. Non presenta ferite superficiali evidenti, le ali sono integre ma... appare decisamente frastornato. Mettiamo l'animale a riposo e in osservazione all'interno di uno scatolone, per verificare se - trascorsa un'oretta - riprende ad essere curioso, attivo e mobile (segno, abbastanza empirico, di buona salute). In caso contrario mi riprometto di chiamare un amico veterinario esperto in avifauna.
Il Rondone comune è un animale spettacolare sia per la peculiare bio-etologia, sia per l'aspetto fisico: corpo affusolato e ali falciformi, è una vera e propria macchina per il volo e, pur "assomigliando" - in apparenza - alle più note rondini, presenta caratteristiche fisiche e comportamentali molto diverse.
Vorace insettivoro, migratore, gran chiacchierone: nel corso dei voli spericolati e acrobatici, i garriti emessi dagli individui permettono loro di conoscere sempre la posizione e le eventuali variazioni di rotta da apportare all'istante.
Generalmente è più "facile" trovare a terra i giovani appena involati dal nido, ma non siamo ancora nel momento "clou": questi apodiformi (come ricorda il nome) possiedono delle zampette molto corte non adatte per garantire la locomozione o una spinta verso l'alto per prendere il volo (come avviene negli altri uccelli). Esemplari che cadono a terra, dunque, se non vengono salvati difficilmente tornano a volare e finiscono tra gli artigli di qualche predatore.
Qui qualche consiglio utile, visto che tra qualche settimana potrebero servire.
Più in generale, per saperne di più sui rondoni consiglio questa pagina divulgativa.
Ringrazio di cuore i ragazzi (Giacomo e Alessandro) per aver operato questo salvataggio su strada: potevano restare indifferenti e passare oltre, o fermarsi e limitarsi a guardare, col rischio che un veicolo o un gatto ponessero fine alla storia.
E invece - e di questo, scusatemi, ne vado molto orgoglioso :) - di fronte ad un animale in difficoltà lo hanno soccorso senza esitazioni. Guardate, non è così banale o scontato: la sensibilità e l'attenzione verso animali che non siano cani e/o gatti (per riferirsi a quelli con cui più comunemente abbiamo a che fare) è una dote molto, molto rara. Che si apprende in età giovanile: bisognerebbe lavorare di più sui temi di educazione naturalistica fin dalle scuole elementari, per acquisire quell'empatia che da grandi difficilmente riusciremmo a sviluppare. Storie da #IISDaVinci #CivitanovaMarche :)

PS: volete conoscere la fine della "storia"?
Dopo un paio d'ore, ispezionato e idratato, l'animale è tornato più che attivo (muovendo le ali e manifestando una certa "volontà" di rimettersi in volo), segno evidente che si era ripreso dal probabile urto. Se avesse avuto danni più seri... sarebbe rimasto immobile e frastornato, come più volte in passato mi è capitato di osservare per questa ed altre specie. Al primo tentativo di 'accompagnamento al volo'... è ripartito senza apparenti problemi, sfrecciando nel cielo come solo i rondoni sanno fare :D Buona vita, Apus!

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giovedì, luglio 07, 2016

Una lucertola in... farmacia: panico!

Vi racconto una scenetta che mi è accaduta proprio oggi.
Terminata una mattinata di esami (sto svolgendo i colloqui relativi all'esame di maturità presso un liceo del maceratese), provo a raggiungere una vicina farmacia per una commissione. Siamo ben oltre l'orario di chiusura ma la porta automatica... si apre: entro trafelato e al mio timido "buongiorno" non c'è risposta alcuna. Un rapido sguardo conferma che dietro al bancone principale non c'è nessuno: "che si siano dimenticati di chiudere la porta?" penso tra me e me.
Poi sento una flebile vocina proveniente da un angolo remoto della farmacia, dietro una scaffalatura: "sono qui!. Provo a guardare meglio, ma ancora non vedo nulla.
"Potrebbe aiutarmi? E' un'emergenza!", prosegue la vocina...
Faccio due passi e finalmente la situazione di pericolo si materializza proprio di fronte a me: una temibile e pericolosissima lucertola muraiola (chiaramente intirizzita dall'aria condizionata) 'blocca' il passaggio della commessa/farmacista. Che, per maggiore sicurezza, si è rifugiata sopra uno sgabello brandendo un ghiaccio-spray a sua estrema difesa.
"Come possiamo fare per risolvere questa situazione? >> Mi dice con un filo di voce. << E' da mezz'ora che questo mostriciattolo è fermo qui davanti a me!!!" :O
Prendo un fazzoletto e raccogo con delicatezza la lucertolina, portandola in una piccola (...e calda!) area verde antistante la farmacia. :-)
La lucertola ringrazia, si stende al Sole e la commessa... si ricompone: mi chiede se sono veramente sicuro di averla portata fuori e, al mio cenno affermativo, tira un sospirone di sollievo. Poi torna dietro al bancone pronta a servirmi. Ma io mi sono già perso nei soliti 'pensieri da biologo': c'è seriamente bisogno di una 'alfabetizzazione naturalistica' (in termini di educazione e sensibilizzazione) fin dai bambini delle scuole primarie, seguendo i giovani in un percorso didattico-divulgativo pluriennale fino al termine dell'obbligo scolastico. Solo così, tra una ventina d'anni, potremo avere una "nuova generazione" che saprà veramente "come" rapportarsi con l'ambiente e la natura che ci circonda.
Chi lo dice alla ministra Giannini? Un progetto per inserire un'ora settimanale di 'educazione ambientale' c'è, ma è fermo al palo da tempo: forse perché non rientra nei "piani" della #buonascuola ?
Noi, nel frattempo, si resiste!

