Natura et Ratio

mercoledì, giugno 24, 2009

La distruzione politica della cultura scientifica e del pensiero critico parte… dalla scuola!

Grazie, ministro Gelmini. Grazie, governo Berlusconi.

Grazie per l’impegno che state mettendo per distruggere a poco a poco la scuola italiana. L’ultima “perla di saggezza” uscita dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 maggio 2009 riguarda le superiori ed in particolare la paradossale “riforma dei licei” (resa pubblica il 12 giugno 2009) che diminuisce, tra le altre cose, le ore di insegnamento delle scienze sperimentali.

Andiamo con ordine.
Secondo gli esperti internazionali (tutti certamente “comunisti” e “no-global”, NdR) che collaborano con strutture tecnico-scientifiche come l’OECD (http://www.oecd.org/) o l’EURYDICE (http://eacea.ec.europa.eu/portal/page/portal/Eurydice) in Italia più che in altri Paesi occorre perseguire l’obiettivo di una migliore e più approfondita alfabetizzazione scientifica di base fatta sia di conoscenze sia di abilità, in rispondenza alle istanze internazionali e considerato lo stato di “Nation at risk” in cui versa il nostro Paese per l’educazione e la formazione scientifica.

Troppo generico?
Ok, allora andiamo ad analizzare le prove di valutazione OCSE-PISA del 2006 sulle competenze scientifiche dei quindicenni di 57 paesi del mondo: gli studenti italiani hanno conseguito risultati per le Scienze che pongono il nostro paese in coda (36) alle graduatorie internazionali. Può bastare come premessa?

Bene, anzi, male. A fronte di questi dati, che rivelano un’evidente stato di “emergenza educativa e formativa”, i nuovi ordinamenti prospettati dall’attuale governo non sembrano assolutamente tenerne conto vista la riduzione complessiva delle ore dedicate alle Scienze naturali e la scarsa considerazione riservata alle attività pratiche e al rinnovamento dell’approccio didattico richiesto dalla acquisizione di competenze piuttosto che di conoscenze.

Ma entriamo direttamente nei punti del documento “gelminiano” incriminato. Cosa succede alle materie scientifiche? Rielaborando un quadro riassuntivo preparato dall’Associazione Nazionale Insegnanti di Scienze Naturali (ANISN), ecco i principali punti critici:

1) si registra una diminuzione delle ore di insegnamento delle scienze sperimentali nel loro complesso e delle scienze naturali (intese come Biologia e Scienze della Terra) nello specifico, con conseguente riduzione delle ore dedicate al laboratorio in tutti gli indirizzi di studio (tranne che nel liceo scientifico);

2) la distribuzione delle ore in alcuni indirizzi liceali, classico e artistico, non prevede nel biennio alcuna disciplina scientifica a carattere sperimentale, in netto contrasto con le indicazioni internazionali e nazionali sull’importanza delle scienze nella fascia dell’obbligo:

3) l’errata suddivisione delle ore dedicate alle scienze sperimentali, che prevede denominazioni e assetti ormai ritenuti superati in tutti i paesi avanzati e nei quali la Biologia e le Scienze della Terra, scienze della complessità, occupano spazio rilevante nella formazione dei giovani. In particolare:
- negli istituti tecnici e professionali le ore di scienze naturali diminuiscono di un terzo (da 3 a 2 oresettimanali);
- nell’istituto tecnico ad indirizzo economico (I biennio), 3 delle 4 ore di riduzione complessiva dell’orario settimanale, sono a carico delle scienze sperimentali nel loro complesso.

Il lato paradossale della “riforma dei licei”, che ha del comico ma non può che farci… piangere, è che il testo licenziato il 12 giugno è in contrasto con quanto enunciato negli stessi documenti ministeriali, all’interno dei quali si parla di un potenziamento dell’insegnamento della scienza e della tecnologia, come d’altra parte suggerisce l’Unione Europea e l’OCSE in merito all’educazione scientifica (vedi, tra gli altri, i documenti di: OECD, 2008; Eurydice, 2006; OECD, 2006; Osborne & Dillon, 2008; Rocard et al., 2007).

