Natura et Ratio

domenica, ottobre 01, 2017

Quanto ne sappiamo sui danni dell'inquinamento atmosferico in Italia?

Nel Belpaese si contano 1500 decessi/anno per milione di abitanti - valore di gran lunga superiore a tutte le altre nazioni europee - dovuti all'inquinamento atmosferico. E molte di queste morti premature riguardano giovani e giovanissimi!
In termini di prevenzione primaria si sta facendo ben poco: occorre lavorare anche su questo al Ministero della Salute, di concerto con gli altri dicasteri interessati (Ambiente e Sviluppo Economico in primis)!
#salute #ambiente #inquinamento #prevenzione Eccovi l'articolo divulgativo comparso su Repubblica.it

Etichette: , , , , , , , , , , , , , , , ,

sabato, ottobre 01, 2016

Addio agli olmi?

Con l’inizio di ottobre si entra a tutti gli effetti in autunno e le piante caducifoglie iniziano ad indossare “vestiti” giallo-arancioni prima di spogliarsi del tutto, assumendo il tipico habitus invernale. Se vi siete guardati bene attorno, però, da qualche anno a questa parte c’è un albero tipico del nostro paesaggio rurale che già in tarda primavera ingiallisce anzitempo e si secca quando è ancor troppo “giovane” per trasformarsi in necromassa.
Si tratta dell’Olmo campestre (Ulmus minor), pianta sacra per il “dio dei sogni” - Morfeo - secondo quanto viene riportato da Virgilio nell’Eneide, dai buffi semi simili a piccoli dischi volanti che una volta i bambini chiamano “pane del maggiolino”. Diffusa in Europa continentale, Asia mediterranea e America settentrionale, cresce nei boschi e nei terreni incolti, lungo il greto dei ruscelli e in zone tipicamente rurali. Quando si trova isolata, tra campi coltivati e casolari, può raggiungere dimensioni notevoli e avere una chioma decisamente ampia: in passato, contadini e braccianti approfittavano della “meriggia” offerta da esemplari maestosi di questa pianta per rifocillarsi e riposarsi. Su tutti, il famoso “Olmo bello” (o Olmo di Lando, in località Casine di Ostra) ben conosciuto nell’hinterland senigalliese, raffigurato in immagini d’epoca dalle quali non si riesce ad apprezzare i 28 metri d’altezza e i 110 metri di circonferenza della chioma.
Osservando le nostre campagne, specialmente tra le province di Macerata e Ancona, avrete notato in questi ultimi anni la diffusa moria che riguarda questa pianta. L’olmo campestre è una specie tra le più suscettibili alla fitopatia denominata “grafiosi”, malattia è causata da un fungo ascomicete di origine asiatica, Ophiostoma ulmi s.l., che già all’inizio del secolo scorso devastò rapidamente le popolazioni di olmo europee e nordamericane.
Il fungo patogeno agisce entrando in contatto con le piante sane nella porzione superiore della chioma per il tramite di alcuni insetti scolitidi, piccoli coleotteri che compiono il loro ciclo biologico ignari e inconsapevoli di diffondere la malattia volando da olmi malati verso olmi sani.
Dal momento dell’inoculazione si osserva rapidamente la comparsa di foglie gialle e avvizzite su tutta la parte alta della chioma, per poi appassire in poco tempo: lo sviluppo dei sintomi è più intenso nel periodo primaverile che in estate, e colpisce in maniera più forte l’Olmo campestre e meno altre specie, quali l’Olmo montano.
Dopo la prima ondata epidemica, a partire dal 1970-75 la malattia ha avuto nel centro Italia una forte recrudescenza a seguito dell’introduzione di ceppi virulenti dal Nord America, con gravi danni all’economia, all’ambiente e soprattutto al paesaggio caratteristico delle zone rurali e peri-urbane. Oggi, dopo una breve “tregua”, eccoci ancora sul campo a dover contare i danni di questa malattia sempre più aggressiva: nella sola vallata del Tronto, dove recentemente è stata portata a termine una ricerca per una tesi universitaria, è stata registrata la scomparsa quasi totale di esemplari adulti, fatta eccezione per alcuni individui di età superiore ai 50 anni in alcuni comuni montani. E nel maceratese la situazione non è dissimile, purtroppo.
Addio agli olmi, dunque? Non è ancora detto!
I botanici impegnati in programmi di ricerca genetica condotti in alcuni istituti scientifici, tra i quali, in Italia, l’Istituto per la Protezione delle Piante del CNR (IPP), hanno selezionato piante resistenti alla grafiosi. Ad oggi sono cinque i cloni di olmo resistente alla grafiosi che l’IPP ha brevettato, e tra questi segnaliamo il clone ribattezzato “Morfeo”.
Grazie all’utilizzo di varietà resistenti, sia da parte delle amministrazioni pubbliche che dei privati, l’olmo si potrà riappropriare dei propri spazi, inizialmente nei contesti ornamentali e poi in ambienti peri-urbani. Più lungo, secondo i ricercatori, il processo che porterà ad un recupero nel contesto rurale e boschivo: per il momento, dunque, saremo costretti a vedere un progressivo declino di uno dei simboli dell’ambiente di casa nostra.
Ma non dobbiamo restare passivi, perché disinteresse e indifferenza causano danni ancor peggiori di quelli che già registriamo. Quello che nel nostro piccolo possiamo fare, da cittadini attenti alle problematiche ambientali, è, tra le altre cose:
- segnalare agli enti competenti (Assessorato all’Agricoltura e Foreste della Regione - qui nel caso delle Marche - , centri di ricerca come l'ASSAM, Corpo Forestale dello Stato) la diffusione di questa malattia nella propria zona, nell’ottica della “citizen science ”;
- evidenziare alle amministrazioni e ai politici di riferimento la necessità di incentivare la ricerca scientifica in ambito botanico e fitosanitario (per raccogliere e selezionare il germoplasma di esemplari di olmo ancora in vita nei punti più colpiti dalla grafiosi nella nostra regione);
- promuovere, con l’aiuto degli enti di ricerca e di vivai specializzati, una graduale ripiantumazione delle varietà resistenti. C’è ancora molto da fare per cercare di salvare questo imponente albero su cui - secondo il poeta Virgilio - albergano i sogni dell’umanità, appesi sotto alle sue fronde.