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giovedì, febbraio 25, 2016

Buonascuola, circolari ministeriali, gite e viaggi di (d)istruzione. O.... sull'elogio del paradosso

Volete sapere le ultime "chicche" provenienti dal ministero dell'istruzione pubblica (tecnicamente supportato, in questo caso, dal ministero dell'interno)?
Quella più "carina" riguarda una circolare fresca fresca (la n. 674 del 3 febbraio) relativa ai "Viaggi di istruzione e visite guidate". Bene, mettetevi seduti che la storia è interessante ma anche foriera di vertigini e labirintite :)
Se si esclude il più che condivisibile aspetto legato all'organizzazione dell'uscita (in particolare alla scelta della ditta di trasporto, scelta che non deve ridursi al mero criterio economico), tutti gli altri punti di questa circolare sono decisamente paradossali.
In pratica, prima di iniziare il viaggio, preside e insegnanti accompagnatori devono:
- verificare che l'autista abbia la patente (!) e un contratto in regola con la ditta;
- verificare, inoltre, che l'autista non abbia bevuto (e che non beva durante le soste, con "marcatura a uomo" in autogrill e in albergo) e, cosa più importante, che non abbia assunto (e non assuma) sostanze stupefacenti;
- controllare il rigoroso rispetto dei limiti di velocità (diversi a seconda delle condizioni meteorologiche, del tipo di strada e del traffico) e dei tempi di riposo -giornaliero e settimanale - dell'autista;
- verificare la presenza delle cinture di sicurezza e dei relativi pittogrammi, nonché l'uso dei suddetti sistemi di ritenuta;
- ispezionare il mezzo di trasporto al fine di evidenziare potenziali pericoli, manomissioni o difetti strutturali (pneumatici, luci di posizioni e fanali vari, retrovisori, dotazioni di emergenza, tergicristalli, liquidi, batteria, ecc.).
Non ci credete? E' (purtroppo) tutto vero :O
Scaricatevi la circolare e gli allegati, sono veramente "illuminanti" quali indicatori del livello di "sanità mentale" di chi ci rappresenta: la sicurezza è importante, qui nessuno scherza su questo aspetto (e ci mancherebbe, dato che custodiamo il tesoro più prezioso al mondo, i giovani). D'altra parte non si può scaricare tutto sulla scuola e sugli insegnanti, che - a parte il "saper insegnare", cosa peraltro non scontata e comunque non così semplice come sembra - devono conoscere i rudimenti del pronto soccorso, le basi di psicologia e psicopatologia dell'età evolutiva, regolamento d'Istituto, regolamento dei viaggi di istruzione, lingua inglese per CLIL, "patentino" per rilevare i BES, nozioni di diritto civile e penale (perché la legge non prevede ignoranza), normative sull'igiene e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e di vacanza/soggiorno, codice della strada e codice di navigazione, alfabeto morse (anche nella variante marziana), regole del burraco e ricetta del tiramisù vegano.
Questa circolare - del resto - si aggiunge alle altre che prevedono, tra le altre cose, che il docente si premuri:
- di controllare che l'albergo dove alloggeranno gli alunni sia a norma (uscite di sicurezza, estintori, antisismica, ecc.), senza balconi raggiungibili dalle camere e con gli studenti disposti possibilmente nelle camere del pian terreno;
- di avere sempre sotto controllo l'intero gruppo di studenti dei quali è "tutore" ai sensi delle vigenti norme civili e penali, evitando di perderli di vista durante tutto il viaggio;
- di prevenire qualsiasi pericolo dovesse capitare nel corso degli spostamenti (a piedi e con mezzi pubblici).
La cosa bella è che, contingenza per contingenza, se dovesse accadere qualcosa nel corso di un viaggio di istruzione la prima cosa che un giudice va a controllare è se il/i docente/i hanno seguito alla lettera, punto per punto, queste e altre prodigiose circolari.
Per la prossima gita scolastica, dunque, gli insegnati saranno forniti di uno speciale kit comprendente:
- una serie di alcol test, compresi i marker Etilglucoronide-ETG, specifico per autisti di autobus;
- almeno 5 saggi immunoenzimatici ELISA, certificati CE, per la rilevazione di droghe e dei loro metaboliti su campioni biologici come capelli, sangue & saliva (prego autista, sputi qui: è per il test antidroga, ordine del ministero!);
- profondimetro per pneumatici (o calibro di profondità), utile per la misura dello spessore del battistrada;
- misuratore di intensità luminosa per fanali di bus & co.;
- multimetro, caricabatterie e batteria universale di riserva;
- catene da neve (nel caso si rompano quelle in dotazione, che magari sono di scarsa qualità...);
- prontuario per il riconoscimento delle malattie rare (per quelle comuni è sufficiente il colpo d'occhio grazie alla formazione acquisita dopo anni di esperienza);
- infine, un agente di polizia del tipo gonfiabile da usare come deterrente "contra omnia" nel caso se ne ravvisasse la necessità.
Ergo, chi è che si rende disponibile ad accompagnare in gita una classe? Strano, mi sembra di non vedere mani alzate....
W la ‪#‎buonascuola‬ !