Tornando a bomba al documento dell’ANISN, si evidenzia in particolare:

- la necessità di far acquisire agli studenti un’alfabetizzazione scientifica fatta sia conoscenze sia di abilità, che consenta a tutti di saper interpretare, spiegare i fenomeni naturali - compresi quellirelativi alla gestione della propria salute e dell’ambiente - e fruire in modo corretto e consapevoledelle moderne conquiste della scienza e della tecnologia. Ciò si desume anche dal D.M. 22.8.2007nel quale si individuano saperi e competenze afferenti all’asse scientifico-tecnologico da acquisiredurante l’obbligo scolastico;

- la necessità di non vanificare i processi e i risultati dei pluriennali Piani Nazionalirelativi all’insegnamento delle Scienze Sperimentali.Una diminuzione delle ore di scienzenella fascia d’età dell’obbligo scolastico porterebbe a vanificare gli sforzi intrapresi con pianinazionali quali ‘Insegnare Scienze Sperimentali’ e ‘Progetto Lauree Scientifiche’ nei quali lo stessoMinistero ha investito risorse al fine di promuovere la formazione in servizio dei docenti di Scienzeed un maggior interesse dei giovani verso la cultura scientifica in generale e, nello specifico, verso la prosecuzione degli studi in campo scientifico. Analisi e studi internazionali indicano chiaramentequanto le competenze e l’interesse dei giovani verso le scienze dipenda da come e quanto questevengono trattate a scuola entro i 15 anni di età;

- la necessità di impostare e promuovere l’attività didattica secondo le modalità e le indicazioni sostenute dalle più recenti acquisizioni delle ricerca nell’ambito dell’educazione scientifica. Una diminuzione delle ore di scienze non consentirebbe di impostarel’attività didattica secondo le indicazioni sostenute dalle più recenti acquisizioni della ricercanell’ambito dell’educazione scientifica. “Fare scienze”, piuttosto che semplicemente raccontarle,richiede maggior tempo a disposizione per poter “investigare”, ovvero osservare, ipotizzare,verificare e considerare l’errore, discutere e argomentare, alimentando e sviluppando cioè i processipropri dell’indagine scientifica, indispensabili per l’acquisizione delle competenze scientificherichieste agli studenti. Nello specifico la diminuzione generale delle ore di lezione negli istituti tecnici e professionali non è compatibile con lo svolgimento delle necessarie attività sperimentali epratiche di laboratorio, che sono proprio quelle che devono caratterizzare l’istruzione tecnica eprofessionale.

Quanti, tra i politici che siedono oggi in Parlamento, sono realmente consapevoli della fondamentale importanza per il nostro Paese di una solida e competitiva formazione scientifica da trasmettere ai nostri giovani?

Decisamente pochi, a giudicare dai fatti.

David Fiacchini


Nota a margine
A chi pensa che questi ragionamenti siano farina del sacco di uno o più prof. che ce l’hanno a morte con questo governo e, quindi, rientrano nell’innominabile schiera degli ultimi italiani “coglioni”, “fannulloni” e “comunisti”, consiglio vivamente di approfondire il tema dell’insegnamento e della didattica delle discipline scientifiche nelle scuole (utopia?) leggendo i seguenti lavori (NB: avviso i quattro lettori rimasti che non ci sono immagini di aspiranti veline né di modelle affermate, ma si tratta di pubblicazioni che trattano di scuola, programmazione didattica, insegnamento… sapete, tutte cose tremendamente noiose ma forse utili per chi… sforna riforme scolastiche al ritmo di una panetteria):

OECD, 2008. Encouraging Student Interest in Science and Technology Studies. OECD Publications, Paris, 132 pp (http://www.oecd.org/document/40/0,3343,en_2649_34319_41689640_1_1_1_1,00.html)