Bibliografia essenziale di approfondimento

Biondi E. & Baldoni M.A., 1996. Natura in provincia di Ancona. Guida alla conoscenza e alla conservazione del territorio. Provincia di Ancona, Assessorato all’Ambiente.

Pascali G., 2010. Monitoraggio sulla diffusione della grafiosi dell'olmo nella vallata del Tronto (AP). Università degli Studi di Firenze, corso di Laurea in Scienze Forestali e Ambientali.

Etichette: , , , , , , , , , , ,

mercoledì, dicembre 10, 2014

Anche senza pesticidi i raccolti sono buoni: basta "scuse"!

Adesso non ci sono più scuse: lo svantaggio produttivo delle coltivazioni agricole che non usano concimi e pesticidi rispetto a quelle di tipo convenzionale è più basso di quanto stimato in passato.
Non solo: l'attenta gestione di opportune pratiche agronomiche potrebbe ridurlo ancora di più, come evidenzia il lavoro di analisi svolto da un team di ricercatori dell'Università della California a Berkeley su 152 studi che hanno confrontato le rese delle due forme di agricoltura (tradizionale/convenzionale vs. biologica/organica).
Qui trovate l'articolo divulgativo completo.
Buona lettura e... diamo fiducia a chi produce beni primari rispettando l'ambiente e noi stessi, come accade qui!

Etichette: , , , , , ,

lunedì, novembre 18, 2013

Genio all'italiana: il ministero delle combustioni inutili

E' stato approvato nel Consiglio dei Ministri del 18/11/2013 l'art. 30 del disegno di legge collegato alla Legge di stabilità "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali": il citato articolo 30 contiene disposizioni in materia di combustione controllata di materiali vegetali di origine agricola, ovvero... da l'ok a pratiche che generano CO2 (gas serra) in modo legale.