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venerdì, luglio 04, 2014

Sfaticato d'un insegnante: lavori 18 ore a settimana e hai 3 mesi di ferie!

Il "problema dei problemi" che grava sui lavoratori della scuola (NB: mi riferisco, in particolare, alla secondaria di secondo grado, che poi è quella che conosco meglio dato che dal 2008 sono entrato in questo mondo; per la primaria e la secondaria di primo grado le cose sono leggermente diverse) è l'insieme dei luoghi comuni e delle leggende metropolitane che aleggiano come spettri sempre più reali attorno al settore dell'istruzione pubblica, creando equivoci, generando critiche "a prescindere" e un'infinità di battutine ironiche (che, lo assicuro, feriscono molto chi fa questo mestiere con passione, facendolo diventare quasi una... "missione educativa").

Senza approfittare troppo della vostra pazienza - scusatemi in anticipo per la prolissità, ma l'argomento è complesso e merita un approfondimento non troppo semplicistico - e senza nascondere la triste realtà dei lavativi e degli svogliati che troviamo anche nel nostro settore, provo a "sfatare" almeno i due miti principali, mettendo in luce quali sono le peculiarità nascoste del lavoro di insegnante:

--> le "famose" 18 ore
Le 18 ore settimanali (orario di cattedra) sono quelle che facciamo frontalmente con i ragazzi, in classe, nel corso delle lezioni ordinarie. Un professore - magari fosse così, avrei trovato un "lavoro" niente male! - non svolge ogni settimana 18 ore, ma almeno il doppio, e qui sotto provo a motivarvi tale "aggravio". Tenete però ben presente che, da contratto, un insegnante viene pagato per le "sole" 18 ore contrattuali (lo stipendio, al netto delle ritenute di legge - che ammontano a circa il 30-35% del compenso - è pari a 1300-1400 euro mensili) e tutto quello che fa "extra" sono "fatti suoi". Cioè, allo Stato non importa un fico secco come e quanto lavori...

Perché, allora, da 18 a... 36/ore settimanali (...ma, in realtà, sono molte, molte di più!)?
Perché non sono comprese nell'orario di cattedra:
- le (almeno) 80 ore/anno per gli incontri con le famiglie (ora settimanale e colloqui), le riunioni mensili dei Consigli di Classe (ogni docente ha, in media, tra le 4 e le 6 classi), del Collegio Docenti, del Collegio di indirizzo di corso, del Dipartimento cui afferisce il docente (Matematica/Scienze/Lettere...);
- le decine di ore/anno obbligatorie per i corsi di aggiornamento su sicurezza e prevenzione (che spesso vengono realizzati in comuni distanti dalla città dove ha sede la scuola, e per i quali non prendiamo un euro di rimborso, ma vabbè... sono comunque importanti... ammesso e non concesso che servano a qualcosa per come sono organizzati!);
- le ore dei corsi di formazione (a partecipazione volontaria e a proprie spese per ciascun docente, ma sappiamo benissimo quanto è importante aggiornarsi su argomenti quali informatica, corsi CLIL, LIM, e-book, innovazioni tecnologiche e disciplinari, attività ed esperienze di laboratorio, nuove metodiche di insegnamento curricolare, ecc.);
- le ore necessarie a preparare e correggere compiti in classe, ricerche di gruppo, attività di laboratorio, attività IBSE, esercizi pratici (e sappiamo quanto c'è bisogno oggi di fare pratica, specialmente nelle materie scientifiche....);
- le ore extra che si impiegano per preparare e correggere i test INVALSI e quelli delle prove per la certificazione delle competenze degli alunni del 2° anno (...un obbligo di legge, ma la normativa non ha la copertura economica... siamo in Italia, del resto!);
- le ore extra che i docenti dell'ultimo anno di corso fanno per preparare i ragazzi all'esame di Stato (correzione tesine, elaborati e ricerche; approfondimenti disciplinari; ecc.);
- le ore/anno (anzi, le giornate intere, notti comprese!!!!) impiegate come accompagnatori in gite/visite guidate (per le quali non prendiamo un euro in più, né rimborsi: è tutto "a gratise");
- le ore/settimana che impieghiamo per registrare voti/argomenti svolti/assenze/ritardi/progetti/verifiche/ecc. su pc (il cosiddetto "registro elettronico");
- le ore/anno che si impiegano per preparare e rendicontare progetti (dal livello comunale a quello internazionale, partecipando a bandi europei che finanziano esclusivamente i costi sostenuti dai ragazzi), e sappiamo benissimo quanto è importante preparare i ragazzi a certe tematiche e a certi ambiti lavorativi;
- le ore/settimana che servono per preparare le attività di laboratorio (per un esperimento di chimica, ad esempio, oltre al tecnico di laboratorio - quando c'è, e non sempre c'è; e anche se c'è, spesso è un tecnico specializzato in altro settore che a scuola funge da "jolly" tuttofare - che mi prepara materiali e postazioni, bisogna predisporre schede specifiche, selezionare le strumentazioni e pre-verificarne il funzionamento, allestire eventuali postazioni multimediali, ecc.);
- le ore/settimana di programmazione disciplinare (inizio anno), di aggiornamento di metà anno (fine primo quadrimestre), di predisposizione delle attività di recupero degli alunni con debito (tra gli scrutini del primo quadrimestre e le valutazioni intermedie del secondo), di rendicontazione delle attività svolte (fine anno);
- le ore/mese che si impiegano per preparare la partecipazione ad iniziative di ampliamento dell'offerta formativa, quali le "Olimpiadi delle Biologia/Chimica/Fisica";
- le ore/mese per attività di orientamento in ingresso e in uscita, per la preparazione delle visite alle principali Università del territorio, per le giornate di "scuola aperta"....