Eurydice, 2006. L’insegnamento delle scienze nelle scuole in Europa, politiche e ricerca. Eurydice, Bruxelles, 93 pp.OECD, 2006. PISA 2006, Science Competencies for Tomorrow’s World,Volume 1: Analysis. OECD Publications, Paris, 390 pp. (http://www.oecd.org/document/2/0,3343,en_32252351_32236191_39718850_1_1_1_1,00.html)

Osborne, J., & Dillon, J. (2008). Science Education in Europe: Critical Reflections. London: The Nuffield Foundation, http://hub.mspnet.org/index.cfm/15065 Rocard, M., Csermely, P., Jorde,

D., Lenzen, D., Walberg-Henriksson, H., & Hemmo, V. (2007). Science Education NOW: A renewed Pedagogy for the Future of Europe, Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities, http://ec.europa.eu/research/science-society/document_library/pdf_06/report-rocard-on-science-education_en.pdf

Grazie!

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lunedì, giugno 22, 2009

La rivoluzione della produzione di energia decentrata e diffusa

Fino ad oggi abbiamo avuto il modello della produzione accentrata dell'energia.
Oggi è possibile che tutti producano energia. Sole, vento, suolo (e risparmio!) sono alla portata di tutti. Le tecnologie per produrre in loco sono già esistenti ed efficienti e in miglioramento continuo.Solare termico, solare fotovoltaico, solare a concentrazione, micro eolico, geotermia, celle a combustibile, idrogeno, case passive, risparmio energetico, sobrietà e decrescita, sono alcuni dei nomi dietro a cui stanno semplici tecnologie (o anche stili di vita) per produrre energia in modo diffuso sul territorio o per risparmiarla in grandi quantità.

Autoproduzione e democrazia energetica... una vera e propria rivoluzione del settore, che tanto spaventa i monopolisti e le multinazionali di turno.

E pensare che nel nostro paese si perde ancora tempo dietro al ritorno al nucleare, che presenta tutti gli svantaggi possibili e immaginabili. La mentalità del potere, dell'accentramento, della democrazia formale e apparente e dell'illibertà mascherata nel suo contrario, è dura a morire, nella produzione energetica come ovunque, ma dovrà lasciare spazio alle spinte verso un'autentica evoluzione positiva dell'umanità.

Alcuni spunti utili tratti dalla rete

Da: http://www.greenreport.it/
Abbiamo chiesto un commento sul possibile ritorno del nucleare in Italia anche a Federico Butera, professore ordinario di Fisica tecnica ambientale al Politecnico di Milano e coordinatore dell’unità di ricerca “Energia e ambiente costruito” del dipartimento Best, che da oltre trent’anni svolge attività di ricerca e di divulgazione nel settore dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili nell’ambiente costruito.
Questo nucleare è obsoleto e non ha senso – spiega Butera – l’Italia ipotizza di ripartire ora con una tecnologia che è vecchia e superata e che sarà pagata con soldi pubblici cioè nostri, perché giustamente i privati non ci vogliono mettere un soldo. Tutto questo mentre la ricerca di base in Italia non si finanzia più, siamo il fanalino di coda in Europa e le nostre università appaiono nella classifica mondiale dopo la duecentesima posizione... Ma al di là di tutte le varie questioni irrisolte (sicurezza, scorie radioattive, approvvigionamento…). quello che ritengo più grave è questa volontà di perseguire un modello energetico concentrato che ormai non ha alcun senso logico. Il futuro energetico è sostenibile se diffuso sul territorio e non abbiamo assolutamente bisogno di nuove centrali da 2mila MW, di qualunque genere siano. Mi spiego meglio: le grandi centrali che abbiamo già non devono essere tolte, ma devono essere lette sempre di più come soluzioni di emergenza per modulare la distribuzione di energia e sopperire a picchi di richiesta che le fonti rinnovabili diffuse sul territorio non possono coprire. Le centrali nucleari questo non lo possono garantire, perché o vanno al massimo della loro potenza o non vanno.