Speriamo, ovviamente, che le briciole di buonsenso prevalgano e qualche modifica in extremis cancelli questa norma. Qui trovate i commenti entusiastici del "Ministro per la CO2 e le combustioni inutili" con il supporto del CFS
http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8365

Un paio di mie banalissime considerazioni su questa assurda disposizione:
1) E se utilizzassimo direttamente in agricoltura gli sfalci e le potature debitamente triturate? Invece di bruciare i residui di sfalci e potature (materiali ricchi di sostanze utili per la crescita delle piante: fosforo, azoto, carbonio, ecc.), potrebbero essere triturati e ridotti in piccoli frammenti per essere poi distribuiti nei terreni.
2) Apportando sostanze utili al suolo, si riduce l'uso di fertilizzanti chimici.
I nostri suoli sono sempre più sterili, ovvero poveri in sostanze inorganiche ed organiche, tanto che ad ogni coltura siamo costretti ad aggiungere fertilizzanti e concimi chimici.
3) Le combustioni producono gas-serra.
Vale la pena di ricordare ai nostri ministri che la CO2 è un "gas serra" e tante piccole combustioni, per quanto legali e realizzate in apposite piazzole infiocchettate per l'occasione, ne aumentano la concentrazione in atmosfera. Global warming permettendo.
Ad majora!

Etichette: , , , , , , , ,

lunedì, settembre 30, 2013

...grano al pesticida in quel di Montelupone. Con ricovero in ospedale dei braccianti agricoli!

Siamo a Montelupone, bel centro collinare con nucleo storico di origine medioevale (mura ben conservate). Ci troviamo nel primo entroterra maceratese, in un paese che negli ultimi anni ha visto crescere nuovi (orribili, paesaggisticamente parlando) palazzoni e casermoni sulle diverse alture che guardano verso i Sibillini ed il mare. Paese conosciuto per sagre e feste molto apprezzate (su tutte, quella dedicata al miele), e da qualche tempo anche per un recente fatto di cronaca a base di pesticidi! Ebbene sì: non siamo nelle mefitiche pianure dove abbondano erbicidi & co., ma nel cuore (ancora) agricolo delle Marche, dove si pratica anche agricoltura a basso impatto ambientale, biologico e biodinamico. Ma il metodo tradizionale, quello legato alla sola chimica di sintesi, ha fatto danni anche a Montelupone. Nel 2012 un'azienda agraria aveva sparso "comuni" diserbanti in un terreno coltivato a grano, ma le sostanze erbicide (probabilmente con il vento, come sempre accade) avevano raggiunto anche i terreni limitrofi contaminando non solo le colture dei vicini ma anche alcuni braccianti che stavano raccogliendo l'insalata. Braccianti in ospedale e... insalata finita sulle tavole di chissà chi!!! Scatta la denuncia e il processo contro i titolari dell'azienda, apertosi a settembre di quest'anno, li vede accusati di "getto pericoloso di cose e lesioni personali colpose!. Al di la del mero procedimento giudiziario, quello che più dovrebbe farci riflettere è l'uso (e l'abuso) di sostanze chimiche inquinanti, tossiche, nocive: non è ora di dire basta? Questo non significa tornare indietro di 100 anni o più, ma sfruttare le moderne conoscenze agronomiche coltivando prodotti di qualità con metodi attenti all'ambiente, alle persone e ai prodotti alimentari stessi. (qui il link alla notizia)

Etichette: , , , , ,

venerdì, dicembre 28, 2012

Terra rubata e, per giunta, anche a rischio!

Nelle Marche dal 2000 al 2010 abbiamo perso quasi il 7% della superficie agricola a vantaggio di asfalto & cemento, con la conseguente chiusura del 24% delle aziende agricole. Aggiungiamo il fa...tto che il 99% dei comuni marchigiani è classificato "a rischio idrogeologico" (Studio della Direzione Generale per la difesa del suolo - Ministero dell'Ambiente, 2008) per frane & alluvioni e che ben poco, anzi... nulla (dato che si continua a costruire in zone a rischio), è stato fatto per mitigare e/o compensare il rischio... Se lo dicono anche gli ingegneri, poi... c'è da credergli. No?
Che dite, nel 2013 i politicanti investiranno qualche eurino in prevenzione e difesa dell'ambiente? Per maggiori informazioni vi rimando a questi link: Il report del 2008 del Ministero dell'Ambiente (documento pdf): Dossier "ecosistema a rischio - Marche", Dipartimento nazionale della Protezione Civile e Legambiente, 2010 (pdf): L'ultimo e più recente dossier "Ecosistema a rischio - Anno 2011", Dipartimento nazionale della Protezione Civile e Legambiente Buona lettura. E indignatevi, possibilmente senza restare indifferenti e/o in silenzio: buon 2013! ^__^

Etichette: , , , , , ,