...mi fermo qui, ma ce ne sarebbero altre di voci, più specifiche e variabili da scuola a scuola (stage, vacanze-studio estive, certificazioni linguistiche, ecc.)...

Ora, per quantificare solo una di queste voci (quella dei compiti e delle relazioni, ad esempio), considerato che un insegnante ha - in media - tra le 4 e le 6 classi (io, ad esempio, quest'anno ne ho avute 7) e stimando un numero medio di alunni/classe pari a 28 (io ho anche classi da 33 alunni), il lavoro extra cattedra lo si fa per circa 140 alunni (200 nel mio caso).
Quindi, diciamo... 140 compiti, 140 relazioni, 140 schede di laboratorio, ecc. ecc. ogni mese da ottobre a maggio. Anche il più rapido dei prof. per correggere un compito o una scheda, ed assegnare le relative valutazioni, impiega almeno 4-5 minuti (ed è superveloce, ve lo assicuro): solo questo equivale ad almeno 30-50 ore/mese "extra" senza alcuna retribuzione aggiunta, come è sempre stato del resto... .
Può bastare per giustificare il fatto che svolgiamo qualcosina in più delle 18 ore? Che sfaticati 'sti prof., eh?
--> I mesi di vacanza dei prof. Spesso veniamo derisi da chi afferma che un docente ha 3 mesi di ferie d'estate, più Natale e Pasqua. E' una generalizzazione assolutamente falsa e ingiustificata: a parte qualche rarissima eccezione (gli insegnanti di religione cattolica, ad esempio), terminate le lezioni e conclusi gli scrutini (prima fase) di giugno, iniziano le operazioni degli esami di Stato. Io, ad esempio, ho terminato oggi (dal 16 di giugno al 4 luglio, ma c'è chi ancora deve finire i lavori delle commissioni). Poi ci sono i corsi di recupero estivi (per seguire chi ha avuto l'insufficienza), gli esami finali per evitare la bocciatura, gli scrutini (seconda fase).
In alcune scuole, come ad esempio la mia, queste procedure che di fatto concludono l'anno scolastico si svolgono a luglio (quindi io, nel 2014, andrò ufficialmente in "ferie" attorno al 16-17 luglio!), in altri istituti si terranno l'ultima settimana di agosto. Da fine agosto/primi di settembre, poi, si ricomincia con riunioni e attività di programmazione pre-avvio del nuovo anno scolastico. Ora, dove sono questi 90 giorni di ferie... qualcuno me lo deve spiegare: sarei ben felice di farmeli tutti ;-)

Riuscite a capire perché ci sentiamo presi in giro quotidianamente? Considerate anche che, nonostante tutto e tutti, siamo sempre a contatto - giorno dopo giorno - con il futuro del nostro Paese, formando coscienze e conoscenze dei nostri figli: voi, con quale spirito entrereste domani in classe?

Ad majora... if possible!

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martedì, marzo 20, 2012

De schola


Il mondo della scuola può essere visto da diverse prospettive, più o meno soggettive, più o meno generalizzabili.

Un dissacratore per eccellenza, Beppe Grillo, racconta a modo suo cosa NON va.

Come dargli torto? Il burocratese da un lato (leggere qui per cercare di capire di cosa si parla....), e la medicalizzazione di un "problema" (l'iper-attività di alcuni bambini/ragazzi) che di medico, nella gran parte dei casi, non ha nulla. Non si tratta di banalizzare o di semplificare eccessivamente, ma di cercare - come al solito - il buonsenso (con scienza e coscienza).