La necessità di evolversi verso la generazione distribuita di energia è un suo (ma anche nostro) cavallo di battaglia, ampiamente descritto anche nel suo libro “Dalla caverna alla casa ecologica”. Eppure è un concetto ancora piuttosto lontano dalla mentalità comune, che invece sulle fonti rinnovabili ha raggiunto una buona consapevolezza.
Il massimo dell’uso razionale dell’energia si ottiene attraverso unità che siano contemporaneamente produttori e consumatori di energia. L’esempio classico tira in ballo internet: 25 anni fa avevamo pochi giganteschi calcolatori e poi tanti terminali stupidi che ricevevano informazioni. Oggi nell’era di internet ogni calcolatore elabora informazioni, riceve informazioni, e manda informazioni. Ecco, questo è il modello a cui dovrebbe approdare anche la rete energetica: non più flussi unidirezionali, ma flussi che vanno avanti e indietro. Questo sistema permette grandi vantaggi, ma permette soprattutto di sfruttare a pieno le rinnovabili, che sono per loro natura diffuse, risolvendo anche il problema dell’accumulo, visto che la fonte rinnovabile è imprevedibile. Per questo la diffusività dovrebbe essere a livello di quartieri.

La rivoluzione energetica annunciata da Obama in America, passa proprio attraverso una ristrutturazione della rete. In Italia e in Europa invece si punta al super-grid….
Ho molta fiducia in Obama e spero che riesca a completare i suoi programmi, per quanto riguarda il super grid ritengo che sia proprio il contrario della diffusività delle rinnovabili, visto che punta a portare in Italia l’energia prodotta da centrali solari nei deserti africani: di fatto trasforma la dipendenza da un liquido o da un gas a una dipendenza elettronica, cioè l’Algeria invece del gas ci manda energia elettrica... E’ vero che si tratta pur sempre di rinnovabili e quindi è preferibile, ma significa anche non voler toccare il paradigma energetico della centralizzazione.
La sua attività scientifica ha anche avuto sbocco nell’assistenza alla progettazione di edifici e insediamenti a basso impatto energetico e ambientale e a emissioni zero. Tema al centro della tavola rotonda a cui parteciperà al Festival dell’energia che si svolge in questi giorni a Lecce.
Sì, sono ospite di questa manifestazione che mi sembra molto interessante soprattutto per la buona visibilità che ha, anche se poi ovviamente bisogne vedere che in che modo e cosa si dice dell’energia. Per quanto riguarda gli edifici a bassa o nulla emissione ricordo che il parlamento europeo ha recepito la necessità di proibire, nel giro di qualche anno, la costruzione di edifici che non siano energeticamente passivi: dal 2019 tutti i nuovi edifici dovranno essere ad emissioni zero, l’Inghilterra ha già anticipato tale scadenza al 2016 e la stessa cosa la stanno valutando la Francia e addirittura l’Ungheria. E’ vero che il nuovo rappresenta una frazione piccolissima rispetto all’esistente, ma proiettandoci alla data fatidica del 2050 per il contenimento dei 2 gradi di aumento, con un 1% di nuovi edifici l’anno arriviamo al 30% totale. Ciò significherà anche una forte crescita dal punto di vista della capacità progettuale e quindi una riconversione verso un’economia più sostenibile.

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Dalla rivista Gaia, intervista di Riccardo Stagliano' a Jeremy Rifkin tramite http://blogs.myspace.com/

ENERGIA DECENTRATA VS. ENERGIA CENTRALIZZATA: INTERVISTA A JEREMY RIFKIN

"Posso sostenere un dibattito con qualsiasi statista sulla base di questi numeri e dimostrargli che sono giusti, inoppugnabili. Ma la politica a volte segue altre strade rispetto alla razionalita'. E questo discorso , anche in Italia, e' inquinato da considerazioni ideologiche"

In che senso? C'e' un'energia di destra e una di sinistra?
"Direi modelli energetici elitari e altri democratici. Il nucleare e' centralizzato, dall' alto in basso, appartiene al xx secolo, all' epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo."

E il modello democratico invece?
"E' quello che io chiamo la terza rivoluzione industriale. Un sistema distribuito, dal basso verso l' alto,in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l' informazione, tramite internet."