Per fortuna c'è anche questa scuola!
Ad majora ^^

(immagine della lavagna presa dal web)

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lunedì, febbraio 21, 2011

La prestigiosa Unione Zoologia Italiana in difesa dell'insegnamento delle Scienze Biologiche e Naturali


Quello che vi presento è un accorato appello per sensibilizzare il Ministero dell’Istruzione e le Commissioni che stanno lavorando sulla "riforma" che, tra le altre cose, penalizza le scienze... nonostante in tutti i documenti ministeriali vi siano espliciti riferimenti sull'importanza del "sapere scientifico" e della cultura naturalistica!


Il documento è scaricabile anche dal sito dell'Unione Zoologica Italiana www.uzionlus.it

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Stella Gelmini
Al Presidente della VII Commissione del Senato, on. Guido Possa
Al Presidente della VII Commissione della Camera, on. Valentina Aprea
Al Presidente della Cabina di regia del MIUR, dott. Max Bruschi
Ai Membri del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione
Ai Membri della VII Commissione del Senato
Ai Membri della VII Commissione della Camera
Ai Membri della Commissione per le Indicazioni Nazionali
Al Dott. Luciano Chiappetta Direttore del Personale del MIUR


Oggetto: appello per la salvaguardia delle Scienze biologiche e naturali nella Scuola Secondaria di II grado


L'Unione Zoologica Italiana (UZI) onlus è una delle più antiche società scientifiche italiane e tra i suoi scopi primari vi sono quelli di promuovere gli studi nelle varie discipline zoologiche oltreché di sostenere e garantire un adeguato inserimento della zoologia e più in generale della biologia animale non soltanto nelle strutture di ricerca pubbliche e private ma anche nelle sedi dove a diversi livelli si insegnano le Scienze biologiche, naturali e ambientali.
Rappresentanti dell'UZI, in qualità di esperti in Biologia animale, sono presenti in vari Comitati di Ministeri quali quello dell’Ambiente, oltreché di Amministrazioni Regionali e Provinciali.

CONSIDERATO

Che il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) ha più volte ribadito che il nuovo Liceo Scientifico (opzione Scienze Applicate) debba fornire competenze particolarmente avanzate negli studi afferenti alla cultura scientifico tecnologica con particolare riferimento alle scienze matematiche, fisiche, chimiche, biologiche, naturali, della terra, all’informatica e alle loro applicazioni.

Che nuovi Regolamenti degli Istituti tecnici e professionali della Scuola Secondaria Superiore le discipline biologiche, naturalistiche e di scienze della terra risultano come un'unica materia e che il monte ore loro assegnato è sperequato rispetto a quello delle altre discipline scientifiche (Fisica, Matematica, Chimica) il che si traduce, a nostro avviso, in una evidente distorsione del messaggio culturale che viene fornito agli studenti.

Che in tutti gli indirizzi liceali e in quasi tutti quelli tecnici e professionali della nuova Scuola Secondaria Superiore non sono previste ore per il laboratorio di Biologia mentre sono previste per i laboratori di Chimica e Fisica, con un conseguente impoverimento del bagaglio di conoscenze scientifiche che viene in tal modo fornito agli studenti.

Che nella Commissione per la revisione delle Classi di Concorso della Scuola Secondaria Superiore non risultano essere presenti rappresentanti universitari di area biologica e naturalistica.


CHIEDE

Che le Scienze Biologiche e Naturali possano avere al pari delle altre discipline scientifiche un adeguato ed equilibrato monte ore tale da permettere agli studenti di acquisire conoscenze scientifiche sufficienti da poter permettere loro l’iscrizione al più ampio spettro possibile di Corsi di Laurea nel campo delle scienze sperimentali.

Che il MIUR integri le diverse Commissioni che si occupano della riforma della Scuola Secondaria Superiore con rappresentanti di docenti universitari di Scienze biologiche e naturali e/o rappresentanti di Società scientifiche del settore quale l’Unione Zoologica Italiana.

AUSPICA

Che le presenti richieste vengano accettate e possano quindi contribuire ad una preparazione culturale degli studenti della Scuola Secondaria Superiore che sia la più ampia ed allo stesso tempo la più articolata possibile.

Documento approvato all’unanimità dal Consiglio Direttivo dell’UZI riunitosi a Roma il 28.01.11 presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”, dell’Università di Roma “La Sapienza” e dalla successiva Assemblea dei Soci tenutasi sempre nella stessa sede il 29.01.11.

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domenica, maggio 30, 2010

L'illegalità legalizzata della cosiddetta "riforma" della scuola



Uno stato di diritto, dove le norme - condivise - vanno rispettate da tutti. Chi non le rispetta, paga.
E' quello che tutti, o quasi, vorremmo. O no?


Quanto sta accadendo in questi ultimi mesi credo abbia minato la fiducia dell'ultimo italiano onesto.



Un esempio su cui riflettere? La cosiddetta "riforma Gelmini", che conosco meglio di altre poichè gravito nell'ambiente scolastico da un paio di anni.



L’articolo 64 comma 4 della legge 133/2008 (da cui discende tutta la "riforma") stabilisce che la manovra inerente la scuola sia attuata “con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge” (21 agosto 2008).
Piccolo inciso: badate bene che il titolo della legge reca "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria". In pratica, una legge economico-finanziaria trae origine quella che qualcuno, oggi, continua a chiamare "riforma" della scuola.

Dunque: ad oggi, trascorsi qualcosina più dei 12 mesi previsti dalla legge (siamo a 21 mesi, ndr), dei Decreti contenenti i regolamenti citati solo uno (quello relativo alla "Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei") è stato emanato e firmato dal presidente Napolitano, ma dal 15 marzo scorso... è fermo alla Corte dei Conti per problemi di copertura finanziaria.

Gli altri, ovvero quello sulle indicazioni nazionali relative ai licei (di cui ci viene ora annunciata la bozza definitiva), quello sulle linee guida per gli istituti tecnici ed i professionali, nonché quello relativo alle classi di concorso, sono ancora allo stato di schema. Non essendo stati ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale non sono quindi ancora legge.
Appare inoltre assai improbabile che entro i tre mesi che ci saparano dall'inizio del nuovo anno scolastico, e con in mezzo la pausa estiva, il governo riesca a far entrare in vigore i DPR coi regolamenti e ad emanare i successivi e necessari atti aministrativi per avviare concretamente il riordino a partire dal 1° settembre 2010.

MAI NELLA STORIA DELLA SCUOLA ITALIANA SI ERA ASSISTITO AD UN TALE CAOS NORMATIVO E ORGANIZZATIVO!!!

Quindi, senza alcuna base legale (ovvero: in piena ILLEGALITA') il ministero chiede tuttavia alle scuole ed ai loro utenti di prepararsi al nuovo anno scolastico, come se tutto fosse in regola, ad esempio adottando ed acquistando i nuovi libri di testo con i programmi... ancora inesistenti.
Alla faccia dell'educazione alla legalità!

Perchè questa "prova di forza" e conseguente violazione dello stato di diritto?
A pensar male si fa peccato, e pecchiamo allora: forse il governo vuole avviare subito i tagli legati ai nuovi ordinamenti, incamerandone i fondi?
Le esigenze di cassa passano quindi sopra alle regole del diritto costituzionale!

Ma sapete qual'è la situazione paradossale che stiamo vivendo?
Molti, dai rappresentanti di libri, a tanti colleghi, genitori e studenti, credono che la manovra abbia tutti i crismi della legalità, solo perchè è stata pubblicata in rete o annunciata sui media.
PAZZESCO!

Siamo in uno stato di farlocchi, ci beviamo tutto quello che ci propinano i mass-media "di regime" e/o allineati al pensiero unico, senza uno straccio di informazione seria, critica e... rispettosa dei diritti di noi cittadini.
Quello che possiamo fare in tutte le sedi, nel nostro piccolo, è segnalare lo stato di fatto delle norme relative alla "riforma", esigendo per tutti il rispetto delle regole! Rappresentanti dello Stato in prims.
David Fiacchini


[ringrazio il collega Enrico Campolmi per gli spunti e le indicazioni]

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martedì, settembre 22, 2009

In DIFESA dell'educazione scientifica: serve anche il tuo aiuto!

Il riordino della scuola secondaria superiore in via di approvazione mette in pericolo, a causa di drastici tagli, il futuro dell’educazione scientifica nel nostro Paese e dello sviluppo ad essa collegato.

I sottoscritti, come rappresentanti qualificati di docenti, genitori e cittadini interessati all’efficacia della scuola e al futuro degli studenti,
CHIEDONO
al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di garantire che il riordino della scuola italianariconosca all’educazione scientifica un ruolo di primo piano e lo spazio adeguato.

A tutti i giovani deve essere garantita la formazione scientifica di base perché possano:
- sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per interpretare i fenomeni naturali;
- fruire in modo corretto e consapevole delle moderne conquiste della scienza e della tecnologia.

È necessario che il curricolo per far “fare scienze” sia impostato secondo un approccio investigativo- sperimentale, fin dai primi anni di scuola. Ricerca internazionale, Unione Europea e OCSE convergono su questa indicazione (1).
Questo approccio richiede il tempo per svolgere le attività caratteristiche del procedere scientifico nell’acquisizione della conoscenza, cruciali per lo sviluppo di competenze di alto livello. Sono queste che fanno della cultura scientifica un valore irrinunciabile per la formazione del cittadino.
Le esigenze sopra descritte contrastano con la notevole diminuzione delle ore di scienze sperimentali che si riscontra in quasi tutti gli indirizzi previsti dai nuovi ordinamenti. Nei bienni degli istituti tecnici e professionali, si diminuiscono le ore delle scienze sperimentali e si dimezza il tempo per il laboratorio riducendolo con ciò a un ruolo marginale. Nei bienni dei licei classico e artistico, addirittura, mancano del tutto gli insegnamenti scientifico-sperimentali.Ridurre le risorse è controproducente. Bisogna, invece, valorizzare quanto già fatto per migliorare l’insegnamento scientifico (Piano ISS - Insegnare Scienze Sperimentali, Progetto Lauree Scientifiche, ricerche nelle SSIS per la formazione iniziale degli insegnanti) tenendo conto delle le migliori esperienze didattiche maturate nella scuola.
Mantenere alta la motivazione dei docenti a riqualificare la propria professionalità è determinante per migliorare l’insegnamento e l’apprendimento delle scienze sperimentali nel nostro Paese.Occorre, pertanto, distribuire con maggiore equilibrio gli insegnamenti all’interno del tempo scuola complessivo, dando alle scienze sperimentali spazi e tempi di lavoro adeguati in tutti gli indirizzi.