Immagina che sia possibile applicarlo anche in Italia?
"Sta scherzando? Voi siete messi meglio di tutti:avete il sole dappertutto, il vento in molte localita', in Toscana anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania,Scandinavia, Spagna per quel che riguarda le rinnovabili."

Ci dica come si affronta questa transizione.
"Bisogna cominciare a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Non e' una opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20% voi da dove avete cominciato?Oggi il settore delle costruzioni e' il primo fattore di riscaldamento del pianeta, domani potrebbe diventare parte della soluzione. Poi serviranno batterie ad idrogeno per immagazinare quest' energia. E una rete intelligente per distribuirla."

Oltre che motivi etici, sembrano esserci anche di economici molto convincenti. E' cosi'?
"In Spagna che sta procedendo molto rapidamente verso le rinnovabili, alcune nuove compagnie hanno fatto un sacco di soldi proprio realizzando soluzioni verdi. Il nucleare, invece e' una tecnologia matura e non creera' nessun posto di lavoro.Le energie alternative potrebbero produrne migliaia."

A questo punto solo un pazzo potrebbe scegliere un' altra strada. Eppure non e' solo Roma ad aver riconsiderato il nucleare. Perche'?
"Credo che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono piu' a loro agio in un mondo in cui anche l' energia e' somministrata da un' entita' superiore."

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domenica, giugno 21, 2009

I.E.?



Gli Interferenti Endocrini (IE) sono un gruppo eterogeneo di sostanze chimiche di sintesi caratterizzate dalla potenzialità di interferire, con un meccanismo d'azione multiplo, con la funzionalità del sistema endocrino degli animali (uomo compreso).
L'esposizione agli interferenti endocrini avviene attraverso diverse vie: la fonte principale è rappresentata dagli alimenti, ma anche da cosmetici, antiparassitari, materiali plastici, dispositivi biomedicali. La crescente disponibilità di dati scientifici ha reso evidente la presenza pressochè ubiquitaria di tali sostanze con una conseguente potenziale esposizione multipla per l'uomo (ambiente di vita, ambiente lavorativo, alimenti).

Qualche esempio di IE?
Nolifenoli (utilizzati come detergenti), bisfenolo A (plasticizzante), DEHP (plastificante usato, ad esempio, per la produzione di bottiglie in PVC e PET), dietilstilbestrolo (un farmaco usato in passato per la prevenzione dell'aborto), diossine e policlorobifenili (emesse in atmosfera quando si brucia materiale organico e plastico, ad esempio negli inceneritori), DDT e derivati, ritardanti di fiamma.
Si tratta di sostanze chimiche prodotte a livello industriale con cui veniamo a contatto ogni giorno e in più occasioni senza accorgercene: quando mangiamo, quando lavoriamo, quando spruzziamo l'insetticida, ecc.

L'esposizione a tali sostanze può causare effetti negativi sulla salute, soprattutto a medio e lungo termine: sono colpiti gli individui adulti, ma gli effetti possono portare ad alterazioni dello sviluppo fetale e infantile (cfr. Liu et al, 2005; Latini et al., 2006; Panzica et al., 2007; Rogan & Ragan, 2007).
Lo spettro di patologie correlabili agli IE è piuttosto ampio e comprende l'alterazione/compromissione della capacità riproduttive (calo della fertilità maschile, cfr. Mantovani & Maranghi, 2005), la presenza di difetti morfologici o funzionali alla nascita, l'aumento dell'incidenza di alcuni tipi di tumore e di altre patologie associate al sistema endocrino (Caserta et al., 2008), alterazioni del sistema immunitario (Weisglas-Kouperus et al., 2004) e del sistema nervoso (Faroon et al., 2000).