VAI ALLA PAGINA PER APPORRE LA TUA FIRMA IN DIFESA DELL'EDUCAZIONE SCIENTIFICA: http://www.anisn.it/educazione_scientifica.php

(1)
European Commission, 2007. Science Education NOW: A renewed Pedagogy for the Future of Europe. Office for Official Publications of the European Communities, Luxembourg, 29 pp.
Eurydice, 2006. L’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa, politiche e ricerca. Eurydice, la rete di informazione sull’istruzione in Europa, Bruxelles, 93 pp.
OECD - PISA 2006, Science Competencies for Tomorrow’s World,Volume 1: Analysis. OECD Publications, Paris, 390 pp.
OECD, 2008. Encouraging Student Interest in Science and Technology Studies. OECD Publications, Paris, 132 pp.

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mercoledì, giugno 24, 2009

La distruzione politica della cultura scientifica e del pensiero critico parte… dalla scuola!

Grazie, ministro Gelmini. Grazie, governo Berlusconi.

Grazie per l’impegno che state mettendo per distruggere a poco a poco la scuola italiana. L’ultima “perla di saggezza” uscita dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 maggio 2009 riguarda le superiori ed in particolare la paradossale “riforma dei licei” (resa pubblica il 12 giugno 2009) che diminuisce, tra le altre cose, le ore di insegnamento delle scienze sperimentali.

Andiamo con ordine.
Secondo gli esperti internazionali (tutti certamente “comunisti” e “no-global”, NdR) che collaborano con strutture tecnico-scientifiche come l’OECD (http://www.oecd.org/) o l’EURYDICE (http://eacea.ec.europa.eu/portal/page/portal/Eurydice) in Italia più che in altri Paesi occorre perseguire l’obiettivo di una migliore e più approfondita alfabetizzazione scientifica di base fatta sia di conoscenze sia di abilità, in rispondenza alle istanze internazionali e considerato lo stato di “Nation at risk” in cui versa il nostro Paese per l’educazione e la formazione scientifica.

Troppo generico?
Ok, allora andiamo ad analizzare le prove di valutazione OCSE-PISA del 2006 sulle competenze scientifiche dei quindicenni di 57 paesi del mondo: gli studenti italiani hanno conseguito risultati per le Scienze che pongono il nostro paese in coda (36) alle graduatorie internazionali. Può bastare come premessa?

Bene, anzi, male. A fronte di questi dati, che rivelano un’evidente stato di “emergenza educativa e formativa”, i nuovi ordinamenti prospettati dall’attuale governo non sembrano assolutamente tenerne conto vista la riduzione complessiva delle ore dedicate alle Scienze naturali e la scarsa considerazione riservata alle attività pratiche e al rinnovamento dell’approccio didattico richiesto dalla acquisizione di competenze piuttosto che di conoscenze.

Ma entriamo direttamente nei punti del documento “gelminiano” incriminato. Cosa succede alle materie scientifiche? Rielaborando un quadro riassuntivo preparato dall’Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali (ANISN), ecco i principali punti critici:

1) si registra una diminuzione delle ore di insegnamento delle scienze sperimentali nel loro complesso e delle scienze naturali (intese come Biologia e Scienze della Terra) nello specifico, con conseguente riduzione delle ore dedicate al laboratorio in tutti gli indirizzi di studio (tranne che nel liceo scientifico);

2) la distribuzione delle ore in alcuni indirizzi liceali, classico e artistico, non prevede nel biennio alcuna disciplina scientifica a carattere sperimentale, in netto contrasto con le indicazioni internazionali e nazionali sull’importanza delle scienze nella fascia dell’obbligo:

3) l’errata suddivisione delle ore dedicate alle scienze sperimentali, che prevede denominazioni e assetti ormai ritenuti superati in tutti i paesi avanzati e nei quali la Biologia e le Scienze della Terra, scienze della complessità, occupano spazio rilevante nella formazione dei giovani. In particolare:
- negli istituti tecnici e professionali le ore di scienze naturali diminuiscono di un terzo (da 3 a 2 oresettimanali);
- nell’istituto tecnico ad indirizzo economico (I biennio), 3 delle 4 ore di riduzione complessiva dell’orario settimanale, sono a carico delle scienze sperimentali nel loro complesso.