Ora, nonostante le evidenze scientifiche e la significatività dei dati relativi a patologie e decessi correlati con gli inquinanti immessi nell'ambiente, l'uomo continua a far del male alla Terra e a se stesso, in nome di un illusorio sviluppo che si dimostra ogni giorno sempre più insostenibile sotto tutti i punti di vista (ecologico, economico, sociale). Saranno le generazioni future a pagare le conseguenze più gravi delle passate e delle attuali scelte miopi di politicanti e imprenditori senza scrupoli.
Invertire la rotta è possibile, è necessario, oggi più che mai. A partire da noi "cittadini qualunque", con scelte semplici e consapevoli: tornare ai prodotti coltivati senza uso di sostanze chimiche, evitare l'uso di insetticidi, sostituire gradualmente oggetti derivanti dalla plastica...

Bibliografia citata

Caserta et al., 2008.Impact of endocrine disruptor chemicals in gynaecology. Hum. Reprod. Update, 14(1): 59-72
Faroon et al., 2000. Effects of polychlorinated biphenils on the nervous system. Toxicol. Ind. Health, 16(7-8): 305-333
Latini et al., 2006. In utero exposure to phthalates and fetal development. Current Med. Chem., 13: 2527-2534
Liu et al, 2005. Gene expression profiling following in utero exposure to phthalate ester reveals new gene targets in the etiology of testicular dysgenesis. Biol. Reprod., 73: 180-192
Mantovani & Maranghi, 2005. Risk assestment of chemicals potentially affecting male fertility. Contracption, 72(4): 308-313
Panzica et al., 2007. Effects of xenoestrogens on the differentiation of behaviorally-relevant neural circuits. Front Neuroendocrinol., 28(4): 179-200
Rogan & Ragan, 2007. Some evidence effects of environmental chemicals effetcts on the endocrine system in children. Int. J. Hyg. Environ. Health, 210(5): 659-667
Weisglas-Kouperus et al., 2004.Immunological effects of environmental exposure to polychlorinated biphenyls and dioxins in Dutch school children. Toxicol. Lett., 149(1-3): 281-285

Sitografia

http://e.hormone.tulane.edu/links/links-Endocrine.html

http://endocrine.ei.jrc.it/

http://www.arpa.veneto.it/salute/htm/fattori_rischio_ie.asp

http://www.iss.it/inte/

http://www.wwf.it/UserFiles/File/News%20Dossier%20Appti/DOSSIER/detox/Effetti%20interferenti%20endocrini.pdf

http://www.inbb.it/index.php?option=com_content&task=view&id=30&Itemid=166

http://www.isde.it/iniziative/2007/IIe-GIMA/1SESSIONEOK/A01-Reali.pdf


NB: Questa nota fa riferimento all'articolo di Pinto, Sanfilippo & Reali, 2009. Criticità sperimentali nella determinazine di composti ormono-simili in matrici acquose. Biologi Italiani, 5: 34-38

venerdì, giugno 19, 2009

L'ATTUALE GOVERNO SPARA SULLA RICERCA

Ricevo e pubblico molto volentieri l'appello di 430 ricercatori che il Governo a fine 2009 manderà a casa. Sono biologi, geologi, naturalisti, agronomi, forestali, tecnici di laboratorio, uomini e donne precari che controllano l'ambiente, eseguono analisi, studiano i mutamenti climatici,
Non mi stupisce più nulla: siamo in un regime antidemocratico che nel giro di poco tempo farà scomparire le persone più scomode (liberi pensatori, critici, blogger, vedi il DDL D'Alia), quelle che fanno ricerca (il caso dell'ISPRA è solo l'ultimo), gli insegnanti della scuola pubblica (grazie alla Gelmini classi con più di 30 alunni, meno docenti e aule insufficienti), quelle che tutelano e promuovono l'ambiente (vogliamo parlare della riduzione dei finanziamenti ai Parchi nazionali?).

Il tutto credo rientri in un subdolo (?) piano dittatoriale per governare su di una società fatta sempre più di persone superficiali, credulone, ignoranti. Persone accontentate con una demagogia massmediatica studiata a tavolino (una nuova superstrada, un termovalorizzatore che magicamente risolve il problema dei rifiuti, il taglio dei presunti sprechi in alcuni settori "di comodo", ecc.).

Forza ISPRA!!!
Fatevi sentire anche voi:
http://www.firmiamo.it/nonsparateallaricerca

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Egregio Signor Ministro dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare,

un anno fa l'istituzione dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) attraverso la soppressione di tre Enti (APAT-Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e i servizi Tecnici, ICRAM-Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare ed INFS-Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) vigilati dal Suo Ministero aveva, nelle intenzioni, la finalità di razionalizzare in un'unica entità le competenze tecnico-scientifiche presenti, al fine di corrispondere in modo puntuale ed armonico alla politica ambientale del Paese. Era altrettanto evidente nella volontà del legislatore che ISPRA, già nel suo acronimo, portasse con sé e valorizzasse due diversi aspetti della politica ambientale nazionale, l'uno indirizzato alla ricerca e sperimentazione, l'altro indirizzato alla protezione e controllo.A distanza di un anno dalla sua istituzione, la situazione attuale tradisce le aspettative: la notevole burocratizzazione dell’Istituto e soprattutto il taglio in atto del personale non strutturato impedisce ed impedirà, di fatto, di tener fede al suo nome ed ai suoi compiti. In diversi settori i ricercatori, i tecnici ed il personale amministrativo rappresentano dal 50% al 100% dell’organico; essi sono un patrimonio intellettuale e professionale di fondamentale valore per l’Istituto, documentato da centinaia di pubblicazioni scientifiche e di rapporti tecnici. Non meno importante è il supporto istituzionale fornito alle Amministrazioni centrali e agli Enti Territoriali e lo sviluppo di collaborazioni con Istituzioni comunitarie e internazionali, nell’ambito dello studio, della salvaguardia dell’ambiente e della sua biodiversità, nella definizione delle politiche per contrastare i cambiamenti climatici, ed in molti altri settori. In particolare, la fuoriuscita di queste alte competenze e professionalità che hanno permesso all’Italia di svolgere nel contesto internazionale un ruolo di primo piano nella ricerca ambientale (anche a fronte dei bassi investimenti nazionali), graverà pesantemente sul presente e sul futuro del paese. Le ricordiamo, Sig. Ministro, che da gennaio già 50 colleghi sono stati lasciati senza lavoro e che con le scadenze contrattuali del 30 giugno 2009 e del 31 dicembre 2009 verrà a concretizzarsi un taglio effettivo di circa un terzo del personale (oltre 400 persone) dell’ISPRA.Facciamo, a questo proposito, appello a Lei, Signor Ministro, affinché trovi soluzioni condivise per una questione che consideriamo fondamentale per il paese, adottando interventi urgenti e straordinari a sostegno delle potenzialità già esistenti e del progetto da Lei iniziato. Inoltre, è quanto mai importante individuare con celerità gli strumenti tecnico-legislativi finalizzati al mantenimento in servizio dei ricercatori e tecnici non strutturati dell’Istituto, al fine di non dissipare le loro competenze e gli ingenti investimenti pubblici fatti per la loro formazione e rendere così efficiente l’ISPRA, facendo assumere pieno significato al suo nome.

Roma, 18 giugno 2009
L’Assemblea Precari ISPRA

Per firmare la petizione:
http://www.firmiamo.it/nonsparateallaricerca

http://precariispra.blogspot.com

giovedì, giugno 18, 2009

MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO I SUSSIDI ALL'INCENERIMENTO