Il lato paradossale della “riforma dei licei”, che ha del comico ma non può che farci… piangere, è che il testo licenziato il 12 giugno è in contrasto con quanto enunciato negli stessi documenti ministeriali, all’interno dei quali si parla di un potenziamento dell’insegnamento della scienza e della tecnologia, come d’altra parte suggerisce l’Unione Europea e l’OCSE in merito all’educazione scientifica (vedi, tra gli altri, i documenti di: OECD, 2008; Eurydice, 2006; OECD, 2006; Osborne & Dillon, 2008; Rocard et al., 2007).

Tornando a bomba al documento dell’ANISN, si evidenzia in particolare:

- la necessità di far acquisire agli studenti un’alfabetizzazione scientifica fatta sia conoscenze sia di abilità, che consenta a tutti di saper interpretare, spiegare i fenomeni naturali - compresi quellirelativi alla gestione della propria salute e dell’ambiente - e fruire in modo corretto e consapevoledelle moderne conquiste della scienza e della tecnologia. Ciò si desume anche dal D.M. 22.8.2007nel quale si individuano saperi e competenze afferenti all’asse scientifico-tecnologico da acquisiredurante l’obbligo scolastico;

- la necessità di non vanificare i processi e i risultati dei pluriennali Piani Nazionalirelativi all’insegnamento delle Scienze Sperimentali.Una diminuzione delle ore di scienzenella fascia d’età dell’obbligo scolastico porterebbe a vanificare gli sforzi intrapresi con pianinazionali quali ‘Insegnare Scienze Sperimentali’ e ‘Progetto Lauree Scientifiche’ nei quali lo stessoMinistero ha investito risorse al fine di promuovere la formazione in servizio dei docenti di Scienzeed un maggior interesse dei giovani verso la cultura scientifica in generale e, nello specifico, verso la prosecuzione degli studi in campo scientifico. Analisi e studi internazionali indicano chiaramentequanto le competenze e l’interesse dei giovani verso le scienze dipenda da come e quanto questevengono trattate a scuola entro i 15 anni di età;

- la necessità di impostare e promuovere l’attività didattica secondo le modalità e le indicazioni sostenute dalle più recenti acquisizioni delle ricerca nell’ambito dell’educazione scientifica. Una diminuzione delle ore di scienze non consentirebbe di impostarel’attività didattica secondo le indicazioni sostenute dalle più recenti acquisizioni della ricercanell’ambito dell’educazione scientifica. “Fare scienze”, piuttosto che semplicemente raccontarle,richiede maggior tempo a disposizione per poter “investigare”, ovvero osservare, ipotizzare,verificare e considerare l’errore, discutere e argomentare, alimentando e sviluppando cioè i processipropri dell’indagine scientifica, indispensabili per l’acquisizione delle competenze scientificherichieste agli studenti. Nello specifico la diminuzione generale delle ore di lezione negli istituti tecnici e professionali non è compatibile con lo svolgimento delle necessarie attività sperimentali epratiche di laboratorio, che sono proprio quelle che devono caratterizzare l’istruzione tecnica eprofessionale.

Quanti, tra i politici che siedono oggi in Parlamento, sono realmente consapevoli della fondamentale importanza per il nostro Paese di una solida e competitiva formazione scientifica da trasmettere ai nostri giovani?

Decisamente pochi, a giudicare dai fatti.

David Fiacchini


Nota a margine
A chi pensa che questi ragionamenti siano farina del sacco di uno o più prof. che ce l’hanno a morte con questo governo e, quindi, rientrano nell’innominabile schiera degli ultimi italiani “coglioni”, “fannulloni” e “comunisti”, consiglio vivamente di approfondire il tema dell’insegnamento e della didattica delle discipline scientifiche nelle scuole (utopia?) leggendo i seguenti lavori (NB: avviso i quattro lettori rimasti che non ci sono immagini di aspiranti veline né di modelle affermate, ma si tratta di pubblicazioni che trattano di scuola, programmazione didattica, insegnamento… sapete, tutte cose tremendamente noiose ma forse utili per chi… sforna riforme scolastiche al ritmo di una panetteria):

OECD, 2008. Encouraging Student Interest in Science and Technology Studies. OECD Publications, Paris, 132 pp (http://www.oecd.org/document/40/0,3343,en_2649_34319_41689640_1_1_1_1,00.html)

Eurydice, 2006. L’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa, politiche e ricerca. Eurydice, Bruxelles, 93 pp.OECD, 2006. PISA 2006, Science Competencies for Tomorrow’s World,Volume 1: Analysis. OECD Publications, Paris, 390 pp. (http://www.oecd.org/document/2/0,3343,en_32252351_32236191_39718850_1_1_1_1,00.html)

Osborne, J., & Dillon, J. (2008). Science Education in Europe: Critical Reflections. London: The Nuffield Foundation, http://hub.mspnet.org/index.cfm/15065 Rocard, M., Csermely, P., Jorde,

D., Lenzen, D., Walberg-Henriksson, H., & Hemmo, V. (2007). Science Education NOW: A renewed Pedagogy for the Future of Europe, Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities, http://ec.europa.eu/research/science-society/document_library/pdf_06/report-rocard-on-science-education_en.pdf

Grazie!

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