20 GIUGNO- 15 LUGLIO:
RUSH NAZIONALE PER LA “VERTENZA CONTRO I CIP6”

GIORNATE DI MOBILITAZIONE NAZIONALE PER L’ ADESIONE ALLA VERTENZA CONTRO I SUSSIDI ALL’INCENERIMENTO

L’Associazione DIRITTO AL FUTURO ha indetto 3 settimane di mobilitazione in cui in tutta Italia si potrà aderire alla vertenza contro la “truffa” dei sussidi regalati all’incenerimento. Chiunque voglia farsi carico di questa iniziativa può richiedere la necessaria “modulistica” ( da adesso dotata anche di simpatico logo) a informazioni@dirittoalfuturo.it oppure a ambientefuturo@interfree.it .
Con la nuova modulistica di semplice lettura da utilizzate ai tavoli e/o nel corso delle iniziative pubbliche sarà anche disponibile un modulo PER L’ADESIONE ON-LINE alla vertenza ( occorre tuttavia inviare copia della bolletta elettrica e di documento di riconoscimento inviando il tutto via fax all’ apposito indirizzo oltre che inviare10 euro al cc di DIRITTO AL FUTURO anche attraverso la via elettronica) le cui modalità a brevissimo verranno comunicate sul sito dell’associazione.

Invitiamo tutti i gruppi che in questi mesi hanno espresso condivisione ( e sono tantissimi) a questa iniziativa da ritenersi fondamentale per una battuta di arresto dell’incenerimento in Italia, a segnalarci le iniziative che intendono svolgere possibilmente entro il 27 giugno in modo da poterle inserire sia sui siti www.dirittoalfuturo.it - sia su www.ambientefuturo.org; sia per poterle comunicare in un unico “pacchetto” alla stampa. Dal 20 giugno, tutti i pomeriggi dalle 15,30 alle 19 presso la SEDE OPERATIVA NAZIONALE in via per S. Alessio 87, Monte San Quirico (Lucca) un gruppo di volontari sarà disponibile a fornire informazioni e supporti a favore delle iniziative. I contatti sono 0583 331070 ( solo negli orari di cui sopra) oppure 3382866215 o cell. 338 7558775. Durante gli orari segnalati sarà possibile anche organizzare brevi incontri per skype.

Ad oggi possiamo già elencare iniziative di raccolta adesioni a PACECO ( TP) , 20 giugno, organizza l’Associazione Rifiuti Zero di Trapani, Pistoia, dove gli “Amici di Beppe Grillo” oltre a tavoli informativi che si svolgeranno per tutto fine giugno organizzano la raccolta delle adesioni durante lo svolgimento dell’importante appuntamento musicale “PISTOIA BLUES” ed in particolare il 2 luglio; LUCCA dove presso la Sede Nazionale tutti i pomeriggi dal 22 giugno sarà possibile aderire alla vertenza; sempre a Lucca presso la Sede Nazionale il 27 giugno, dalle 15,30 in poi, si svolgerà UNA RIUNIONE REGIONALE TOSCANA di tutte le realtà impegnate operativamente nella vertenza che in Toscana prevede già iniziative a PISA, PONTEDERA, FIRENZE, PIETRASANTA, BORGO A MOZZANO, GROSSETO. Altre iniziative già segnalate si svolgeranno a BRESCIA, AOSTA, TORINO, PARMA, ASTI, COLLEFERRO, PONTICELLI (NA), LECCE, TARANTO ecc.
AIUTATECI AD ALLUNGARE QUESTO ELENCO!

Tenete d’occhio il sito della vertenza www.dirittoalfuturo.it .

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mercoledì, giugno 10, 2009

Libertà & sicurezza: caro Governo, non ci siamo!!!

E' passato l'emendamento D'Alia nel pacchetto sicurezza
(disegno di legge 733)
8 Giugno 2009
di Rino Quartarone



L’attacco finale alla democrazia è iniziato!
Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo. Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza, tra gli altri provvedimenti scellerati come l’obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D’ Alia (UDC), è stato introdotto l‘articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet“.

Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l’articolo è diventato il nr. 60. Anche se il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere. In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero. Il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’ apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge?
Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l’unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l’ennesima volta, in una materia che vede un’impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d’interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare. Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l’Italia come la Cina e la Birmania. Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fate girare questa notizia il più possibile. E’ ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. E’ in gioco davvero la democrazia!!!


NB
Per maggiori informazioni
---Il testo dell'emendamento approvato---
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emend&leg=16&id=392701&idoggetto=413875
--- Qualche commento dalla blogosfera---
http://current.com/items/90164691_inizia-la-censura-finisce-il-web-approvato-emendamento-dalia.htm